Schiaffo alla coalizione di Governo, l’AfD sfonda in due Länder
ARD, primo canale della televisione pubblica tedesca, è partito proprio dalla Turingia: la notizia è infatti di quelle storiche; «Per la prima volta un partito politico estremista di destra, l’Alternative für Deutschland (AfD), è giunto primo in un’elezione statale». Al Parlamento di Erfurt la formazione sovranista è cresciuta secondo le prime proiezione di 10 punti arrivando al 33,8%. La situazione non è dissimile in Sassonia: anche qua si votava per il rinnovo del Parlamento statale e anche qua l’AfD ha fatto molto bene. Al netto della CDU, che è arrivata seconda in Turingia al 24%, tutti gli altri partiti tradizionali sono usciti dal voto con le ossa rotte. Secondo le proiezioni di domenica sera l’AfD sarebbe al 30,8% in Sassonia, seconda solo al partito moderato cristiano democratico (CDU) del Ministerpräsident uscente, Michal Kretschmer, al 31.8%.
L’affermazione di AfD era d’altronde stata prevista dai sondaggi: la vera novità della serata sono piuttosto le parole di Alice Weidel, co-presidente del partito a livello nazionale: «In entrambi i Länder, l’AfD ha ottenuto circa un terzo dei seggi parlamentari. Non possiamo essere ignorati e, naturalmente, pretendiamo di essere coinvolti nel governo. Qualsiasi altra cosa sarebbe un’eclatante mancanza di rispetto della volontà degli elettori». Weidel non mente, certo, ma nel pronunciarsi finge di ignorare due grandi ostacoli.
I due grandi ostacoli
Il primo: solo lo scorso maggio l’AfD è stata espulsa dal gruppo sovranista «Identità e Democrazia» al Parlamento europeo per alcune dichiarazioni controverse di suoi esponenti sul nazismo. Soprattutto in Turingia, dove è guidata da Björn Höcke, l’AfD è considerata una formazione xenofoba, razzista e addirittura nostalgica del Terzo Reich. Nessuno degli altri partiti si è detto disponibile a governare con loro.
Il secondo: l’AfD è un partito anti-sistema che ha sempre rifiutato ogni responsabilità di governo. A oggi, in una Germania forte di quasi 85 milioni di abitanti, l’AfD amministra solo un distretto locale, a Sonnenberg, in Turingia.
L’altra vincitrice e gli sconfitti
AfD, poi, non è l’unico vincitore di questa tornata elettorale. Sul fronte sovranista molto bene ha fatto anche il BSW, la lista che prende il nome dalla sua fondatrice Sahra Wagenknecht: il BSW avrebbe portato a casa il 15,5% in Turingia e il 12% in Sassonia, diventando il terzo partito più votato in ciascuna delle due regioni. Un risultato lusinghiero per una formazione fondata solo otto mesi da Frau Wagenknecht in polemica con il suo partito di provenienza: la Linke. Del partito social-comunista, il BSW eredita, anzi accentua, l’attenzione al sociale mandando invece in soffitta due temi cari alla sinistra: sia la solidarietà con profughi e migranti sia l’ecologismo. Temi che uniti a una linea filorussa, anti-ucraina, anti-Nato e no-vax fanno del BSW una versione di sinistra di AfD. Il dato politico è che la somma dei voti dei tre partit anti-sistema in Germania (AfD, BSW e Linke) sfiora il 50% in Sassonia e lo supera in Turingia.
La sfida futura
Formare un governo in ciascuno dei due stati sarà dunque una sfida fra CDU e BSW. Gli altri partiti possono solo sperare di fare da ruota di scorta. I socialdemocratici di Olaf Scholz, ad esempio, si sono fermati al 6,1% in Turingia e al 7,5% in Sassonia. Peggio hanno fatto i Verdi, usciti dal Parlamento di Erfurt, con un risultato sotto la soglia di sbarramento del 5%, mentre non si sa se entreranno in quello della Sassonia (in serata erano al 5,2%). Distrutti, infine, i Liberali all’1% in ciascuno dei due stati. I tre partiti bocciati domenica dagli elettori sono gli stessi che guidano il governo nazionale: così il segretario generale della CDU Carsten Linnemann ha potuto affermare al canale ZDF che il governo rosso-verde-giallo ha ricevuto «uno schiaffo in faccia» e i tre partiti della coalizione «devono chiedersi come possono fermare le loro politiche disastrose».
A dare le carte a Dresda e a Erfurt sono rimasti solo in due: i cristiani-democratici e il partito «rosso-bruno» BSW. Entrambi sono stati premiati dagli elettori ed entrambi puntano ora a governare. Ma Wagencknecht ha già spiegato che se da un lato è disponibile ad allearsi con la CDU, dall’altro non ha intenzione di rendere il lavoro facile. Perché se i governi dei Länder si occupano principalmente di scuole, strade e agricoltura, lei ha gia fatto sapere che prima di coalizzarsi vuole vedere dei cambiamenti nella politica nazionale della Germania. È facile immaginare che CDU e BSW riusciranno a mettersi d’accordo in tema di migranti economici e profughi. Sull’onda del recente attacco terroristico di Solingen i cui tre 60enni sono stati sgozzati per strada da un siriano a cui era stato negato il diritto d’asilo ma che non era stato espulso, lo stesso Governo Scholz ha proposto espulsioni più veloci degli asilanti respinti. Ma Wagenknecht vuole di più e chiede un cambio anche nella politica estera filoucraina della Germania: il suo partito chiede di fermare la cessione di armi a Kiev per far parlare invece «la diplomazia e la pace». Un problema difficile da affrontare sia per i partiti di Governo sia per la Cdu, tradizionale bastione del filo-atlantismo tedesco.