Evan Gershkovich e gli altri: quanti e quali prigionieri sono stati scambiati oggi?
Il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, erroneamente condannato. Ma anche l’ex marine Paul Whelan e il critico del Cremlino Vladimir Kara-Murza. Sì, Russia e Stati Uniti hanno dato vita a uno storico scambio di prigionieri. Scambio che ha coinvolto, in totale, qualcosa come 24 persone provenienti da (almeno) sei Paesi. Scambio, ancora, consumatosi ad Ankara, in Turchia, in uno scenario da film o, se volete, da Guerra Fredda. Bene, benissimo. Quali altri nomi, però, erano coinvolti? Proviamo a fare chiarezza.
Chi ha liberato l'America?
Se Gershkovich è la «copertina» che l’Occidente sta esibendo, con entusiasmo, in queste ore, la Russia sorride perché può riabbracciare Vadim Krasikov, 58 anni, un ex colonnello dell’FSB, il famigerato Servizio federale per la sicurezza della Federazione Russa. Krasikov stava scontando un ergastolo in Germania e figurava in cima alla lista di prigionieri russi che Mosca intendeva scambiare. Nel 2019, Krasikov era stato condannato per l’omicidio del ceceno Zelimkhan Khanhoshvili a Berlino. Secondo la giustizia tedesca, Krasikov aveva agito per conto dello Stato russo. Sparando a Khangoshivli «in stile esecuzione», per giunta in pieno giorno, poiché quest’ultimo aveva combattuto Mosca durante le guerre cecene. Ricercato in Russia con l’accusa di terrorismo, Khangoshvili era considerato una spina nel fianco di Ramzan Kadyrov, il leader ceceno nonché stretto alleato di Putin.
Krasikov, dicevamo, era stato «richiesto» da Mosca nell’ambito di un altro scambio, quello che portò alla liberazione di Viktor Bout per la giocatrice di basket americana Brittney Griner. Non solo, a inizio 2024 si era parlato anche di un possibile scambio Navalny-Krasikov.
Vadim Konoshchenok, 48 anni, era un altro «nome top» dell’elenco russo. Estradato negli Stati Uniti dall’Estonia all’inizio del mese, era accusato di cospirazione e «vantava» legami con l’FSB.
E ancora: nello scambio sono stati liberati Ludwig Gisch and Maria Rosa Mayer Munos, due cittadini russo-argentini condannati per spionaggio in Slovenia e i cui «nomi russi» sono Artyom Dultsev e Anna Dultseva. I due, sulla quarantina, erano stati arrestati nel 2022 per aver effettuato attività di spionaggio per conto di Mosca. In particolare, avevano sfruttato un’impresa e una galleria d’arte a Lubiana per coprire i loro veri scopi.
Fra gli «scambiati» c’era anche Pavel Rubtsov, un cittadino con doppia cittadinanza russa e spagnola arrestato in Polonia e accusato di spacciarsi per un giornalista di nome Pablo Gonzalez. La sua vera attività? Spionaggio per l’intelligence russa.
Chi ha liberato Mosca?
Dicevamo di Evan Gershkovich: 32 anni, corrispondente del Wall Street Journal e già giornalista del Moscow Times, era stato condannato a 16 anni di carcere in Russia per spionaggio. Un’accusa, questa, che lui, il giornale e il governo degli Stati Uniti hanno sempre negato categoricamente. Gershkovich era stato arrestato nel marzo del 2023 durante un reportage a Ekaterinburg, negli Urali, e aveva trascorso quasi 16 mesi nella famigerata prigione di Lefortovo a Mosca prima di essere condannato a una «colonia a regime severo».
Fra le persone liberate, oggi, c’era il politico di opposizione e critico del Cremlino Vladimir Kara-Murza, 42 anni e doppio passaporto britannico e russo. Kara-Murza stava scontando una condanna a 25 anni per tradimento e altre accuse. La causa scatenante? Le sue critiche all’invasione russa su larga scala dell’Ucraina e i suoi ripetuti inviti ai Paesi occidentali a imporre sanzioni contro il Cremlino.
