Il cercapersone dorato che Netanyahu ha regalato a Trump
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Martedì, in occasione della sua visita negli Stati Uniti, il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu ha offerto in dono al presidente Donald Trump un cercapersone dorato. Di per sé, nulla di trascendentale: è usanza, infatti, che i leader politici dei vari Paesi si scambino regali durante gli incontri. Vladimir Putin, in questo senso, è famoso (anche) per i doni bizzarri che dà e riceve. Dicevamo del cercapersone: nulla di trascendentale se non fosse che l'oggetto è un chiaro riferimento all'operazione militare con cui, lo scorso settembre, Israele fece esplodere allo stesso momento migliaia e migliaia di cercapersone, walkie talkie e dispositivi elettronici appartenenti a membri di Hezbollah, in Libano e in Siria, uccidendo almeno 37 persone fra cui 12 civili.
In un primo momento, Israele non aveva rivendicato l'attacco nonostante più di un esperto e varie testate giornalistiche avessero indicato nello Stato Ebraico il responsabile dell'operazione. Lo stesso Netanyahu aveva confermato la responsabilità di Israele soltanto a novembre. L'Ufficio del primo ministro israeliano ha confermato che il cercapersone è, in effetti, un simbolo per celebrare quanto avvenuto lo scorso settembre ai danni di Hezbollah. Incastonato in una sezione di un tronco d'albero, il cercapersone è accompagnato da una placca: «Al presidente Donald J. Trump, il nostro più grande amico e più grande alleato».