Stati Uniti

Ecco quanti soldi ha perso United per colpa di Boeing

La messa a terra dei 737 MAX 9 dopo l'incidente di Alaska Airlines è costata 200 milioni di dollari al vettore, la cui flotta dipende all'80% dal costruttore nordamericano
© JUSTIN LANE
Marcello Pelizzari
18.04.2024 09:04

Quali sono gli effetti di un grounding? I problemi di qualità di Boeing, ha spiegato in questi giorni United Airlines, una delle quattro maggiori compagnie statunitensi, sono costati al vettore 200 milioni di dollari nel primo trimestre. E il motivo è facilmente individuabile: la messa a terra forzata dei 737 MAX 9 dopo l'incidente del volo AS 1282 di Alaska Airlines. Con la conseguente impossibilità, da parte di United, di offrire lo stesso numero di voli. 

United, come riferisce la CNN, non ha chiarito se, a questo punto, chiederà un rimborso a mo' di risarcimento danni a Boeing per le tre settimane di grounding dopo l'incidente del 5 gennaio scorso. La compagnia, tuttavia, ha indicato che, senza la messa a terra, il trimestre si sarebbe chiuso con ben altre cifre. Tradotto: United sarebbe stata redditizia.

L'improvvisa esplosione – poco dopo il decollo – di una porta di emergenza bloccata permanentemente e la conseguente decompressione incontrollata hanno spinto la FAA, la Federal Aviation Administration, l'Agenzia che regola e sovrintende ogni aspetto riguardante l'aviazione civile negli Stati Uniti, a mettere a terra tutti i Boeing 737 MAX 9. Sollevando, inevitabilmente, nuovi dubbi e interrogativi sulla sicurezza di questi velivoli. Visto quanto successo, il grounding era un atto dovuto. Ma ha rappresentato anche un problema pesante, se non pesantissimo per United. E questo perché il vettore, in termini di flotta, dipende dai modelli Boeing per circa l'80%: con 86 MAX 9, ad esempio, United è la compagnia che più di tutte vola con il tipo di velivolo coinvolto nell'incidente del 5 gennaio. Tradotto: ha sofferto più di chiunque altro.

Oltre al danno, verrebbe da dire, anche la beffa. Detto di Boeing, anche United è stata confrontata a una sfortunata serie di eventi, chiamiamola così: motori in fiamme, parti di carrello che si staccano, aerei finiti fuori pista. Problemi che hanno spinto l'amministratore delegato della compagnia, Scott Kirby, a spiegare ai clienti che United si sarebbe concentrata maggiormente sui propri controlli di qualità e sicurezza. La stessa FAA ha dichiarato di aver messo nel mirino United, al grido «meglio controllare».

Non finisce qui, perché la crisi in cui versa Boeing – di fatto – non consente a United di crescere come aveva pianificato. Boeing, al momento, deve attenersi alle limitazioni delle autorità di regolamentazione: può produrre solo 38 modelli di 737 al mese. Significa che, per quest'anno, United conta di ricevere solo 61 velivoli nuovi, 40 in meno rispetto alle previsioni di inizio 2024. La riduzione di voli aveva spinto la compagnia a congelare le assunzioni e a chiedere ai piloti regolarmente impiegati di accettare licenziamenti volontari. Fra i problemi che stanno attanagliando United c'è la mancata (per ora) certificazione del Boeing 737 MAX 10. Certificazione che difficilmente verrà concessa quest'anno al costruttore. Se ne riparlerà nel 2025. Una parte degli ordini precedentemente fatti per i MAX 10 è stata convertita in ordini di MAX 9, ma United – per rimediare alla crisi di Boeing – ha pure annunciato di aver raggiunto accordi con due lessor per il noleggio di 35 nuovi Airbus A321neo. Un concorrente diretto del 737. Altro particolare, però: le consegne di questi aerei non verranno effettuate prima del 2026 e del 2027, visto che la linea produttiva di Airbus è strapiena.

Quanto alla possibilità di ottenere un rimborso da parte di Boeing, teoricamente fa testo quanto dichiarato il mese scorso da Brian West, il direttore finanziario del costruttore americano: il quale, di fatto, aveva aperto all'idea di una compensazione ai propri clienti. «Abbiamo messo i clienti in difficoltà» le sue parole. «Per quanto riguarda gli eventi del 5 gennaio, ovviamente, c'è una considerazione da parte dei clienti che si manifesterà nel trimestre e dobbiamo occuparcene e siamo a buon punto per farlo. E continuiamo a sostenere i nostri clienti con questa responsabilità».