Stati Uniti

Hegseth si difende: «Non ho mai condiviso piani di guerra su Signal»

Continua a far discutere il caso del capo del Pentagono, accusato di aver diffuso informazioni sugli attacchi agli Houthi in una chat in cui erano presenti membri della sua famiglia e della sua sfera personale – La portavoce della Casa Bianca smentisce le indiscrezioni: «Non è stato licenziato»
©SAMUEL CORUM / POOL
Red. Online
22.04.2025 19:01

Hegseth nega. Duramente. «Non ho mai inviato piani di guerra su Signal», ha dichiarato il capo del Pentagono in un'intervista rilasciata agli ex colleghi di Fox News, riferendosi al nuovo scandalo di cui è protagonista. Hegseth, secondo le indiscrezioni, avrebbe condiviso informazioni sugli attacchi in Yemen in una chat in cui erano presenti la moglie, il fratello, il suo avvocato personale e altre persone della sua cerchia professionale e privata. Le stesse informazioni che erano state divulgate, a metà marzo, in una chat tra funzionari statunitensi in cui era stato inserito, per errore, anche Jeffrey Goldberg. Giornalista e direttore della rivista The Atlantic

«Prendo le informazioni top secret molto sul serio», ha dichiarato Hegseth, visibilmente agitato, nell'intervista su Fox. «Guardo i piani di guerra tutti i giorni, anche dieci minuti fa li ho guardati. Non li ho mai condivisi». Quindi, ha accusato le «talpe» – ossia le persone licenziate la scorsa settimana dal dipartimento – che vogliono «danneggiare l'agenda del presidente». «Quando si licenziano persone che si ritiene stiano facendo trapelare informazioni classificate... perché ci si dovrebbe sorprendere se quelle stesse persone continuano a far trapelare agli stessi giornalisti qualsiasi informazione pensino di poter avere per cercare di sabotare l'agenda del presidente o del segretario», ha aggiunto. 

In una dichiarazione pubblicata su X nel fine settimana, i tre alti funzionari licenziati - Dan Caldwell, Colin Carroll e Darin Selnick - hanno sottolineato di essere «incredibilmente delusi» dal modo in cui sono stati licenziati, aggiungendo che «funzionari del Pentagono senza nome» li hanno diffamati «mentre uscivano dalla porta».

«Hegseth licenziato», ma è una fake news

Poco dopo le dichiarazioni di Hegseth, nelle scorse ore, un funzionario della Casa Bianca ha riferito all'emittente radiofonica pubblica NPR che la ricerca per individuare un nuovo capo del Pentagono è, ufficialmente, iniziata. In altre parole, secondo la fonte, il capo del Pentagono sarebbe stato licenziato, nonostante Trump abbia ribadito di avere fiducia in lui. Una notizia, questa, che è stata immediatamente smentita dalla portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt. «Questa storia di NPR è una fake news totale, basata su una fonte anonima che, chiaramente, non ha idea di cosa stia dicendo», ha scritto la portavoce sul suo profilo X. «Come ha detto lui stesso, il presidente sostiene con forza il segretario alla Difesa». 

Secondo le indiscrezioni, Trump avrebbe infatti inizialmente chiamato il capo del Pentagono dopo che la notizia è stata diffusa. Secondo i suoi collaboratori, a diffondere l'informazione sarebbe stato un ex collaboratore di Hegseth, presente a sua volta nella chat, che è stato bruscamente licenziato la scorsa settimana. 

Ciononostante, già durante lo scandalo emerso nel mese di marzo, Trump si è rifiutato di licenziare gli alti funzionari della sua amministrazione. Una decisione presa, secondo gli esperti, per non essere etichettato come «un presidente che si arrende di fronte all'onda mediatica». Di più, secondo una persona a conoscenza dei fatti, Trump avrebbe detto a Hegseth di sostenerlo, dando la colpa ai «leaker insoddisfatti», che avrebbero divulgato la notizia, diffusa inizialmente dal New York Times

A confermare il supporto di Trump nei confronti del capo del Pentagono ci sono anche le dichiarazioni fatte dallo stesso presidente che, pubblicamente, ha sottolineato il suo sostegno nei confronti di Hegseth. «Sta facendo un ottimo lavoro. Chiedete agli Houthi come sta», ha detto con tono sprezzante, riferendosi al gruppo ribelle yemenita, preso di mira dagli attacchi missilistici statunitensi. Una frase, questa, che fa pensare che il tycoon non abbia assolutamente intenzione di licenziare il segretario alla Difesa. E che anzi, non fa che confermare il suo sostegno.  

Sostegno dai repubblicani

Ma non è tutto. Anche i legislatori repubblicani hanno appoggiato il segretario alla Difesa, mentre i democratici ne chiedono le dimissiono. In un post pubblicato oggi sull'account X dei repubblicani del Senato, si legge che la colpa di questa «cattiva notizia» è da attribuire, unicamente, agli ex dipendenti scontenti.  «Il segretario Pete Hegseth è un veterano che sta attuando l'agenda America first del presidente Trump. Ex dipendenti scontenti del Pentagono stanno cercando di minare l'agenda per cui gli americani hanno votato». 

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