Tom Brady, Gisele Bündchen e gli altri: il lato oscuro delle partnership cripto
Lo scorso autunno, quando la piattaforma per lo scambio di criptovalute FTX stava letteralmente implodendo, Tom Brady fece una telefonata urgente. Il quarterback, fresco di ritiro e capace, in carriera, di vincere sette volte il Super Bowl, chiamò Sina Nader, responsabile delle partnership in seno a FTX. Le cose, in azienda, si stavano mettendo male, molto male. Tant'è che, nel momento dello squillo, Nader era nel mezzo di una riunione di crisi con il fondatore della piattaforma, il discusso Sam Bankman-Fried. Impossibile rispondere.
«E non mi sarei mai aspettato di rifiutare una chiamata da Tom Brady» afferma ora il diretto interessato al New York Times, ricordando gli eventi – caotici – di quei giorni. Brady, d'altronde, voleva giustamente sapere che fine avrebbe fatto il suo accordo. In qualità di ambasciatore di FTX, aveva prestato il suo volto e il suo talento in diversi spot televisivi che lodavano l'affidabilità del servizio. Non solo, anche il suo denaro era in gioco: il contratto di sponsorizzazione da 30 milioni di dollari, firmato nel 2021, prevedeva che il pagamento avvenisse quasi interamente in azioni FTX. Anche l'allora moglie di Brady, Gisele Bündchen, pure lei testimonial dell'azienda, era stata pagata così per un totale di 18 milioni.
Alcuni esempi
FTX, come noto, è in bancarotta mentre Bankman-Fried deve rispondere di svariati capi d'accusa, fra cui la frode. Ma la vicenda, beh, rischia di farsi brutta anche per Brady e (ex) signora: un gruppo di clienti di FTX, infatti, ha chiesto un risarcimento alle celebrità per aver appoggiato la piattaforma.
L'esempio di Brady e Bündchen è, forse, il più eclatante. Ma non è il solo riguardante celebrità di ogni tipo, e spessore, attirate dai soldi facili e dall'hype che circonda le criptovalute. Il New York Times, al riguardo, ricorda come – in pieno boom delle cripto – personaggi come Paris Hilton, Snoop Dogg, Reese Witherspoon e Matt Damon abbiano parlato o investito in progetti di criptovalute. Avvicinando così il pubblico mainstream alle cosiddette valute digitali. Tutto molto bello finché i prezzi salivano e nessuno aveva da ridire, meno quando un colosso come FTX è appunto imploso.
Lo scorso ottobre, la Securities and Exchange Commission, l'ente federale statunitense preposto alla vigilanza delle borse valori, noto anche come SEC, ha ordinato a Kim Kardashian si pagare 1,26 milioni di dollari per non aver dato le necessarie informazioni quando ha deciso di appoggiare il token EthereumMax. A dicembre, invece, un avvocato della California ha citato in giudizio due società cripto, MoonPay e Yuga Labs, con l'accusa di aver utilizzato «una vasta rete di musicisti, atleti e clienti famosi» allo scopo di ingannare gli investitori sugli asset digitali. Ahia.
Altro giro, altre accuse: a marzo, la SEC ha puntato il dito contro l'attrice Lindsay Lohan, l'influencer Jake Paul e musicisti come Soulja Boy e Lil Yachty. Il motivo? Promozione illegale di criptovalute. A maggio, infine, è stato il turno di Shaquille O'Neal, ex stella della NBA, citato in giudizio per aver promosso a suo tempo FTX.
I problemi di FTX
FTX, per chi si fosse perso le puntate precedenti, era una delle piattaforme di scambio di criptovalute più grandi al mondo. Permetteva ai clienti di scambiare valute digitali con altre valute digitali o, in alternativa, con denaro «classico». Era dotata altresì di una criptovaluta natia, TLTRO. Il problema, se vogliamo, è che la società ha costruito la sua attività e il suo (finto) benessere sfruttando operazioni di trading tanto rischiose quanto illegali negli Stati Uniti. Alla testa dell'azienda c'era il citato Sam Bankman-Fried, un tempo enfant prodige delle cripto, noto per essere un fiero sostenitore dell'altruismo efficace, un movimento caritatevole che spinge chi vi aderisce a donare i propri averi in modi efficienti e logici.
I problemi, per FTX, cominciarono l'anno scorso, quando l'amministratore delegato di Binance, Changpeng Zhao, aveva venduto la sua quota in FTX allo stesso Bankman-Fried, ricevendo in cambio una serie di token di FTK. A novembre, Zhao seminò il panico dichiarando che avrebbe venduto quei token. I prezzi crollarono e gli investitori, spaventati, iniziarono a ritirarsi da FTX, provocando un buco di 8 miliardi di dollari. Binance, a quel punto, si offrì di salvare la società salvo poi fare marcia indietro. Costringendo FTX a dichiarare bancarotta l'11 novembre.
Le successive indagini del Dipartimento di Giustizia e della SEC si concentrarono sull'uso improprio dei fondi dei clienti da parte di FTX per sostenere Alameda Research, una piattaforma di trading di criptovalute co-fondata da Bankman-Fried. A dicembre, l'arresto dell'oramai ex fenomeno.
Rapporto simbiotico (e problematico)
La vicenda FTX, in un qualche modo, ha messo a nudo il rapporto, simbiotico ma anche problematico, fra le start-up tecnologiche e le celebrità. Da un lato, le prime offrono ai VIP la possibilità di mantenersi sul pezzo in termini di cultura digitale; dall'altro, le seconde aiutano le aziende in rampa di lancio a guadagnare subito terreno sul fronte della credibilità. Per tacere della possibilità di parlare a un pubblico più ampio.
FTX, in questo senso, è stata la più avida: non solo ha voluto le celebrità, ma ha preteso le migliori in circolazione. E Brady, in questo senso, era in cima alla lista. Anche perché il suo interesse verso le criptovalute sembrava non solo sincero, ma – se vogliamo – attivo. Nel 2021, infatti, Brady co-fondò Autograph, una piattaforma che aiuta le persone famose a vendere opere NFT. Autograph aveva raccolto oltre 200 milioni di dollari dagli investitori mentre Bankman-Fried era entrato nel Consiglio di Amministrazione. Brady e Gisele Bündchen, ancora, erano stati protagonisti di una campagna pubblicitaria da 20 milioni di dollari per FTX.
Con il crollo di FTX, a novembre del 2022, la valutazione della società (32 miliardi di dollari, compresi i 48 milioni di dollari in azioni della coppia Brady-Bündchen) andarono in fumo. Ad oggi, l'ex giocatore di football americano non ha mai commentato pubblicamente ciò che è successo alla piattaforma o il suo rapporto, stretto, con Bankman-Fried. Nader, quantomeno, lo richiamò al termine di quella riunione di crisi. «Era preoccupato» ricorda il diretto interessato. «La prima cosa che mi ha chiesto fu: Sina, come stai? So che ci hai messo anima e corpo». Gisele Bündchen, dal canto suo, a marzo aveva dichiarato a Vanity Fair di aver seguito ed essersi fidata del clamore suscitato dalle criptovalute e, in seguito, di essersi sentita spiazzata dal tonfo di FTX.