Il personaggio

La morte di Kravchuk e l'indipendenza di un Paese

Leader del Partito Comunista ucraino durante gli anni del declino dell'URSS, il primo presidente di Kiev è deceduto martedì a 88 anni
Sara Mauri
12.05.2022 19:40

Quando muore un ex presidente, se ne va anche un pezzo di storia. Soprattutto se, in qualche modo, amato o odiato, quel capo di Stato ha partecipato a eventi che hanno contribuito a modificare, anche in parte, il mondo. Questo è il caso di Leonid Kravchuk, il primo presidente dell’Ucraina dopo la dissoluzione dell’URSS, morto martedì a 88 anni. Leader del Partito Comunista ucraino durante gli anni del declino dell’Unione Sovietica, è stato testimone di quei venti di cambiamento che hanno caratterizzato tutta la fine degli anni ’80. Kravchuk ha svolto un ruolo fondamentale nel periodo di transizione post-sovietica, durante la dichiarazione di indipendenza dell’Ucraina dall’URSS. È l’uomo che ha accettato di rinunciare all’arsenale nucleare del suo Paese, prima di ricoprire la presidenza dell’Ucraina dal 1991 al 1994. La salute di Kravchuk era peggiorata l'anno scorso, dopo aver subito un intervento chirurgico al cuore.

La morte di Kravchuk arriva quando l’Ucraina, la nazione che ha contribuito a fondare, è minacciata da un’esistenziale guerra con la Russia.

La storia di Kravchuk

Nato il 10 gennaio 1934 nel villaggio di Velyky Zhityn, nella regione di Rivne, prima in Polonia e ora nell'Ucraina nord-occidentale, Leonid Makarovych Kravchuk era il figlio di un contadino ucciso durante la Seconda guerra mondiale. Aveva studiato economia politica all’Università nazionale di Kiev e, dopo essersi laureato, era diventato insegnante di economia politica a Chernivtsi, entrando poi nel Partito Comunista. Nel luglio del 1990 divenne presidente del Soviet Supremo ucraino e, con l’indebolimento del governo centrale di Mosca, iniziò ad avvicinarsi al movimento indipendentista ucraino. Nell'agosto del 1991, il destino dell'Unione Sovietica fu segnato dal fallimento del colpo di stato contro il suo presidente, Mikhail Gorbaciov.  Dopo il fallito colpo di Stato ad opera dei comunisti sovietici, Kravchuk espresse sostegno all’indipendenza ucraina. Eletto presidente nel 1991, perse poi la rielezione a favore di Leonid Kuchma nel 1994.

Il 24 agosto 1991, sotto la sua guida, il parlamento votò a favore dell'indipendenza dell'Ucraina. Il 1. dicembre la decisione venne ratificata da un referendum. E allora la bandiera rossa e blu della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina venne finalmente sostituita con la bandiera nazionale blu e gialla.

Eltsin, Kravchuk, Shushkevich e la fine dell’URSS

L’8 dicembre del 1991 Kravchuk aveva firmato insieme a Boris Eltsin e Stanislav Shushkevich, fisico nucleare e allora presidente della Bielorussia, un accordo di mutua assistenza che dichiarava che l’Unione Sovietica aveva cessato di esistere. Le entità centrali dell’Unione Sovietica non erano più fedeli al sistema.

Lo storico incontro si era svolto nella foresta di Belovezha, nell'attuale Bielorussia. Il blocco sovietico si stava già sgretolando – i recenti eventi avevano incluso un tentativo di colpo di stato in agosto contro il presidente sovietico, Mikhail Gorbaciov appunto, ma l’accordo firmato nella foresta della Bielorussia Occidentale aveva formalizzato lo scioglimento dell’URSS. Una settimana prima dell'accordo di Belovezha, Kravchuk era stato eletto presidente dell'Ucraina.

Kravchuk, fino a poco fa, era l'ultimo sopravvissuto dei tre leader che avevano firmato l'accordo del 1991. La morte di Kravchuk è arrivata una settimana dopo quella del primo presidente della Bielorussia, Stanislav Shushkevich, deceduto la settimana scorsa nella sua casa di Minsk, a 87 anni. Eltsin, invece, è morto nel 2007 all'età di 76 anni.

