La fine della guerra in Ucraina transita dalla Confederazione
«Su richiesta dell’Ucraina, la Svizzera ha accettato di ospitare la prima conferenza ad alto livello sulla pace in Ucraina. I preparativi sono attualmente in corso. Data, luogo e Paesi partecipanti saranno comunicati a tempo debito».
Il portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha confermato al Corriere del Ticino la notizia che da alcuni giorni circolava con insistenza negli ambienti della diplomazia internazionale: la Confederazione ha accettato l’invito del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e organizzerà, probabilmente prima dell’inizio dell’estate, una conferenza di pace di alto livello sull’Ucraina alla quale saranno invitate da 80 a 100 nazioni.
La conferenza potrebbe svolgersi il 16 e il 17 giugno a Lucerna, ha scritto Bloomberg news rilanciando la notizia, «anche se non è chiaro quanti leader saranno presenti». Un punto chiave è infatti «la partecipazione della Cina», giudicata fondamentale da Berna «per rendere credibile l’iniziativa. Gli alleati dell’Ucraina considerano la presenza della Cina importante per il successo dell’incontro, data l’influenza che Pechino ha su Mosca».
L’intervista di Zelensky
Soltanto tre giorni fa, in un’intervista registrata durante una visita nella regione di Chernihiv (dove si era recato per visitare i lavori di fortificazione), Zelensky aveva ribadito di «sperare di poter fissare con la presidente Viola Amherd una data entro breve. Giorni, spero, nemmeno settimane. Ci aspettiamo di avere da 80 a 100 Paesi - aveva aggiunto - Questo è il numero di Stati, credo, che saranno in grado almeno di provare a costringere la Russia a una pace equa».
Subito Mosca aveva fatto sapere che, senza la sua partecipazione, una simile conferenza sarebbe stata «inutile». Incassando però l’immediata replica di Kiev: nessun invito alla Russia. Nella stessa intervista, Zelensky aveva spiegato di non avere ancora un elenco specifico di partecipanti, e a una domanda sul ruolo della Turchia - Paese che, anche di recente, si era proposto come mediatore - aveva risposto di essere grato verso il presidente Tayyip Erdogan per il suo sostegno e il suo desiderio di mediare, osservando tuttavia che la Turchia ha anche altri interessi e forti relazioni con la Russia. «La Turchia come mediatore non è sufficiente per noi - aveva detto Zelensky - è indubbiamente tra le nazioni che possono svolgere una missione di mediazione ma non la mediazione».
Contatti importanti
Secondo quanto riportato da Bloomberg news, Berna sarebbe «in stretto contatto con la Cina, l’India, il Brasile, il Sudafrica e l’Arabia Saudita. Oltre alle prospettive dell’Ucraina, della Russia e dell’Europa, è importante ascoltare anche il Sud del mondo, che giocherà un ruolo chiave nell’eventuale inclusione di Mosca nel processo di pace», ha confermato il portavoce del DFAE.
Finora, scrive l’agenzia americana, Pechino ha partecipato soltanto a uno degli incontri tenuti tra i consiglieri per la sicurezza nazionale e volti a gettare le basi per il vertice. «Alcuni Paesi hanno spinto affinché la Russia partecipasse anch’essa ai colloqui, ma Kiev vuole un ampio accordo sui principi chiave che dovrebbero costituire la base di qualsiasi futuro accordo prima di impegnarsi con Mosca». Una formula di pace, quella dell’Ucraina, che «prevede il rispetto dell’integrità territoriale e della sovranità del Paese, il ritiro delle truppe russe e la garanzia della sicurezza nucleare e alimentare».
Due mesi fa, la presidente della Confederazione Viola Amherd aveva giudicato «improbabile» la partecipazione della Russia al primo round di discussioni. Il consigliere federale Ignazio Cassis, parlando all’Assemblea generale dell’ONU, aveva tuttavia spiegato che una conferenza di pace sull’Ucraina avrebbe dovuto essere «necessariamente un evento globale. La conferenza avrà luogo a condizione che ci sia una forte partecipazione non solo di Paesi occidentali, ma anche del Sud globale: Cina, India, Sudafrica, Brasile, Australia. La Russia non entrerebbe nel merito di un congresso eccessivamente di parte», aveva aggiunto Cassis.
Fin qui, secondo quanto rivelato da Bloomberg news, sarebbero state almeno quattro le riunioni dei consiglieri per la sicurezza nazionale organizzate dall’Ucraina per costruire il sostegno alla sua formula di pace. L’ultimo di questi incontri si sarebbe tenuto a Davos, alla presenza del ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba. Determinante, come detto, sarà il ruolo della Cina. Oggi, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov è atterrato a Pechino per una serie di incontri che dovrebbero suggellare gli ottimi rapporti tra i due giganti asiatici. Da Washington, però, è rimbalzato il duro avvertimento della segretaria al Tesoro USA, Janet Yellen, la quale si è detta pronta a sanzionare aziende e banche cinesi che dovessero aiutare la macchina da guerra russa. «Siamo pronti ad agire se vedremo violazioni significative, soprattutto da parte di istituzioni finanziarie. Qualsiasi cosa riguardi aiuti alle forze militari russe nella loro guerra brutale contro l’Ucraina è inaccettabile», ha detto Yellen.