La storia

I cacciatori di uragani che volano nell'occhio del ciclone

Da Helene a Milton, le missioni dell'Amministrazione nazionale per l'oceano e l'atmosfera (NOAA) sono preziose perché, fra le altre cose, consentono di prevedere il tragitto di una tempesta
© NOAA
Marcello Pelizzari
09.10.2024 17:15

L'uragano Milton fa paura. L'idea che un «bestione» del genere, presto, anzi prestissimo toccherà terra spaventa. Di qui gli appelli lanciati dalle autorità, in Florida, affinché la popolazione corra al più presto al riparo. C'è chi, tuttavia, questi fenomeni li studia da vicino. Anzi, vicinissimo. Dall'interno. Parliamo dei cosiddetti cacciatori di uragani o Hurricane Hunters. Persone che, a bordo di aeroplani specifici, volano «nel ventre della bestia» per studiarne la struttura, l'intensità e il percorso. Le missioni sono gestite dall'Amministrazione nazionale per l'oceano e l'atmosfera (NOAA) tramite una flotta, come detto, apposita. I dati, questi dati, sono evidentemente molto preziosi. Perché, fra le altre cose, consentono al National Hurricane Center (NHC) e ai modelli meteorologici di prevedere il tragitto che compierà l'uragano.

Gli aerei adoperati, basati all'aeroporto di Lakeland Linder in Florida, sono una coppia di Lockheed WP-3D o P-3 ribattezzati Kermit e Miss Piggy nonché un Gulfstream IV-SP chiamato Gonzo. Ogni riferimento ai Muppet è voluto. Kermit e Miss Piggy sono progettati per volare direttamente dentro gli uragani. Nel dettaglio, i quadrimotore turboelica grazie alla strumentazione presente a bordo svolgono sia compiti di ricognizione sia, soprattutto, di ricerca. Possono, appunto, misurare struttura e intensità di un uragano come Milton e, in tempo reale, produrre previsioni. Spesso, le missioni prevedono un passaggio nel cosiddetto occhio del ciclone, al centro dell'uragano, affinché venga misurata la pressione. Gonzo, per contro, vola sopra e intorno agli uragani. L'obiettivo, in questo caso, è studiare i sistemi meteorologici che circondano una tempesta. Anche qui, per aiutare a prevederne il percorso. Gonzo, secondo quanto spiega la NOAA, ha volato intorno a (quasi) tutti gli uragani che hanno minacciato gli Stati Uniti dal 1997 a oggi.

Ogni volta che uno dei Lockheed è in missione, leggiamo, l'equipaggio rilascia delle sonde meteorologiche. Sempre nell'ottica di consentire agli esperti di prevedere l'intensità e il percorso della tempesta. Durante una delle ultime uscite, come dimostra un video divenuto virale in rete, la turbolenza a bordo si è fatta sentire con particolare forza. «Bumpy ride» ha sintetizzato, con ironia, sul proprio profilo X il centro operativo dei voli della NOAA. Detto degli aeroplani, e tenendo presente che la flotta verrà modernizzata nel 2030 con due C-130J Hercules, ad assistere i cacciatori di uragani ci sono anche due sistemi a pilotaggio remoto o, volendo adoperare l'acronimo, UAS. Dei droni, per intenderci, capaci di misurare temperature, pressione, vento, umidità sia degli uragani sia delle zone circostanti. Dispiegati dai Lockheed, possono rimanere in volo fino a quattro ore. La NOAA possiede due sistemi a pilotaggio remoto, l'Altius 600 e il Blackswift S0. Non finisce qui: alcune missioni degli Hurricane Hunters sono supportate dal 53° Squadrone di ricognizione meteorologica, noto anche come Air Force Reserve Hurricane Hunters. Di stanza alla Keesler Air Force Base (KBIX) di Biloxi, Mississippi, il 53° schiera un WC-130J Super Hercules per rilevare le tempeste nell'Atlantico, nel Pacifico, nei Caraibi e nel Golfo del Messico per conto dell'NHC.