L'ISIS rivendica l'attacco a Mosca
(In aggiornamento) L'ISIS ha rivendicato l'attacco armato a Mosca. I combattenti dell'ISIS «hanno attaccato un grande raduno... alla periferia della capitale russa Mosca», ha affermato il gruppo terroristico in un comunicato pubblicato su Telegram dall'agenzia di stampa Amaq, affiliata allo Stato islamico.
Subito dopo l'attentato, media americani avevano fatto sapere come l'ambasciata statunitense in Russia avesse avvertito all'inizio di marzo che non meglio precisati «estremisti» avevano piani imminenti per un attacco a Mosca. L'avvertimento era stato lanciato alcune ore dopo che i servizi segreti dell'FSB, il principale successore del KGB, aveva dichiarato di aver sventato un attacco a una sinagoga di Mosca da parte di una cellula del gruppo militante musulmano sunnita Stato islamico.
Ora si aggiungono nuovi dettagli. Secondo il New York Times, l'ambasciata degli Stati Uniti a Mosca aveva emesso un'allerta per avvertire che il suo personale stava «monitorando le notizie secondo cui estremisti hanno piani imminenti per prendere di mira grandi raduni a Mosca, tra cui concerti». La dichiarazione avvertiva gli americani presenti in territorio russo che un attacco avrebbe potuto avere luogo nelle 48 ore seguenti. Un avvertimento, secondo persone informate, riferito proprio all'attacco andato in scena oggi. Funzionari americani hanno escluso che l'avvertimento fosse legato a possibili sabotaggi ucraini: «Il Dipartimento di Stato non avrebbe usato la parola «estremisti» per avvertire di azioni ordinate da Kiev».
Ma secondo la CNN - che cita formi informate - Washington era andato oltre, avvisando Mosca del rischio di attacchi proprio da parte dell'ISIS-K, lo Stato islamico dell'Iraq e del Levante.
In Ucraina
Nelle scorse ore, la leadership russa, tramite il vice presidente del Consiglio nazionale di sicurezza russo Dmitry Medvedev, aveva immediatamente puntato il dito contro l'Ucraina. In un messaggio pubblicato sul suo canale Telegram, Medvedev aveva usato toni minacciosi: «Se fosse accertato che dietro ci sono terroristi del regime di Kiev dovranno essere tutti trovati e uccisi senza pietà. Compresi i leader dello Stato che ha commesso tali atrocità».
Kiev, nel frattempo, ha rilasciato tramite il proprio ministero degli affari esteri una dichiarazione in cui «respinge categoricamente le accuse che i funzionari russi hanno iniziato a muovere» secondo cui l'Ucraina sarebbe coinvolta nella sparatoria alla sala concerti Crocus. «Riteniamo che tali accuse siano una provocazione pianificata da parte del Cremlino per alimentare ulteriormente l'isteria antiucraina nella società russa, creare le condizioni per una maggiore mobilitazione dei cittadini russi affinché partecipino all'aggressione criminale contro il nostro Paese e screditare l'Ucraina agli occhi della comunità internazionale».
La dichiarazione prosegue esortando la comunità internazionale a respingere queste accuse e a «rafforzare il sostegno al nostro Paese nel contrastare l'aggressione criminale della Russia».
Niente esplosivi, una Renault Symbol
La Guardia nazionale russa, intanto, ha completato un'ispezione nei parcheggi del Crocus City Hall e ha riferito che non sono stati trovati esplosivi o ordigni. Lo riporta Ria Novosti. Secondo l'agenzia russa, i terroristi sarebbero inoltre fuggiti a bordo di una Renault bianca. Un fotogramma mostra la vettura sulla quale gli attentatori sarebbero arrivati alla sala concerti: una Renault Symbol con la carrozzeria bianca e il tetto nero.
È stato aggiornato, nel frattempo, il numero dei feriti nell'attacco: sono 145, ha fatto sapere la Tass citando la lista pubblicata dalle autorità sanitarie regionali. Secondo la stessa fonte fra le persone ferite e trasportate in ospedale nove sono in condizioni gravi.