Tensioni

Guerra in Medio Oriente e terrorismo: diversi Paesi sospendono Schengen

L'Italia introduce controlli al confine con la Slovenia, seguendo l'esempio di altri membri UE: «Il flusso di migranti è in aumento, si rischiano infiltrazioni terroristiche» - Per la Svizzera, al momento, non servono misure più severe alle frontiere
Gorizia: confine tra Italia e Slovenia. © Shuuterstock
Michele Montanari
19.10.2023 12:10

La Reggia di Versailles è stata chiusa 4 volte in 6 giorni. Ieri, una serie di allarme bomba, ha spinto le autorità francesi ad evacuare gli aeroporti di Lille, Lione, Nantes, Nizza, Tolosa, Strasburgo e Beauvais, alle porte di Parigi (oggi altre evacuazioni sono avvenute a Montpellier, Nantes, Bordeaux, Lille e Nizza). In Belgio, sempre per una presunta minaccia, è stato sfollato lo scalo di Ostenda. Piazza federale a Berna è stata sigillata per ore a causa di oggetti sospetti poi rivelatisi innocui. Dopo i fatti di sangue ad Arras e Bruxelles e la guerra in Medio Oriente, con il mondo musulmano in subbuglio, la tensione in Europa è alle stelle. E nel marasma geopolitico, una massiccia ondata di migranti, da mesi, sta mettendo sotto pressione i confini del Vecchio Continente. Anche quelli ticinesi. Dopo l’attacco di Hamas e il ritorno dell'incubo terroristico, l’Italia, come altri Paesi, ha deciso di sospendere l’accordo Schengen che garantisce la libera circolazione di merci e persone. Dal prossimo 21 ottobre verranno infatti ripristinati i controlli al confine con la Slovenia.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ieri ha parlato di una misura necessaria «per l’aggravarsi della situazione in Medio Oriente, l’aumento dei flussi migratori lungo la rotta balcanica e, soprattutto, per questioni di sicurezza nazionale». In Friuli-Venezia Giulia - Regione al confine con la Slovenia - dall’inizio dell’anno sono state individuate 16 mila persone entrate irregolarmente sul territorio italiano, ricorda La Repubblica, spiegando che il Governo ha comunicato la decisione di sospendere l’accordo Schengen alla Commissione europea e agli Stati membri: si tratta di una decisione senza precedenti, se non in concomitanza con eventi internazionali che richiedevano la massima sicurezza. L’accordo era stato sospeso, ad esempio, per il G20 di Roma del 2021, per il G7 di Taormina del 2017 e per il G8 dell’Aquila del 2009.

I controlli alla frontiera slovena scatteranno da sabato fino al 30 ottobre. Si tratta di un periodo di prova di 10 giorni con la possibilità di essere prolungato. Oltre alla Penisola, altri Paesi membri dell’UE hanno notificato alle istituzioni europee la decisione di ripristinare temporanemente i controlli alle frontiere, sospendendo la libera circolazione prevista da Schengen: Austria, Germania (che ha annunciato l'introduzione di controlli anche al confine con la Svizzera), Francia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Svezia e Norvegia (quest'ultima, non aderendo all'UE, fa comunque parte dell'area Schengen). Nella serata di ieri, anche la Slovenia ha annunciato il ripristino dei controlli alle frontiere con Croazia e Ungheria, parlando di una decisione legata all'aumento del rischio terrorismo in Europa.

L’Italia è l’unica Nazione, finora, ad aver citato tra le ragioni della sospensione di Schengen il conflitto israelo-palestinese. In una nota diffusa ieri da Palazzo Chigi, tra le problematiche veniva pure citata la «costante pressione migratoria via mare e via terra» collegata alla «possibile infiltrazione terroristica». Motivazione, questa, in linea con la visione della Francia, che ha ripristinato i controlli ai confini fino al 30 aprile del 2024 a causa della minaccia terroristica e della situazione migranti alle frontiere esterne del Vecchio continente.

La Svizzera non intende rafforzare i controlli

La Svizzera, invece, non intende introdurre ulteriori controlli al confine con l'Italia. Lo ha fatto sapere quest'oggi la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider a margine della riunione dei ministri dell'interno dell'UE a Lussemburgo. La direttrice del Dipartimento federale di giustizia e polizia ha spiegato che al momento misure più severe per monitorare il flusso di migranti non sono necessarie. Berna, dopo il sovraffollamento a Lampedusa, ha già aumentato il numero di guardie di confine alle frontiere ticinesi nelle scorse settimane. Secondo Baume-Schneider, attualmente sono sufficienti controlli a campione rafforzati.

Dopo le continue insofferenze vissute nel Mendrisiotto, la consigliera federale arriverà nel sud della Svizzera il 6 novembre prossimo. Stando a nostre informazioni, sarebbe prevista una tavola rotonda piuttosto «chiusa»: una riunione che vedrebbe la partecipazione unicamente delle autorità cantonali e comunali (Balerna, Novazzano e Chiasso).

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