Francia

Marine Le Pen condannata all'ineleggibilità

La leader dell’estrema destra francese è stata giudicata colpevole di appropriazione indebita di fondi pubblici – In appello, Le Pen potrebbe sfuggire all'ineleggibilità immediata, consentendole in teoria di candidarsi all'Eliseo, ma si tratterebbe di una corsa contro il tempo al fotofinish
©Thibault Camus
Red. Online
31.03.2025 11:03

(Aggiornato) La leader dell’estrema destra francese Marine Le Pen è stata giudicata colpevole di appropriazione indebita di fondi pubblici. Lo ha detto pochi minuti fa in aula la presidente della Corte giudicante, Bénédicte de Perthuis, la quale ha pronunciato la sentenza giunta al termine di un processo che, inevitabilmente, costituirà uno spartiacque nella politica transalpina. Tutti i funzionari eletti, compresa Marine Le Pen, sono stati condannati all'ineleggibilità con esecuzione immediata della pena. Le Pen, nello specifico, è stata condannata a quattro anni di carcere, di cui due non sospesi, e a cinque anni di ineleggibilità con effetto immediato. A rischio, dunque, la sua candidatura alle elezioni presidenziali del 2027: sebbene Marine Le Pen conservi il suo mandato di deputato del Pas-de-Calais, le conseguenze politiche della sentenza sono implacabili. In attesa di una decisione futura, non potrà presentarsi a nessuna elezione per un periodo di cinque anni, cioè fino a dopo le citate elezioni presidenziali del 2027.

Il presidente del tribunale ha detto che l'importo dell'appropriazione indebita riguardante Marine Le Pen ammonta a 474.000 euro, per le posizioni di quattro assistenti parlamentari. «Marine Le Pen è stata giudicata colpevole di appropriazione indebita di fondi pubblici per un importo di 474.000 euro», ha detto la presidente.

Il tribunale di Parigi ritiene che il caso abbia rappresentato una frode da 2,9 milioni di euro (2,76 milioni di franchi al cambio attuale) per il contribuente europeo, «facendo pagare al parlamento europeo delle persone che lavoravano in realtà per il partito» a livello nazionale e non a livello dell'UE.

Assieme a Marine Le Pen sono stati giudicati colpevoli altri 8 deputati e 12 assistenti parlamentari, questi ultimi accusati anche di ricettazione. Il Tribunale ha stimato che il danno totale è stato di 2,9 milioni di euro, facendo in modo che «il Parlamento europeo si facesse carico delle persone che lavoravano effettivamente per il partito» dell’estrema destra francese.

Tutti i funzionari eletti, compresa Marine Le Pen, sono stati condannati all'ineleggibilità. I nove europarlamentari, tra cui Le Pen, e i dodici assistenti parlamentari oggi dichiarati colpevoli al tribunale di Parigi hanno firmato contratti fittizi, nel quadro di un vero e proprio sistema di appropriazione indebita all'interno del Rassemblement National (RN, partito di estrema destra di cui Le Pen è leader), ha dichiarato la presidente del tribunale, Bénédicte de Perthuis, nel giorno della sentenza a Parigi. «È stato accertato che tutte queste persone lavoravano in realtà per il partito, che il loro deputato (di riferimento) non aveva affidato loro alcun compito» e che «passavano da un deputato all'altro», ha precisato la magistrata, aggiungendo che «non si trattava di mutualizzare il lavoro degli assistenti quanto piuttosto di mutualizzare le risorse dei deputati».

«Che le cose siano chiare: nessuno viene processato per aver fatto della politica, non è il tema. La questione è sapere se i contratti sono stati eseguiti o meno», ha sottolineato de Perthuis.

«Oggi, non è solo Marine Le Pen che viene ingiustamente condannata. È la democrazia francese che viene giustiziata», scrive sulla rete sociale X il presidente del Rassemblement National Jordan Bardella.  Nel messaggio pubblicato su X, Bardella aggiunge l'hashtag #JeSoutiensMarine (sostengo Marine).

Secondo l'agenzia di stampa France-Presse (Afp), il presidente del Rassemblement National ha raggiunto Le Pen al quartier generale del partito.

Condanne alla sentenza sono giunte anche da Russia e Ungheria. Per il Cremlino si tratta di una «violazione delle norme democratiche». «Le nostre osservazioni nelle capitali europee indicano che non esitano assolutamente ad andare oltre i confini della democrazia durante il processo politico». Così il portavoce del presidente russo Vladimir Putin, Dmitri Peskov, ha commentato il processo a Marine Le Pen stando a quanto riporta l'agenzia di stampa non governativa russa Interfax, secondo cui Peskov ha dichiarato che Mosca «non vuole interferire negli affari interni della Francia e non lo ha mai fatto», ma ha dichiarato che, a suo parere, «le norme democratiche vengono violate» per quanto riguarda Marine Le Pen e le elezioni presidenziali in Romania.

Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ha espresso solidarietà alla leader di RN. «Je suis Marine!» (sono Marine) ha scritto su X il primo ministro, riecheggiando lo slogan «Je suis Charlie» utilizzato per esprimere solidarietà al settimanale satirico francese Charlie Hebdo dopo l'attentato terroristico del 2015.

Il partito di Orban, Fidesz milita insieme a RN nel gruppo dei Patrioti al parlamento europeo.

Annunciato il ricorso

«Faremo appello»: è quanto annunciato dall'avvocato di Marine Le Pen, dopo la condanna dell'esponente del Rassemblement National (RN) nel processo sugli assistenti all'Europarlamento di Strasburgo.

L'appello presentato dall'avvocato di Marine Le Pen non ha tuttavia effetti sull'esecuzione immediata dell'ineleggibilità per cinque anni decisa oggi in tribunale. Secondo il quotidiano Le Figaro, stando ai termini abituali, il processo di secondo grado potrebbe tenersi almeno tra un anno e saranno necessari ulteriori tre mesi di attesa per la pronuncia del nuovo verdetto, ossia poco prima del voto presidenziale del 2027.

In appello, prosegue il giornale, Le Pen potrebbe sfuggire all'ineleggibilità immediata, consentendole in teoria di candidarsi all'Eliseo, in una corsa contro il tempo al fotofinish. Affinché ciò avvenga è tuttavia necessario che il processo si tenga in una tempistica particolarmente serrata e le condizioni di una candidatura in queste condizioni sembrano complicate. In caso di condanna in appello, a Marine Le Pen resterebbe poi il ricorso in Cassazione.

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