Il punto

«Ecco le condizioni di Israele per porre fine alla guerra in Libano»

Ne riferisce Axios, spiegando che la Casa Bianca ha ricevuto un documento da parte dello Stato Ebraico con precise richieste: un controllo attivo delle IDF affinché Hezbollah non possa riarmarsi e la libertà di operare nello spazio aereo libanese – Due proposte, però, in contrasto con la Risoluzione 1701 dell'ONU
Red. Online
21.10.2024 09:03

La scorsa settimana, Israele ha consegnato un documento agli Stati Uniti nel quale figurano le condizioni per una soluzione diplomatica all'attuale guerra in Libano. Una soluzione che consenta ai civili sfollati da entrambi i lati del confine di fare ritorno alle loro case. È quanto hanno dichiarato ad Axios due funzionari statunitensi e altrettanti funzionari israeliani. Il documento, leggiamo, è stato consegnato dall'Ufficio del primo ministro alla Casa Bianca in vista della visita a Beirut, oggi, dell'inviato del presidente Joe Biden Amos Hochstein. Il quale, appunto, sarà chiamato a discutere una soluzione diplomatica al conflitto. Hochstein avrebbe ricevuto il documento giovedì dal ministro israeliano per gli Affari strategici, Ron Dermer, confidente di Benjamin Netanyahu. Il documento, riferisce sempre Axios, sarebbe il frutto di discussioni fra Dermer, il ministro della Difesa e le Forze di difesa israeliane (IDF). 

Fra le richieste formulate dallo Stato Ebraico c'è il «controllo attivo» da parte delle IDF affinché Hezbollah non si riarmi e non ricostruisca le sue infrastrutture militari nel sud del Libano, vicino al confine con Israele. Israele ha pure chiesto che le sue forze aeree abbiano libertà di operare nello spazio aereo libanese. Due richieste che, tuttavia, sono in contrasto con la Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, secondo cui spetta alle Forze armate libanesi (LAF) e alla Forza interinale delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL) far rispettare il cessate il fuoco fra Israele e Hezbollah. Così uno dei due funzionari israeliani sentiti da Axios: «Stiamo parlando della 1701 con una maggiore applicazione. Il nostro messaggio principale è che se l'esercito libanese e l'UNIFIL fanno di più, le IDF faranno di meno e viceversa». Un funzionario statunitense, al riguardo, ha dichiarato che è altamente improbabile che Beirut e la comunità internazionale accettino simili condizioni. Anche perché la sovranità del Libano verrebbe fortemente (e drammaticamente, scrive Axios) minata. 

Hochstein è atteso a Beirut in giornata. In agenda figurano un incontro con il primo ministro libanese ad interim Najib Mikati, con lo speaker del Parlamento Nabih Berri e con altri funzionari libanesi. Berri, ieri, ha dichiarato ad Al-Arabiya che la visita di Hochstein è «l'ultima possibilità prima delle elezioni americane per raggiungere una soluzione» alla guerra in Libano, sottolineando come nel Paese ci sia consenso sulla Risoluzione 1701 delle Nazioni Unite e chiarendo che il Libano si rifiuterà di modificarla in qualsiasi modo. Hochstein, dal canto suo, starebbe spingendo per un ampio dispiegamento delle Forze armate libanesi nel sud del Paese come parte della soluzione diplomatica. Negli ultimi anni, l'esercito regolare libanese aveva forze e presenze limitatissime nell'area, per lo più controllata da Hezbollah. Di qui l'idea di Hochstein, ovvero quella di dispiegare almeno 8 mila uomini delle LAF. L'inviato statunitense intende altresì potenziare il mandato dell'UNIFIL, affinché possa essere di maggior aiuto e affinché impedisca a individui o gruppi armati che non sono sotto il controllo del governo libanese di schierarsi vicino al confine con Israele.

Gli Stati Uniti, riporta Axios, sono consapevoli che dal 2006, ovvero dall'ultimo confronto diretto fra Israele e Hezbollah, l'UNIFIL ha applicato a malapena la citata Risoluzione 1701. Soprattutto, l'UNIFIL non ha saputo impedire che Hezbollah costruisse un'ampia infrastruttura militare nel Libano meridionale, in violazione (netta) della Risoluzione. Domenica sera, in vista della visita di Hochstein, l'aviazione israeliana ha condotto attacchi aerei in tutto il Libano colpendo obiettivi affiliati alla banca di Hezbollah. Un alto funzionario dell'intelligence israeliana ha dichiarato, in un briefing con i giornalisti, che la banca operava indipendentemente dal sistema finanziario libanese e non era sotto la supervisione del governo o della banca centrale. Secondo il funzionario dell'intelligence israeliana, la banca di Hezbollah riceveva centinaia di milioni di dollari dall'Iran ogni anno e svolgeva un ruolo fondamentale nel finanziamento delle operazioni del gruppo.