Giorgia Meloni premier in tempo record
L’Italia ha un nuovo Governo, per la prima volta nella storia della Repubblica guidato da una donna: Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, il partito del centrodestra che ha ottenuto più voti nelle elezioni del 25 settembre. Il nuovo Esecutivo è nato, per l’Italia, ad una velocità record: appena 26 giorni dopo le elezioni legislative. Le consultazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella sono durate due giorni.
La designazione del premier
Il primo incontro ufficiale tra il capo dello Stato e la Meloni si è svolto questa mattina alle 10.30, presenti tutti i leader della coalizione di centrodestra. Meno di dieci minuti, il tempo per Mattarella di chiedere ai leader della coalizione (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) se ci fosse una maggioranza «pronta a governare» («e questo si intuisce dalla vostra presenza qui tutti insieme», ha osservato) e chi indicavano come premier. Il nome di Giorgia Meloni è stato fatto da Matteo Salvini. Poi anche Silvio Berlusconi e Lupi hanno detto di essere pronti ad assumersi la responsabilità di governare. La sintesi di Meloni: «Abbiamo convenuto con il presidente della Repubblica sulla necessità di dare alla Nazione un nuovo Governo nel minor tempo possibile». Qualche minuto dopo il Quirinale ha annunciato la convocazione di Meloni dal capo dello Stato per le 16:30. Segno che avrebbe avuto l’incarico.
Il peso delle uscite di Berlusconi
La brevità dell’incontro ha evitato un imbarazzo eccessivo per le recenti uscite estemporanee di Silvio Berlusconi sull’«amico Vladimir Putin» e, di tono opposto, su «quello Zelensky di cui è meglio se non parlo». Dichiarazioni che sembravano aver rimesso in questione la possibilità per Meloni di comporre l’Esecutivo. Fin dall’inizio Forza Italia aveva proposto per il ministero degli Esteri un nome che nessuno poteva rifiutare: quello di Antonio Tajani, ex presidente del Parlamento europeo e vicepresidente del Partito popolare europeo, una garanzia per quanto riguarda l’atlantismo e l’Europa. Dopo quanto detto da Berlusconi negli scorsi giorni tale scelta era diventata «inaccettabile» per le opposizioni di sinistra, Partito democratico e Movimento 5 Stelle, e anche per il polo centrista di Calenda e Renzi. Posizione espressa anche a Mattarella che - alla luce del passato politico di Tajani, e per la cui lealtà occidentale si è schierato oggi pubblicamente anche il Partito popolare europeo - ha accettato la scelta di Meloni. Ed è probabile di questo abbia parlato Berlusconi a Mattarella nel breve colloquio avuto con lui prima di lasciare il Quirinale.
Tra il colloquio del mattino e il ritorno al Quirinale alle 16.30 Meloni - in tailleur due pezzi Armani - ha pranzato alla Camera, dove si respirava un’atmosfera tesa per le polemiche all’interno della maggioranza sulla ripartizione dei ministeri. Ci si chiedeva in particolare se Meloni avrebbe avuto la forza di respingere le pressioni di Berlusconi, a carico del quale ci sono processi aperti dal periodo del bunga-bunga, affinché fosse nominato a ministro della Giustizia una personalità a lui gradita. Due o tre i nomi recapitati alla leader di Fratelli d’Italia ancora oggi. Alla fine il nuovo capo del Governo ha mantenuto la determinazione di scegliere personalmente il ministro della Giustizia. La «suspence» è finita con la lettura della lista dei ministri fatta al termine del secondo colloquio con Mattarella. Il nuovo ministro della Giustizia è l’ex magistrato Carlo Nordio, titolare di importanti inchieste nella stagione di Mani Pulite e delle Brigate rosse. Alla fine ha vinto lei. E Forza Italia ha avuto cinque ministeri, ma il solo di peso è quello di Tajani.
Cambiano i nomi dei ministeri
Diversi ministeri cambiano nome e indicano chiaramente chi è il vincitore delle ultime elezioni, la destra. Sovranità alimentare si aggiunge ad agricoltura, il Merito all’istruzione, lo sviluppo economico diventa Imprese e Made in Italy. Uno dei principali collaboratori-consiglieri di Meloni (e con lei cofondatore di Fratelli d’Italia), Guido Crosetto, è il nuovo ministro della Difesa, Adolfo Urso (ex responsabile dei servizi segreti) è alla testa del dicastero dello Sviluppo economico, Francesco Lollobrigida, marito della sorella di Giorgia, è il nuovo ministro dell’Agricoltura, Raffaele Fitto il titolare degli Affari europei e PNRR, il siciliano Nello Musumeci ha avuto le Politiche del mare e Sud. Sembra che subito dopo le elezioni dalle quali è uscita vincitrice, Meloni abbia stabilito un rapporto indiretto e discreto con il Quirinale per un aiuto a percorrere senza passi falsi la strada della formazione del Governo; e la stessa cosa avrebbe fatto con il suo predecessore Draghi.
L’approvazione presidenziale
Sono quindi nati con l’approvazione presidenziale le nomine Tajani e Salvini vicepresidenti del Consiglio. Fratelli d’Italia ha nove ministri, la Lega cinque ( con Salvini alle Infrastrutture: chissà se rilancerà l’idea del ponte sullo Stretto, e Giorgetti all’Economia). Anche Forza Italia ha cinque ministeri. I ministri tecnici sono cinque, tra di loro figura quello dell’Interno, guldato dal prefetto Piantedosi, (che ha lavorato con Salvini quando il leader della Lega era ministro dell’Interno), e quello dei Beni culturali, guidato dal giornalista Gennaro Sangiuliano. Al Turismo vi è Daniela Santanché, in quota a FdI, mentre la Pubblica Amministrazione è guidata da Paolo Zangrillo, fratello del medico di Berlusconi.