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Gli Stati Uniti, dunque, oscureranno TikTok? Ecco che cosa succederà

La Corte Suprema ha confermato la legge che impone all'azienda cinese di scorporare le sue attività americane, ma non è chiaro ancora se il divieto sarà effettivo da domenica
©ALLISON DINNER
Red. Online
17.01.2025 16:57

No, non ci sarà alcun salvagente. La Corte Suprema, oggi, ha inflitto un duro, durissimo colpo a TikTok. Confermando la legge che impone a ByteDance, la casa madre della piattaforma cinese, di scorporare le sue attività americane. Pena, il divieto della popolare app negli Stati Uniti a partire dal 19 gennaio. Alla base di questa legge, come noto, ci sono motivi di sicurezza nazionale. 

I giudici della Corte Suprema hanno stabilito, all'unanimità, che la legge – approvata lo scorso anno da una schiacciante maggioranza bipartisan del Congresso e firmata dal presidente democratico Joe Biden – non viola il primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. Quello, per intenderci, che protegge dalle limitazioni governative alla libertà di parola. La misura, confermata appunto oggi, è stata confermata da TikTok, da ByteDance e da molti utenti statunitensi dell'applicazione.

«Non c'è dubbio che, per oltre 170 milioni di americani, TikTok offra uno sbocco distintivo ed esteso per l'espressione, un mezzo di coinvolgimento e una fonte di comunità» spiega la Corte. «Ma il Congresso ha stabilito che la cessione è necessaria per rispondere alle sue preoccupazioni ben sostenute in materia di sicurezza nazionale per quanto riguarda le pratiche di raccolta dei dati di TikTok e la relazione con una potenza straniera». E ancora: «Le disposizioni contestate non violano i diritti del primo emendamento dei firmatari». TikTok è una delle piattaforme social più importanti e utilizzate degli Stati Uniti, e del mondo. Nella sola America, i suoi utilizzatori sono circa 270 milioni. Il potente algoritmo di TikTok, il suo principale punto di forza, fornisce ai singoli utenti esperienze personalizzate in base ai loro gusti. Parallelamente, la piattaforma è famosa per la sua vasta collezione di video brevi prodotti dagli stessi utenti. 

La questione TikTok è legata a doppio filo alla rivalità, economica e geopolitica, che caratterizza i rapporti, recenti, fra Cina e Stati Uniti. La proprietà cinese della piattaforma, per anni, ha sollevato non poche preoccupazioni fra i leader americani. La decisione della Corte Suprema è arrivata allo scadere, oramai, dell'era Biden. Lunedì, infatti, il presidente democratico lascerà il posto a Donald Trump. Non solo, Pechino e Washington sono ai massimi in termini di tensioni commerciali. L'amministrazione Biden, nel commentare la legge, ha sottolineato più volte che il punto non è la libertà di espressione ma il controllo della piattaforma: TikTok, è stato detto, può continuare a funzionare così com'è, a patto che venga «liberato» dai suoi legami con la Cina.

L'avvocato del Dipartimento di Giustizia, Elizabeth Prelogar, nell'argomentare a favore della legge ha spiegato che il controllo di TikTok da parte del governo cinese rappresenta, citiamo, una «grave minaccia» per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, in quanto la Cina cerca di accumulare grandi quantità di dati sensibili sugli americani e di impegnarsi in operazioni di influenza segrete. Prelogar ha pure affermato che la Cina costringe aziende come ByteDance a consegnare segretamente i dati degli utenti dei social media e a eseguire le direttive del governo cinese. L'immenso set di dati di TikTok, ha aggiunto Prelogar, rappresenta un potente strumento che potrebbe essere utilizzato dal governo cinese per molestie, reclutamento e spionaggio, e che la Cina «potrebbe armare TikTok in qualsiasi momento per danneggiare gli Stati Uniti».

La legge, dicevamo, è stata approvata lo scorso aprile. L'amministrazione di Biden l'ha difesa, una prima volta, in tribunale. TikTok e ByteDance, così come alcuni utenti che pubblicano contenuti sull'applicazione, hanno impugnato il provvedimento e fatto ricorso alla Corte Suprema, dopo aver perso il 6 dicembre presso la Corte d'Appello degli Stati Uniti per il Circuito del Distretto di Columbia. Il presidente eletto Donald Trump, dal canto suo, dopo essersi espresso a favore di un divieto di TikTok durante il suo primo mandato in questi ultimi mesi ha dichiarato, a più riprese, che avrebbe potuto (e forse voluto) salvare l'app. TikTok, ha spiegato il tycoon, occupa «un posto caldo nel mio cuore». A suo dire, l'applicazione lo ha aiutato a convincere i giovani elettori alle ultime presidenziali. A dicembre, Trump ha chiesto alla Corte Suprema di sospendere la legge per dare alla sua amministrazione entrante «l'opportunità di perseguire una risoluzione politica delle questioni in discussione nel caso». Ma mentre Trump ha giurato di «salvare» TikTok, molti dei suoi alleati repubblicani hanno sostenuto il divieto. Secondo quanto appreso da Axios, oggi Trump ha discusso (anche) di TikTok durante una conversazione telefonica con il presidente cinese Xi Jinping. Lo stesso Trump, alla CNN, ha detto che la decisione sul futuro dell'app spetterà a lui, senza tuttavia fornire dettagli sui passi che intraprenderà. «Alla fine spetta a me, quindi vedrete cosa farò. Il Congresso mi ha affidato la decisione, quindi sarò io a prenderla».

Dunque, che ne sarà – davvero – di TikTok in America? Mike Waltz, consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, ha dichiarato giovedì che la nuova amministrazione manterrà in vita TikTok negli Stati Uniti se ci sarà un accordo fattibile. Waltz ha detto che l'amministrazione entrante «metterà in atto misure per evitare che TikTok venga oscurato» e ha citato una disposizione di legge che consente una proroga di 90 giorni se ci sono «progressi significativi» verso una cessione. Il leader democratico del Senato, Chuck Schumer, ha dichiarato giovedì che a TikTok dovrebbe essere concesso più tempo per trovare un acquirente americano e che lavorerà con l'amministrazione Trump «per mantenere TikTok in vita proteggendo la nostra sicurezza nazionale».

La situazione, insomma, è tutto fuorché chiara. Anche perché l'amministratore delegato di TikTok, Shou Zi Chew, parteciperà all'inaugurazione di Trump lunedì, seduto tra gli altri invitati di alto profilo. TikTok sostiene che la legge mette in pericolo i diritti del primo emendamento non solo degli utenti che adoperano l'app, ma anche di tutti gli americani. Il divieto avrebbe, evidentemente, ripercussioni importanti sulla base di utenti, sugli inserzionisti, sui creatori di contenuti e sui dipendenti. TikTok ha 7 mila dipendenti negli Stati Uniti.

TikTok prevede di chiudere le operazioni negli Stati Uniti domenica, a meno che non venga concessa una tregua all'ultimo minuto, come hanno dichiarato mercoledì a Reuters persone che hanno familiarità con la questione. Noel Francisco, l'avvocato di TikTok e ByteDance, ha affermato che il vero obiettivo del governo statunitense con questa legge è la libertà di espressione, in particolare il timore che gli americani possano essere «persuasi dalla disinformazione cinese».