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Il Colosseo chiude per JD Vance, è polemica a Roma

Si è conclusa la visita del vicepresidente degli Stati Uniti – Ma a far discutere non sono solo le strade chiuse per consentire il passaggio dell'ingente dispositivo di sicurezza
© KEYSTONE (EPA/ANGELO CARCONI)
Red. Online
20.04.2025 15:22

«È stato fantastico incontrare il primo ministro Giorgia Meloni a Roma. L'Italia è un Paese meraviglioso e un grande alleato degli Stati Uniti». Con queste parole, affidate a Instagram, si è conclusa la visita a Roma di James David Vance, in città con moglie e figli. Il vicepresidente degli Stati Uniti, questa mattina, ha incontrato Papa Francesco a Casa Santa Marta. «L’incontro, durato alcuni minuti, ha dato modo di scambiarsi gli auguri nel giorno di Pasqua», ha confermato la sala stampa vaticana.

Il viaggio di JD Vance in Italia ha combinato momenti istituzionali e di svago. Visite che hanno scatenato anche qualche polemica, per i disagi che soprattutto gli spostamenti del vicepresidente USA hanno comportato nella capitale italiana.

Ieri pomeriggio, sabato, il Colosseo è stato chiuso in anticipo, alle 17 anziché alle 19.15, per consentire a Vance e famiglia l'ingresso in forma esclusiva. Visita alla quale alla fine ha partecipato solo la moglie del vicepresidente USA, mentre Vance è rimasto a Villa Taverna.

La chiusura anticipata del Colosseo ha indignato i turisti rimasti «chiusi fuori». E ha indispettito anche il Codacons, il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori, il quale annuncia un esposto alla Procura della Repubblica di Roma. «Si tratta senza dubbio di una grave mancanza di rispetto nei confronti dei tanti turisti che avevano acquistato il biglietto e di coloro che erano in fila per accedere al Colosseo – spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi –. Vogliamo però capire se l'episodio possa anche configurare ipotesi penalmente rilevanti come la possibile interruzione di pubblico servizio a danno degli utenti. Per tale motivo martedì presenteremo in esposto alla magistratura capitolina chiedendo di aprire una indagine sul caso e valutare le relative responsabilità».

A Roma sono arrivate accusa anche dal quartiere Parioli, sede dell'ambasciata, in questi giorni sottoposto al piano di massima sicurezza e al dispositivo di protezione del vicepresidente: quaranta auto che, a ogni passaggio, hanno imposto chiusure stradali e deviazioni.

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