La Presidenza dell’Ucraina e l’arsenale nucleare

In quanto presidente, Kravchuk aveva accettato di trasferire su suolo russo le armi sovietiche ancora presenti in territorio ucraino. All'epoca, l'Ucraina era la terza potenza nucleare al mondo: aveva ereditato un enorme arsenale con la caduta dell’URSS. Bill Clinton, il presidente russo Boris Eltsin e il presidente ucraino Leonid Kravchuk, nel 1994, firmarono il Memorandum di Budapest, una dichiarazione trilaterale, un accordo in cui l’Ucraina accettò di rinunciare alle armi nucleari in suo possesso, ereditate con la dissoluzione dell’URSS, e di aderire al trattato di non proliferazione delle armi nucleari (NPT). In cambio, l’Ucraina ottenne garanzie per la sua sicurezza dagli Stati Uniti e dagli alleati europei. Il Memorandum forniva alla nazione rassicurazioni da Russia, Stati Uniti e Regno Unito contro qualsiasi uso della forza contro la sua sovranità e integrità territoriale. La Russia ha violato questo trattato nel 2014, quando ha annesso la penisola ucraina della Crimea, senza conseguenze particolarmente significative da parte della comunità internazionale.

Le trasformazioni dell’Ucraina

In questo articolo d’epoca del The Guardian si legge: «Gli ucraini ieri hanno votato a stragrande maggioranza per l'indipendenza della loro Repubblica, eliminando ogni ultima possibilità che l'Unione Sovietica possa sopravvivere come unione politica». La maggioranza dei votanti, un numero schiacciante di persone, aveva votato sì all'indipendenza ucraina. La strada verso l’indipendenza era iniziata. Questo voto è stato visto come il rifiuto ucraino di dare seguito agli sforzi di Gorbaciov per dissuadere l'Ucraina dal lasciare l'unione.

L'Ucraina deve molto al suo primo presidente, ma in patria la sua eredità è considerata controversa. Le promesse elettorali di Kravchuk si concentravano sulla promozione delle istituzioni democratiche e della prosperità economica. Mantenere quelle promesse è stato, però, difficile. Il Paese, con Kravchuk, ha dovuto affrontare un passaggio importante: da un'economia pianificata a un'economia di mercato, dalla dittatura di partito alla democrazia. Inutile dire che questa conversione non è stata certo semplice. L'inesperienza delle deboli istituzioni statali nella gestione del passaggio dal comunismo a un sistema di libero mercato ha alimentato la crescente delusione popolare. I problemi economici dell'Ucraina hanno causato un calo della popolarità politica di Kravchuk, spinto ad accettare elezioni anticipate. Ma l’Ucraina è sopravvissuta, nonostante gli errori. Nel 1994, Kravchuk perderà poi le elezioni presidenziali contro l'ex primo ministro Leonid Kuchma. Il voto presidenziale del 1994 e la conseguente elezione di Kuchma è stato un momento importante nell'era post-sovietica, poiché ha segnato il primo trasferimento pacifico del potere esecutivo in uno stato ex sovietico al di fuori dei Paesi baltici.

Il ritorno in politica

Nel 2020, Kravchuk viene nominato a rappresentare l'Ucraina nel Gruppo di contatto trilaterale, formato nel 2014 con la Russia e l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa nella speranza di trovare una fine diplomatica al conflitto con i separatisti sostenuti dalla Russia nella regione orientale del Donbass. Nel 2020, l’ex presidente era tornato dunque in politica per cercare di negoziare una soluzione come parte di un «gruppo di contatto» per il conflitto nell'Ucraina orientale.

In questa interessante intervista del 2020 di Atlantic Council, Leonid Kravchuk ripercorre i passi che hanno portato all’indipendenza dell’Ucraina e spiega gli equilibri sottili tra Mosca e Kiev dopo l’annessione della Crimea, fa il punto sulla NATO e parla della situazione in Donbass.

Le dichiarazioni e il cordoglio delle istituzioni

«Una triste notizia e una grande perdita», ha scritto l'assistente presidenziale Andriy Yermak sul suo canale Telegram. Kravchuk, secondo le parole di Yermak è stato «un saggio patriota dell'Ucraina, una figura davvero storica per l’ottenimento della nostra indipendenza».

Martedì, in un video discorso, Zelensky ha detto: «Leonid Makarovich sapeva quanto costa la libertà e con tutto il cuore voleva la pace per l'Ucraina». E ancora: «Otterremo la nostra vittoria e la nostra pace».

Il sindaco di Kiev Vitali Klitschko ha reso omaggio a Kravchuk su Telegram, aggiungendo che «stiamo ancora lottando per la nostra indipendenza e libertà», ma «conserveremo la sovranità e la libertà che abbiamo guadagnato più di 30 anni fa».

Oleksii Reznikov, Ministro della difesa dell’Ucraina, ha scritto su Twitter che, con la firma di Kravchuk all'accordo del 1991 per lo scioglimento dell'Unione Sovietica, «l'Impero del Male si è disintegrato». «Grazie per il pacifico rinnovamento della nostra Indipendenza. La stiamo difendendo ora, con le armi nelle nostre mani».

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