I legami degli oligarchi russi
Case, ville, yacht. Diversi governi occidentali stanno mirando a sanzionare i beni degli oligarchi russi. E mentre l’invasione dell’Ucraina continua e la guerra non accenna a fermarsi, con forze russe e ucraine che continuano a combattere per il controllo di città e punti chiave, procede il congelamento di barche e conti degli oligarchi in molti paesi.
Da quando l'attacco russo è iniziato il 24 febbraio, Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea hanno ampliato la lista dei miliardari russi soggetti a sanzioni. Anche se, come si dice in questo articolo di Nbc News, non è certamente semplice avere una stima corretta dell’ammontare delle ricchezze di quella che è la classe dirigente russa. Ma non c’è solo questo: la spinta a smascherare i flussi nascosti ha cercato di fare luce negli angoli più oscuri della finanza e della politica, anche per quanto riguarda quel denaro dei ricchi magnati russi che va a finanziare politica o istituzioni occidentali.
Il caso Muraviev
Soldi, soldi, soldi. Segui i soldi e
capirai la verità (o parte di essa). Ed è così che si arriva a questa notizia:
Andrey Muraviev, definito dal Distretto meridionale di New York come un
«oligarca russo», lunedì è stato accusato di aver incanalato denaro straniero
nelle campagne politiche statunitensi. Si tratterebbe di donazioni illegali. Il procuratore degli Stati Uniti, Damian Williams ha
dichiarato: «Un cittadino russo ha tentato di influenzare le elezioni del 2018,
cospirando per elargire un milione di dollari dei suoi fondi esteri a candidati
e campagne. Ha tentato di corrompere il nostro sistema politico per promuovere
i suoi interessi commerciali. Il
Distretto Meridionale di New York si impegna a sradicare gli sforzi stranieri
per interferire con le nostre elezioni».
Ma chi è Muraviev?
L’anno scorso, una giuria di New York
aveva condannato Lev Parnas, un ex collaboratore di Rudy Giuliani, per aver
contribuito illegalmente alla campagna elettorale. Lunedì 14 febbraio, Andrey
Muraviev è stato incriminato come co-cospiratore di Parnas. Muraviev, 47 anni,
cittadino russo, è noto per essere stato la fonte delle donazioni e contributi
politici inoltrati per conto suo da Lev Parnas e Igor Fruman, ex soci dell’ex
avvocato di Trump Rudy Giuliani. I funzionari affermano che Muraviev abbia cercato
di influenzare le elezioni americane del 2018, complottando per inviare un
milione di dollari a candidati e campagne politiche, sperando di ottenere poi
come favore di rimando una facilitazione per la sua impresa.
Fruman, Parnas e Kukushkin: legami politici
Il nome di Andrey Muraviev era comunque
noto da prima che la sua incriminazione fosse resa pubblica. Questo perché Lev
Parnas, Igor Fruman e Andrey Kukushkin erano già stati precedentemente
incriminati. Muraviev era stato spesso menzionato, durante il processo
a Parnas e Kukushkin, come fonte di denaro straniero. Fruman si era dichiarato
colpevole, Parnas e Kukuskin sono stati ritenuti colpevoli l’anno scorso.
Gli arresti di Fruman e Parnas avevano suscitato scalpore nel 2019: i due uomini avevano lavorato a stretto contatto con Rudy Giuliani, all’epoca avvocato dell’allora presidente Donald Trump. Parnas è noto anche per aver aiutato Giuliani a indagare su Joe Biden durante le elezioni presidenziali del 2020.
Licenze per la vendita di cannabis
La storia risale alla primavera del
2018, quando Muraviev, Kukushkin, Fruman e Parnas avevano deciso di avviare
un'attività finalizzata all'acquisizione di licenze per la vendita al dettaglio
di cannabis e marijuana negli Stati Uniti. Come parte del loro piano, Muraviev aveva accettato di trasferire un
milione di dollari, attraverso una serie di conti bancari, a Fruman e Parnas
per contributi politici donati prima delle elezioni del novembre 2018.
Influenzare la politica
Lo scopo delle donazioni era
ingraziarsi i candidati che potenzialmente avrebbero potuto essere in grado di
aiutare Muraviev Kukushkin, Fruman e Parnas a ottenere licenze di cannabis e
marijuana. Per oscurare il fatto che Muraviev fosse di fatto il vero donatore
del denaro, i fondi sono stati inviati a un conto bancario aziendale
controllato dal fratello di Fruman. Il denaro di Muraviev è stato utilizzato
per rimborsare e finanziare donazioni politiche federali e statali in Florida,
Nevada e Texas e c’erano piani per usarlo per finanziare campagne a New York e
nel New Jersey. Le donazioni sono state
fatte, poi, a nome di Fruman e Parnas. Si ritiene che Muraviev sia in Russia.
Ciascuno dei due capi di imputazione contro di lui comporta una pena massima di
cinque anni di reclusione.
Oltre le influenze politiche.
Qualcosa in più sugli investimenti degli oligarchi russi
Oligarca è un termine che si riferisce
a persone molto ricche, che hanno accumulato denaro durante l’era
post-sovietica e che spesso hanno forti legami con Putin.
Mentre il mondo condanna l’aggressione russa in Ucraina, bisogna anche sapere che gli oligarchi, negli anni passati, hanno anche donato legalmente milioni di dollari a enti di beneficienza, musei e università.
Tra i molti beneficiari, come segnala il Washington Post, ci sono enti come il Guggenheim Museum, ma anche il MIT, il Moma, la Mayo Clinic. All'inizio di marzo, una petizione firmata da dozzine di gruppi ucraini, organizzazioni anticorruzione e attivisti invitato «tutte le istituzioni occidentali a interrompere ogni forma di cooperazione con entità e sponsor collegati al Cremlino».
In passato, Vladimir Potanin, uno degli uomini più ricchi della Russia, aveva donato milioni al Kennedy Center ed è stato anche un grande benefattore del Museo Guggenheim.
Dmitry Rybolovlev, invece, ha donato molti soldi alla Mayo Clinic. Ma di miliardari russi ce ne sono molti altri. Come Oleg Deripaska, che aveva progettato di contribuire alla costruzione di un impianto per l’alluminio nel Kentucky prima di sospendere l’investimento (qui il suo profilo).
Gli oligarchi russi che hanno subito sanzioni sono diversi e dispongono di parecchio denaro.
Non si riesce neanche a fare una stima della ricchezza complessiva. Il Consiglio Atlantico stima che ci sia 1 trilione di dollari di provenienza russa nascosto all’estero.
Secondo The Guardian ci sono anche diversi cittadini britannici con legami russi o doppia nazionalità che hanno legami con Boris Johnson, anche se il Primo Ministro è stato abbastanza esplicito nel dire: «Non raccogliamo soldi dagli oligarchi russi».
Su Forbes c’è un articolo che parla delle proprietà che appartengono agli oligarchi russi sanzionati: si tratterebbe di 62 proprietà detenute da 13 oligarchi.