Guerra

«La Russia usa anche droni cinesi in Ucraina», e scattano nuove sanzioni

Gli Stati Uniti prendono di mira aziende del Paese asiatico, accusate di fornire armi e componenti ai partner russi – Pechino si difende: «False accuse, con Mosca normali rapporti commerciali»
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Michele Montanari
18.10.2024 12:30

Non solo droni iraniani e missili nordcoreani. La Russia contro l’Ucraina userebbe pure i droni cinesi. Lo sostiene il Dipartimento del tesoro statunitense, che ieri ha imposto sanzioni contro due fornitori di velivoli con sede in Cina e contro i loro presunti partner russi. È la prima volta che gli USA elevano misure restrittive nei confronti di aziende cinesi per aver fornito sistemi da combattimento completi al Paese di Vladimir Putin.

Il Dipartimento del Tesoro precisa di aver preso di mira tre entità (due cinesi e una russa) e un individuo (russo) per il loro «coinvolgimento nello sviluppo e nella produzione dei veicoli aerei senza pilota (UAV) da attacco a lungo raggio della serie Garpiya», schierati dalla Russia nella sua «brutale guerra» contro l'Ucraina. I velivoli in questione avrebbero distrutto infrastrutture critiche e causato numerose vittime. I droni verrebbero progettati e sviluppati da esperti con sede nel Paese asiatico, prodotti in fabbriche cinesi in collaborazione con aziende di difesa russe, per poi essere trasferiti e utilizzati al fronte.

Le società e la persona sanzionate, secondo gli USA, erano coinvolte nello sviluppo e nella produzione di equipaggiamento militare per un'azienda di difesa russa, già sanzionata dagli Stati Uniti.

Washington accusa da tempo la Cina di sostenere la Russia, soprattutto fornendo componenti tecnologici che potrebbero essere utilizzati pure nella fabbricazione di armi. Pechino ha sempre negato le accuse.

Gli Stati Uniti avevano già imposto sanzioni contro entità cinesi accusate di fornire componenti per la base militare-industriale della Russia, ma le nuove misure sono le prime che vanno a colpire società che producono direttamente sistemi di armi completi in partnership con aziende russe.

«La Russia fa sempre più affidamento sulla competenza di professionisti stranieri e sull'importazione di tecnologie sofisticate per sostenere il suo programma di armi e far progredire la sua campagna militare contro l'Ucraina. Continueremo a interrompere le reti che consentono l'acquisizione e l'uso di queste armi avanzate da parte della Russia», ha dichiarato il sottosegretario del Tesoro Bradley T. Smith.

Nello specifico, gli USA hanno sanzionato la Xiamen Limbach Aircraft Engine Co., con sede nella città costiera di Xiamen, per aver prodotto motori per droni per la serie Garpiya. La Redlepus Vector Industry Shenzhen Co., per aver collaborato con un'azienda di difesa russa e facilitato la spedizione di droni (e componenti per realizzarli) in Russia. La società russa in questione è la TSK Vektor (sanzionata a dicembre 2023), la quale fungerebbe da intermediaria tra la AO IEMZ Kupol (anch’essa sanzionata lo scorso dicembre) e i fornitori cinesi. Nel mirino delle autorità americane sono finiti pure il cittadino russo Artem Mikhailovich Yamshchikov, direttore generale e proprietario effettivo di TSK Vektor, e un'altra società di sua proprietà.

Stando alla Reuters, l'ambasciata cinese a Washington ha già negato le nuove accuse americane, affermando che Pechino sta gestendo in modo responsabile l'esportazione di prodotti militari.

«Gli Stati Uniti muovono false accuse contro il normale commercio della Cina con la Russia, proprio mentre continuano a riversare aiuti militari senza precedenti in Ucraina», ha affermato il portavoce dell'ambasciata Liu Pengyu, aggiungendo che «questo è il tipico doppio standard, estremamente ipocrita e irresponsabile» degli Stati Uniti.

Pechino si è sempre detta neutrale rispetto al conflitto in Ucraina, nonostante abbia approfondito i legami politici, economici e militari con Mosca. La Cina, oggi, è diventata la principale partner commerciale della Russia.