I precedenti

Kennedy, Moïse, Palme e Rabin: quei leader uccisi dalle armi da fuoco

La morte di Shinzo Abe, ex primo ministro giapponese, ricorda quelle di molti altri politici
Marcello Pelizzari
08.07.2022 17:30

La morte di Shinzo Abe, l’ex primo ministro giapponese ucciso a colpi di arma da fuoco venerdì durante una manifestazione, ha provocato shock e commozione ovunque nel mondo. Il Paese, nel frattempo, è sprofondato in un mare di tristezza e sconforto. Anche perché non è abituato a simili eventi, considerando la legislazione sulle armi da fuoco. Altrove, invece, lungo il corso della storia diversi leader politici sono stati assassinati.

Il caso Kennedy

Il caso più famoso (e pubblicizzato) è indubbiamente quello legato a John Fitzgerald Kennedy. L’allora presidente degli Stati Uniti venne ucciso il 22 novembre del 1963 a Dallas, mentre viaggiava in una limousine scoperta lungo il percorso del corteo. L’assassino, Lee Harvey Oswald, venne arrestato meno di due ore dopo e ucciso due giorni dopo da Jack Ruby nella centrale di polizia della città texana, mentre stava per essere trasferito alla prigione della contea. Fu accusato pure dell’omicidio del poliziotto J.D. Tippit e dell’attentato al generale Edwin Walker. La morte di Kennedy diede vita a numerose teorie del complotto. L'America, di suo, ha una certa tradizione considerando l'assassino di Abramo Lincoln e l'attentato a Ronald Reagan nel 1981: John Hinckley Jr., uno squilibrato che con il suo gesto desiderava attrarre su di sé l'attenzione dell'attrice Jodie Foster, sparò all'allora presidente perforandogli il polmone sinistro. Hinckley Jr. è tornato in libertà lo scorso giugno: gli è stata riconosciuta la guarigione dall'infermità mentale e, secondo la giustizia americana, non rappresenta più un pericolo per sé e per gli altri.

La Svezia sotto shock

Dall’America alla Svezia, dove l’assassinio dell’ex primo ministro Olof Palme, il 28 febbraio del 1986, fece precipitare l’intera nazione in uno stato di paura e sgomento. Figura chiave della socialdemocrazia, Palme aveva 59 anni e venne freddato a Stoccolma, mentre rientrava a casa dal cinema assieme a sua moglie. Particolare: non aveva guardie del corpo. Nel giugno del 2020, quindi anni e anni dopo, la giustizia svedese ha indicato Stig Engström, un oppositore dell’ex leader di sinistra, quale principale sospettato. Tuttavia, Engström è morto nel 2000. Il risultato? Indagini chiuse, con tanti saluti alla speranza di ricostruire fatti e verità.

La morte di Rabin

Nel 1995, ancora, un’altra tragedia scosse la comunità internazionale. Il 4 novembre di quell’anno, infatti, il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin venne assassinato a Tel Aviv da un estremista ebreo in coda a una manifestazione per la pace. Rabin, appena sceso da un palco dove aveva pronunciato il suo discorso, fu raggiunto da tre colpi di arma da fuoco sparati da distanza ravvicinata. L’assassino, Ygal Amir, all’epoca dei fatti aveva 27 anni. La morte del leader laburista, un elemento di spicco nel campo della pace, complicò e non poco le trattative con i palestinesi.

L'attacco sikh a Indira Gandhi

Nel 1981 un altro assassinio prettamente politico provocò reazioni forti, anzi fortissime. Il 6 ottobre il presidente egiziano Anouar el-Sadat fu ucciso al Cairo mentre prendeva parte a una parata militare. L’ex capo di Stato fu assassinato da soldati islamisti, che lo accusavano di aver firmato un accordo di pace con il nemico giurato: Israele.

Dall’Egitto all’India, dove il 31 ottobre del 1984 si consumò la vendetta nei confronti di Indira Gandhi, uccisa a New Delhi dalle sue due guardie del corpo sikh, desiderose di rifarsi dopo l’attacco perpetrato dall’esercito indiano contro un tempio sacro alla comunità religiosa sikh. Il 21 maggio del 1991 anche il figlio di Gandhi, Rajiv, venne ucciso da un estremista tamil durante una campagna elettorale.

Moïse, un anno fa

La lista è lunga. E comprende anche Mohamed Boudiaf, presidente dell’Algeria ucciso ad Annaba, nel nord-est del Paese, il 29 giugno del 1992. A ucciderlo fu un membro delle sue guardie. In Pakistan, invece, il 27 dicembre del 2007 Benazir Bhutto – la prima donna dell’era contemporanea ad aver guidato un Paese musulmano – venne uccisa nel bel mezzo della campagna elettorale da un attentato suicida. L’anno scorso, il 7 luglio del 2021, il presidente haitiano Jovenel Moïse era stato ucciso a colpi di arma da fuoco in piena notte a Port-au-Prince, nella sua residenza. Ad assassinarlo era stato un commando armato di quasi trenta elementi che si erano spacciati per agenti antidroga statunitensi.

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