Il caso

Perché Donald Trump è una minaccia anche per il Mississippi

Gli ampi tagli dell'amministrazione del presidente americano all'agenzia federale per i disastri climatici rischiano di avere numerose ripercussioni sui fiumi degli Stati Uniti, già in condizioni critiche
©Gerald Herbert
Red. Online
30.04.2025 11:30

Anche il Mississippi potrebbe essere una vittima di Trump. Secondo un nuovo rapporto, gli ampi tagli dell'amministrazione del presidente americano all'agenzia federale per i disastri climatici e la deregolamentazione totale dei combustibili fossili (e non solo) potrebbero avere un impatto «catastrofico» su alcuni fiumi americani. Con conseguenti minacce di scarsità di cibo, acqua e mezzo di sussistenza per milioni di persone.

La situazione è piuttosto problematica. Come emerge dall'immagine annuale di American Rivers, «una miriade» di minacce – causate dall'uomo – sta mettendo a dura prova gran parte dei fiumi degli Stati Uniti. Tra le minacce, infatti, non ci sono solo inondazioni, siccità e altri eventi meteorologici estremi causati dalla crisi climatica, ma anche l'inquinamento industriale e la cattiva gestione dei fiumi. Tutti fattori, questi, che come riferisce il Guardian, i tagli normativi di Trump, inevitabilmente, peggioreranno. E, come anticipato, a pagarne maggiormente le spese sarà proprio il Mississippi. Uno dei fiumi più importanti – se non il più importante in assoluto – di tutti gli Stati Uniti. 

Basti pensare che il Mississippi attraversa ben 10 Stati, estendendosi dalle sue sorgenti in Minnesota, fino alla sua foce in Louisiana. Con i suoi 3.766 chilometri di lunghezza è considerato «la fonte primaria di acqua potabile» per più di 50 comuni. Oltre alle minacce per gli esseri umani, è bene ricordare che il Mississippi fornisce anche un habitat vitale per quasi 900 specie di pesci e animali selvatici, sempre secondo i dati di American Rivers.  A minacciare, nel lungo periodo, il fiume inoltre, ci sono anche il deflusso di sostanze chimiche –che ha portato a frequenti epidemie di alghe tossiche e a zone morte ipossiche nel Golfo del Messico –, l'innalzamento del livello del mare che sta accelerando la perdita di zone umide e l'intrusione di acqua salata, oltre alle siccità intermittenti. 

La base di partenza, inutile girarci intorno, non è delle migliori. E ora, i licenziamenti – in centinaia – all'Agenzia federale per la gestione delle emergenze (FEMA), unite alle richieste di Trump di abolire l'intera agenzia e il Programma nazionale di assicurazione contro le inondazioni, potrebbero aggravare una situazione già critica. 

Ma a preoccupare non sono solo le condizioni e le possibili conseguenze che interesserebbero il fiume più importante degli Stati Uniti. Lo smantellamento della FEMA, infatti, minaccia anche il recupero di diversi corsi d'acqua nella regione degli Appalachi meridionali, già gravemente danneggiati dalle piogge record e dai fortissimi venti dell'uragano Helene, che lo scorso settembre ha mietuto almeno 220 persone. Di più, tra i fiumi a rischio spiccano anche il Tijuana – in California e Messico –, il Passaic in New Jersey, il Rio Grande inferiore in Texas. E la lista è ancora lunga. Tra i corsi d'acqua minacciata ci sono anche il fiume Susitna in Arkansas, il Calcasieu in Louisiana e il bacino del fiume Clearwater in Idaho. «I nostri fiumi sono in uno stato delicato e le comunità sono ancora a rischio... Dobbiamo proteggere le case e le imprese da dighe fatiscenti e pericolose», ha dichiarato, interpellato dal Guardian, Erin McCombs, direttore della conservazione del sud-est di American Rivers. «È urgente finanziare la rimozione delle dighe e il ripristino dei fiumi per garantire la sicurezza pubblica prima della prossima tempesta».

Come ricorda il Guardian, insomma, sono necessari interventi di ingegneria e restauro su larga scala per salvaguardare i fiumi della regione, soprattutto in caso di future tempeste «sempre più irregolari e intense» a causa del cambiamento climatico. Il problema è che senza il giusto supporto non solo non si otterranno i risultati sperati, ma i danni saranno ancor più marcati. «Senza una forte leadership federale nella gestione del rischio alluvionale, le comunità lungo il fiume Mississippi - e in tutto il Paese - si troveranno ad affrontare minacce ancora più gravi a causa del peggioramento delle alluvioni», ha dichiarato, a tal proposito, Chad Berginnis, direttore esecutivo dell'Association of State Floodplain Managers. «È il momento di rafforzare il nostro impegno nazionale per la riduzione del rischio di alluvioni, non di abbandonarlo». Ma l'amministrazione Trump la pensa diversamente. 



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