«Navi da guerra russe vicino agli USA»: verso una «Karibskij krizis» 2.0?
(Aggiornato) Una Karibskij krizis 2.0? Non proprio, anche perché non risultano basi o installazioni missilistiche russe a Cuba, come nel 1962 quando Stati Uniti e Unione Sovietica sfiorarono la Terza guerra mondiale. Washington, però, secondo quanto riferiscono Reuters e Associated Press, sta monitorando alcune navi da guerra di Mosca dirette nel Mar dei Caraibi. L'obiettivo di queste navi, secondo funzionari statunitensi che hanno parlato sotto anonimato, sarebbero delle esercitazioni militari.
La mossa del Cremlino, secondo le fonti consultate dalle due agenzie di stampa, farebbero «certamente» parte di una risposta, ampia, della Russia al sostegno militare e politico all'Ucraina da parte dell'America. Associated Press, nello specifico, ha scritto che Mosca non ha notificato a Washington queste esercitazioni. Esercitazioni che Reuters, dal canto suo, ha descritto come «un'intensificazione dell'attività navale e aerea vicino agli Stati Uniti».
La «manciata» di navi da guerra e di supporto russe potrebbe fare scalo a Cuba e, in seguito, in Venezuela, hanno aggiunto i funzionari. Entrambi i Paesi hanno storicamente mantenuto stretti legami con la Russia. La notizia di possibili, future esercitazioni militari russe in acque per nulla lontane dai confini statunitensi cade in un periodo quantomeno delicato. Il presidente russo Vladimir Putin, infatti, ha spiegato che Mosca potrebbe armare alcuni suoi alleati per attaccare obiettivi occidentali. In risposta, parola del leader del Cremlino, alla decisione dei governi occidentali di consentire a Kiev di usare le armi dei Paesi NATO per colpire obiettivi militari in territorio russo.
I funzionari citati da Reuters e Associated Press hanno sottolineato che la Russia sta pianificando vere e proprie esercitazioni nella zona. Detto, e ribadito, che Mosca non ha annunciato pubblicamente l'intenzione di tenere queste esercitazioni nel Mar dei Caraibi nelle prossime settimane, queste azioni – parola di uno dei funzionari interrogati – «culmineranno in un'esercitazione navale russa globale il prossimo autunno». Sul perché la Russia si stia concentrando su questo tipo di esercitazioni, i funzionari concordano: Mosca, dopo aver subito importanti perdite nel Mar Nero nell'ambito della guerra in Ucraina, intende proiettare la sua potenza navale nel mondo.
A poche ore di distanza dalle rivelazioni delle due agenzie di stampa, il Ministero delle Forze armate di Cuba ha annunciato che un distaccamento di varie unità navali da guerra russe arriverà mercoledì prossimo nel porto dell'Avana. Non solo, nel comunicato viene precisato che il gruppo, la cui «visita» si concluderà il 17 giugno, sarà composto dalla fregata Gorshkov, dal sottomarino nucleare Kazan, dalla petroliera della flotta Pashin e dal rimorchiatore di salvataggio Nikolai Chiker. All'arrivo, «da una delle navi verranno sparate 21 salve, in segno di saluto alla nazione cubana». Un gesto, leggiamo, che sarà ricambiato da una batteria di artiglieria della Fortezza di San Carlos de la Cabaña.
I marinai russi, riferisce per contro l'agenzia di stampa Prensa Latina, «realizzeranno un programma che, tra le altre attività, prevede un incontro con le autorità governative della capitale cubana e visite a luoghi di interesse culturale e storico». Secondo la nota ministeriale, infine, la visita «risponde alle storiche relazioni amichevoli tra Cuba e Russia», oltre a rispettare «le norme internazionali di cui Cuba è uno Stato parte. Le visite nell'isola di unità navali di altri paesi con cui Cuba mantiene rapporti di amicizia e cooperazione sono una pratica storica del governo cubano rivoluzionario».
Gli Stati Uniti, per contro, hanno reagito attraverso il portavoce del Consiglio alla sicurezza nazionale, John Kirby. Il quale, alla CNN, ha detto: «Monitoreremo attentamente le esercitazioni russe. Ma non rileviamo minacce alla sicurezza nazionale. Riteniamo che sia un messaggio della Russia, frustrata dal fatto che gli Stati Uniti sono riusciti a sbloccare nuovi fondi per l'Ucraina».