Il punto

Il futuro di TikTok, negli Stati Uniti, è nelle mani di Donald Trump

Dopo la sconfitta in appello ByteDance intende far valere le sue ragioni davanti alla Corte Suprema – La vicenda potrebbe trascinarsi oltre il 19 gennaio, data limite entro cui il colosso cinese dovrebbe vendere le sue attività in America, pena la messa al bando del social
© AP/Ted Shaffrey
Red. Online
07.12.2024 12:45

Ieri, venerdì, la Corte d'appello del District of Columbia, a Washington, ha respinto la richiesta di ByteDance – la casa madre di TikTok – di annullare l'oramai arcinota legge del Congresso che imporrebbe alla stessa ByteDance di vendere la «parte americana» della sua piattaforma. Pena, il bando del popolarissimo social negli Stati Uniti. A stretto giro di posta, il colosso cinese ha annunciato che avrebbe contestato la sentenza presso la Corte Suprema. Tradotto: legalmente parlando, la vicenda potrebbe trascinarsi oltre il 19 gennaio. Ovvero, la data limite entro cui ByteDance dovrebbe scorporare le sue attività in America. Questo significa che il destino di TikTok, nel Paese, sarebbe nelle mani del presidente eletto Donald Trump. Un tempo acceso sostenitore del divieto, il tycoon non solo nel frattempo è sbarcato su TikTok ma sembra apprezzarne le funzionalità.

L'idea di «far uscire» la Cina da TikTok, almeno negli Stati Uniti, è legata alla presunta influenza del Partito Comunista cinese su ByteDance e, di riflesso, sulla politica americana. Un problema, questo, emerso anche altrove: l'Unione Europea, ad esempio, ha appena ordinato a TikTok di conservare i dati relativi alle recenti elezioni in Romania. E questo perché, secondo alcune indiscrezioni, la piattaforma su richiesta di Mosca avrebbe promosso i video del candidato filo-russo Calin Georgescu. Tornando agli Stati Uniti, le scelte operate da Trump in vista del suo insediamento alla Casa Bianca sembrerebbero in contrasto con quanto fatto sin qui dall'amministrazione Biden. Se è vero che le principali scelte a livello di sicurezza nazionale, Mike Waltz e Marco Rubio, hanno sostenuto la legislazione che impone a ByteDance la vendita delle sue attività negli Stati Uniti, è altrettanto vero che Tulsi Gabbard e Robert F. Kennedy Jr. hanno difeso l'app. Addirittura, RFK Jr. ha pure minacciato azioni legali per motivi costituzionali. E ancora: Trump, durante il suo primo mandato, aveva avviato l'iter per vietare TikTok negli Stati Uniti ma, complice anche una forte attività lobbistica della stessa piattaforma, il presidente eletto sembrerebbe aver cambiato opinione al riguardo. Ha sostenuto, fra le altre cose, che un divieto di TikTok si tramuterebbe in una vittoria per l'attuale presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e per Meta. Il colosso di Mark Zuckerberg, agli occhi di Trump, è uno dei colpevoli della sua mancata rielezione nel 2020, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal. 

A questo punto, sarà interessante vedere se la Corte Suprema accoglierà o meno l'appello di ByteDance. Gli esperti, in merito, dubitano che la sentenza di ieri verrà annullata. È probabile che la legge verrà congelata per impedire che l'app venga chiusa prima dell'insediamento dello stesso Trump, rimandando ogni decisione quindi all'amministrazione in entrata. Per Trump, in ogni caso, sarà complicato impedire la vendita o, in alternativa, il divieto di TikTok a meno che non riesca a far cambiare idea al Congresso. Gli esperti consultati da ABC News, concludendo, hanno riferito di possibili scappatoie: il Dipartimento di Giustizia, ad esempio, potrebbe rifiutarsi di far rispettare il divieto o, ancora, il presidente eletto potrebbe spingere TikTok a fare ulteriori concessioni sul fronte della sicurezza.