Il caso

Sempre più americani sono attratti dal Vecchio Continente

Claudio Albert, CEO di Helvetia Investmente Advisor: «Le tensioni sociali e politiche sono evidenti e preoccupano una parte importante della società statunitense»
©Jon Cherry
Generoso Chiaradonna
08.04.2025 06:00

Sempre più cittadini statunitensi si stanno interessando a come spostare al di fuori dei loro confini nazionali patrimoni e investimenti. Ne hanno scritto nelle scorse settimane il quotidiano Financial Times e altri giornali internazionali. È un fenomeno concreto intercettato anche dagli operatori finanziari svizzeri che hanno clientela statunitense e definito come Investment Migration. Questo ambito è stato per decenni un fenomeno di nicchia che riguardava essenzialmente famiglie o individui con un elevato patrimonio netto e residenti in regioni caratterizzate da forte instabilità politica o incertezza economica. Il fatto che gli americani - storicamente cittadini di un Paese con politiche stabili e una posizione geopolitica consolidata come guida dell’Occidente - stiano esplorando questa strada colpisce. «Per quanto sotterraneo e con numeri crescenti, è un fenomeno che vediamo anche noi», spiega Claudio Albert, direttore generale della società luganese Helvetia Investment Advisor (HIA). «Potrebbe apparire come un irrazionale e improvviso desiderio di diversificare i propri investimenti bancari in Europa sull’onda delle politiche economiche del presidente Donald Trump», continua Claudio Albert. «Non è solo questo. Ci sono anche forti tensioni sociali e politiche che preoccupano non poco parte della popolazione statunitense più attenta a possibili derive autoritarie e involuzioni democratiche», afferma da parte sua Giampaolo Bonalumi, managing partner e fondatore di Helvetia IA (HIA). La comunità LGBT, per citare una delle minoranze che si sentono minacciate dai discorsi anti-Woke che hanno fatto da sfondo all’ultima campagna presidenziale, non nasconde preoccupazioni in questo senso. E siccome le sensibilità LGBT sono trasversali a tutta la società americana e presenti anche nel mondo imprenditoriale, i primi a interessarsi a una possibile emigrazione sono proprio imprenditori e professionisti provenienti da questo ambito sociale.

FATCA compatibili

Per un cittadino statunitense e residente negli USA, non è facile aprire un conto bancario in Svizzera. Ci sono le regole FATCA (Foreign Account Tax Compliance Act) che impongono alle banche estere di comunicare tutti i dati delle cosiddette US Person. La vicenda dei patrimoni statunitensi detenuti presso istituti svizzeri ha creato non pochi problemi legali negli scorsi anni. «La normativa FATCA in realtà permette alle entità finanziarie straniere di operare con la clientela statunitense se si è preventivamente registrati presso la SEC, la Security exchange commission, l’omologa nordamericana della elvetica Finma», risponde ancora Claudio Albert.

Autorizzati dalla SEC

«La nostra società di gestione patrimoniale è tra quelle in Svizzera ad avere una licenza SEC, oltre a essere vigilata dalla Finma. Da pochi giorni, inoltre, abbiamo una presenza a Zurigo. Siamo dotati di una licenza analoga anche per quanto riguarda tre province canadesi. Questo vuol dire che il cliente statunitense, o in generale nordamericano che si rivolge a noi, riceverà tutta la reportistica fiscale per i suoi adempimenti legale con l’IRS (Internal revenue service)», aggiunge. In questo particolare periodo storico sono i capitali a cercare rifugio dall’instabilità creata dalle politiche di Donald Trump. Arriveranno anche le persone? «Siamo in una fase in cui si cercano, appunto, le informazioni su dove andare in Europa. La Svizzera è una meta appetibile per quanto riguarda le persone benestanti anche statunitensi. Noi non forniamo servizi di relocation (per famiglie e imprese), ma solo consulenza finanziaria. E già da questo si intuiscono tante cose che stanno cambiando dal punto di vista sociale negli Stati Uniti che non sempre vengono intercettate dai radar dell’opinione pubblica europea. La preoccupazione di parte della popolazione è reale», conclude da parte sua Gianpaolo Bonalumi.

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