Il punto

Panico in Borsa: che cosa dovrebbe fare un piccolo risparmiatore ora?

Comprare o vendere? E che ne sarà dei fondi pensione? Sarà davvero recessione? Proviamo a fare un po' di chiarezza
©Ole Berg-Rusten
Red. Online
07.04.2025 14:45

Prima il Giovedì Nero. Poi il Venerdì Nero. Infine, il Lunedì Nero. Cambiano i giorni, non l'aggettivo per descrivere il caos generatosi sui mercati dopo l'introduzione dei dazi da parte dell'amministrazione Trump. I grandi indici borsistici, oggi, sono crollati fra l'8 e il 10%. Come ai tempi della pandemia, per intenderci. La Svizzera, con misure del 31%, non si è salvata: Zurigo, venendo alla Borsa, all'apertura ha fatto segnare un calo sensibile. E notevole. Ma che cosa sta succedendo, di preciso? Peter Tuchman, una delle leggende di Wall Street, ha spiegato al Blick che siamo di fronte a una «massiccia ondata di liquidazioni su scala globale». Qualcosa, ancora, «senza precedenti». Proviamo, in ogni caso, a fare chiarezza. Importante: l'articolo ha uno scopo puramente informativo e non intende consigliare o sconsigliare investimenti. 

Il peggio è alle spalle?

Innanzitutto, ogni risparmiatore ora come ora vorrebbe capire – e sapere – se la situazione peggiorerà o se il picco, in questo senso, è già stato raggiunto. Sui mercati, al momento, regna la paura. E il motivo, di per sé, è legittimo per dirla con l'analista Omar Brem della Banca Cantonale di Zurigo: i dazi, aggressivi, annunciati e introdotti da Donald Trump. «L'incertezza e il nervosismo sui mercati finanziari sono aumentati e continueranno ad aumentare» ha dichiarato l'esperto al Blick. «Non controllate il portafoglio questo fine settimana, non c'è più niente da fare» gli ha fatto eco Peter Tuchman. «Non so se la tempesta sia passata. Oso sperare di sì». 

Ma se ho delle azioni, che devo fare?

Dice il saggio che, in casi del genere, è bene non panicare. Lo stesso Brem, al Blick, ha provato a mostrare un certo ottimismo: «Dato che la porta dei negoziati rimane aperta, è consigliabile mantenere la calma e mantenere le proprie posizioni per il momento. Riteniamo che sia saggio osservare gli sviluppi nei prossimi giorni e agire solo quando la situazione sarà più chiara». Detto che i dazi-base del 10% sono entrati in vigore, quelli successivi – al 31% per la Svizzera – seguiranno dopodomani. 

E se comprassi azioni?

Altro adagio: «Il momento di comprare è quando il sangue scorre nelle strade». È davvero così? La tentazione, ha ribadito Brem al quotidiano zurighese, ora come ora è grande, ma «con questa elevata volatilità, il rischio principale è quello di generare costi di transazione». D'altro canto, «coloro che investono a lungo termine, che sono disposti ad assumersi dei rischi e che hanno nervi saldi possono prendere in considerazione l'acquisto». Di norma, ha aggiunto Thomas Stucki della Banca Cantonale di San Gallo, «i mercati reagiscono con forza al primo shock». I forti cali dei prezzi delle singole azioni, ad esempio nel settore tecnologico, «offrono opportunità agli investitori disposti ad assumersi dei rischi». Detto ciò, è ancora troppo presto per tornare sui mercati o rientrarvi.

C'è modo di proteggersi dalle perdite?

Il nervosismo sui mercati è diffuso, per dirla con Brem, «quindi è consigliabile rimanere diversificati all'interno del proprio profilo di rischio». Quindi l'aggiunta, sempre al Blick: «Chi sta già seguendo una strategia difensiva può approfittare di questa correzione delle valutazioni per assumere più rischio a un prezzo migliore». Il suo consiglio è di convertire una parte delle obbligazioni in azioni, perché la ripresa sarà ancora trainata dalle azioni.

Sono preoccupato per i fondi pensioni e la mia previdenza

Il Giovedì Nero e il Venerdì Nero hanno avuto effetti ad ampio respiro, inevitabilmente. Le azioni statunitensi, alla fine del 2024, rappresentavano il 72% dell'indice del mercato azionario mondiale. Ancora Stucki: «Dato che molti investitori, in particolare i fondi pensione, sono allineati a questo indice borsistico, l'esposizione alle azioni statunitensi sarà considerevole». I guadagni dei mercati azionari in Europa e in Svizzera dall'inizio dell'anno, scrive il Blick, sono stati annullati nel giro di due giorni. Tuttavia, «le obbligazioni sono diventate più preziose nei portafogli, poiché i tassi di interesse sulle obbligazioni sono scesi» ha indicato Stucki. «Di conseguenza, la correzione è stata finora moderata sebbene le cifre esatte non siano ancora disponibili».

C'era modo di proteggersi da Trump?

«I rischi politici sono difficili da prevedere e quindi da coprire» ha affermato, al riguardo, Brem. Stucki si è spinto oltre: «Non è possibile proteggersi dai rischi politici. Di solito questi eventi influenzano le azioni solo temporaneamente. L'andamento dell'economia globale è decisivo per la performance del mercato azionario. Dato che i dazi doganali possono avere un forte impatto sull'economia per un lungo periodo, dobbiamo tenere d'occhio questi sviluppi».

Dunque, sarà recessione?

Si vedrà, hanno affermato in coro analisti ed esperti. Da un punto di vista economico, è chiaro che i dazi sulle importazioni agiscono come una tassa sui consumi e, quindi, tecnicamente rallentano la crescita economica dal momento che i prezzi aumentano. Con la guerra commerciale ormai all'orizzonte, Trump in un certo senso si sta tirando la zappa sui piedi: «Le conseguenze maggiori saranno per la stessa economia statunitense», afferma Omar Brem. Sebbene gli Stati Uniti siano la più grande economia del mondo, le loro importazioni rappresentano soltanto il 13% circa del commercio mondiale di beni. Non finisce qui: anche se il presidente degli Stati Uniti ha brandito il suo spaventapasseri tariffario nel cosiddetto Liberation Day, «nel breve termine questo non sarà sufficiente a provocare una recessione globale» ha detto Brem. «Ciò che sarà decisivo sarà la reazione dei nostri principali partner commerciali. La Cina ha reagito con controtariffe del 34%, mentre Europa e Svizzera stanno ancora aspettando».