Napoli

Rita De Crescenzo, la tiktoker del «caso Roccaraso» a processo per traffico di droga

I fatti risalgono al 2017, quando fu arrestata nell'ambito di un maxi blitz contro un clan di Napoli – «Sono cose del passato, volete sporcarmi ora che la mia vita è bella»
© Rita De Crescenzo
Red. Online
20.02.2025 17:01

Rita De Crescenzo torna nell'occhio del ciclone. La controversa Tiktoker napoletana – nota per il «caso Roccaraso», con l'organizzazione di duecento autobus verso la località sciistica – si trova ad affrontare una pesante accusa: il presunto coinvolgimento in un traffico e spaccio di droga nel centro di Napoli, legato a un clan della camorra.

La 45.enne che deve rispondere delle accuse davanti alla procura di Napoli. E come reagisce? Su TikTok: «Sono cose del mio passato, non fanno più parte della mia vita. Volete sporcarmi adesso che sto vivendo un momento bello. Sono cose vecchie, che io ho già raccontato. Dovete fare sempre casini, mo che è il mio momento. Lasciatemi in pace, in passato tutti quanti abbiamo fatti i peccati».

La donna è imputata in un processo, la cui udienza è stata recentemente rinviata, per una presunta rete di spaccio di droga nell'area del Pallonetto di Santa Lucia, nel centro di Napoli. Le accuse risalgono a fatti di anni fa e la tiktoker si è sempre dichiarata innocente, ribadendo anche nel suo video su TikTok di non aver mai spacciato, ma di aver «fatto uso» di droga in passato.

Una vicenda che risale a anni fa, per fatti sui quali la Corte di Cassazione aveva ritenuto infondate le contestazioni tanto da annullare per carenza di gravi indizi l’ordinanza di custodia cautelare in carcere che era stata emessa nei confronti di Rita De Crescenzo. L’inchiesta della Procura, però, è andata avanti, ne è nato un processo e si sta ancora celebrando il dibattimento di primo grado.

Ieri era in programma la requisitoria del pubblico ministero, l’udienza è stata rinviata per l’impedimento dell’avvocato di uno degli imputati. Se ne riparlerà in autunno.

L’inchiesta culminata nel blitz del 2017 aveva rivelato un inquietante spaccato di criminalità urbana. Il clan Elia, infatti, non soltanto imponeva estorsioni a raffica ai danni di commercianti e ristoratori della zona, soprattutto al Borgo Marinari, ma aveva allestito una rete di spaccio nella quale venivano coinvolti sistematicamente anche alcuni minorenni. Le indagini condotte dai carabinieri avevano rivelato che nel giro di spaccio c’era persino una bimba di appena otto anni, al quale la mamma pusher aveva affidato il compito di confezionare le dosi da vendere poi al dettaglio. Anche il figlio della stessa Rita De Crescenzo, su disposizione del gip che aveva firmato il maxi-provvedimento cautelare, dopo la retata fu affidato a un casa famiglia del Nord Italia.
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