La sua famiglia e i suoi sostenitori in questi mesi avevano più volte lanciato l’allarme per la sua salute, peggiorata in prigione a causa di una patologia nervosa emersa dopo aver subito negli anni due tentativi di avvelenamento.
Citiamo, in questa sede, ovviamente anche Paul Whelan, 54 anni, un ex marine statunitense arrestato in Russia nel 2018 e condannato a 16 anni di carcere di massima sicurezza per spionaggio due anni più tardi, nel 2020. Le accuse, nei suoi confronti, a detta del governo statunitense e di molte organizzazioni internazionali per i diritti dell’uomo erano state mosse da interessi prettamente politici.
Alsu Kurmasheva, 47 anni, cittadina russa e statunitense impiegata presso l’emittente radiofonica Radio Free Europe/Radio Liberty (RFE/RL), ha riabbracciato infine la libertà: era stata arrestata durante una visita alla sua famiglia, in Russia, e condannata a luglio a 6 anni e mezzo di prigione per aver diffuso «falsità» sull’esercito russo. Kurmasheva era stata condannata in un’udienza segreta lo stesso giorno di Gershkovich.
Nell’elenco dei prigionieri liberati dalla Russia figuravano anche i dissidenti incarcerati Lilia Chanysheva, Ilya Yashin, Ksenia Fadeyeva, Andrei Pivovarov e Vadim Ostanin; l’artista Sasha Skochilenko; il politologo tedesco-russo Dieter Voronin; il cittadino tedesco-russo diciannovenne Kevin Lik; i cittadini tedeschi Rico Krieger e Patrick Schöbel e, infine, l’attivista tedesco-russo Herman Moyzhes.
Dove è avvenuto lo scambio?
Lo scambio, in uno scenario da film o, ribadiamo, da Guerra Fredda, si è consumato ad Ankara, capitale della Turchia, con il coordinamento e la regia dell’Organizzazione nazionale di intelligence turca (MIT). I canali di informazione turchi, cui si sono poi allacciati tutti gli altri, hanno trasmesso l’arrivo di due aerei russi all’aeroporto della capitale.
E gli scambi precedenti?
L’ultimo scambio di prigionieri di rilievo tra Russia e Stati Uniti risale all’8 dicembre 2022, quando negli Emirati Arabi Mosca liberò l’allora 32.enne stella del basket femminile statunitense Brittney Griner, condannata a nove anni per la detenzione di olio di hashish. Dal lato opposto, invece, Joe Biden graziò e rilasciò il 55.enne trafficante di armi Viktor Bout, che stava scontando una pena di 25 anni dal 2012 dopo una travagliata estradizione dalla Thailandia. Bout era stato ribattezzato il Mercante di morte e, a quanto pare, aveva ispirato il personaggio interpretato da Nicolas Cage nel film Lord of War.
Nell’aprile dello stesso anno Mosca e Washington avevano scambiato altri due prigionieri: l’ex marine Trevor Reed, condannato a nove anni da Mosca per l’aggressione a due agenti, e il pilota russo Konstantin Yaroshenko, in carcere in America per traffico di cocaina con le Farc colombiane.
A proposito di film e scenari da cinema, la giornata di oggi ha riportato alla mente gli scambi che avvenivano fra Unione Sovietica e Stati Uniti durante la Guerra Fredda, sul famoso «ponte delle spie», il Glienicke, che collegava Berlino Ovest alla Germania dell’Est.
Il fatto che siano stati organizzati degli scambi di ostaggi durante la guerra in Ucraina dimostra che, nonostante le dichiarazioni di facciata, Russia e Stati Uniti continuino a parlarsi. Lontano dai riflettori, certo. Ma con risultati concreti. E notevoli.