Grecia

La terra trema ancora a Santorini

Un'altra scossa, di magnitudo 4.6, questa mattina presto nel sud del Mar Egeo – La zona è teatro di un'intensa attività sismica, si spera in attenuazione
© KEYSTONE (EPA/ORESTIS PANAGIOTOU)
Red. Online
18.02.2025 10:59

La terra trema ancora nell'arcipelago delle Cicladi. Una scossa di magnitudo 4.6 è stata registrata alle 4.54 ora locale (le 3.54 in Svizzera) nel sud del Mar Egeo in Grecia. Secondo i dati dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) italiano e del servizio di monitoraggio geologico statunitense USGS, il sisma ha avuto ipocentro a 9 km di profondità ed epicentro non lontano dall'isola di Santorini.

Da oltre venti giorni, le due isole di Santorini e di Amorgos sono interessate da uno sciame sismico inedito nella storia greca. Tra il 26 gennaio e il 9 febbraio sono state registrate oltre 14.000 scosse, con epicentro nel braccio di mare tra Santorini, Amorgos, Ios e Anafi. «Dobbiamo necessariamente prepararci all'idea che tutto o gran parte del mese di febbraio andrà trascorso in una situazione simile», ha dichiarato a ERT il professore di Sismologia Kostas Papazachos. «Speriamo che il fenomeno perda gradualmente di intensità dopo un paio di settimane». Gli scienziati avvertono che l'attività sismica potrebbe durare per settimane o addirittura mesi. 

Le scuole di Santorini, Anafi, Ios e Amorgos rimarranno chiuse almeno fino al 21 febbraio. Le autorità sconsigliano grandi raduni al chiuso e la popolazione è invitata a stare lontana dalla costa e da qualsiasi pendio ripido dell'isola. Santorini e Amorgos sono state dichiarate in stato di emergenza, anche per accelerare l'erogazione degli aiuti governativi in caso di necessità. Intanto, secondo i media, più di due terzi degli abitanti di Santorini ha deciso volontariamente di lasciare l'isola. Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha esortato alla calma.

Sebbene Santorini sia un'isola vulcanica parzialmente sommersa e ancora attiva, le autorità hanno affermato che i terremoti sarebbero dovuti all'attività tettonica – un fenomeno che dipende dalle faglie – piuttosto che a quella vulcanica. «Non mi è chiaro il motivo di questa sequenza ripetitiva di terremoti», ha dichiarato David Pyle, vulcanologo dell'Università di Oxford. «È un vero rompicapo».

Niente panico, insomma. Ma sicuramente c'è preoccupazione. E si cercano risposte. Lo sciame sismico è iniziato all'interno della stessa Santorini, ma il focus sismico si è rapidamente spostato al largo dell’isola. Anche lo schema dei terremoti è diverso da una classica sequenza sismica. In genere, quando una faglia si rompe produce il suo terremoto più forte, la scossa principale, che è poi seguita da una serie di scosse di assestamento sempre più deboli. Ma in questo caso non c'è stata una scossa principale chiara. E la regione è stata colpita da una miriade di scosse di magnitudo simile. 

«In questo momento, si tratta di attività tettonica», ha spiegato Isobel Yeo, vulcanologa sottomarina al National Oceanography Centre di Southampton, come riferisce National Geographic. Si tratta di un fenomeno che dipende dalle faglie. Gli sciami sono spesso associati al movimento di fluidi, come l'acqua o l'anidride carbonica, attraverso le faglie. I fluidi che fuoriescono da una faglia e ne invadono un'altra possono essenzialmente forzare l'apertura di quella faglia e causarne la rottura. «Possono continuare a innescare terremoti semplicemente muovendosi», aggiunge Judith Hubbard, scienziata esperta di terremoti alla Cornell University.

Insomma, prevedere il futuro è impossibile. Lo sciame potrebbe improvvisamente estinguersi. Ma c'è anche la possibilità che possa verificarsi un'accelerazione verso un terremoto particolarmente forte. E la paura è di rivivere quanto accaduto il 9 luglio 1956, quando una scossa di magnitudo 7.8 colpì Amorgos: il più grande in Grecia nel XX secolo, che causò uno tsunami, danni infrastrutturali a più isole e decine di vittime.

«Questa storia non è finita», ha dichiarato Papazachos. «Sia le autorità che gli abitanti dovrebbero abituarsi a una situazione piuttosto spiacevole per un po' di tempo, potrebbero essere altri due o tre mesi».

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