Stati Uniti

Trump ordina il licenziamento del personale antidiscriminazioni

Nel quinto giorno del secondo mandato, il presidente USA ha anche adottato una serie di misure anti-aborto
© KEYSTONE (AP Photo/Mark Schiefelbein)
Ats
25.01.2025 08:57

Ieri l'amministrazione Trump ha ordinato alle agenzie federali di chiudere tutti gli uffici che promuovono la diversità e la giustizia ambientale e di licenziare i dipendenti che vi lavorano, già in congedo forzato, entro due mesi.

Il licenziamento su larga scala di dipendenti federali incaricati di combattere la discriminazione all'interno dell'apparato statale avviene il quinto giorno del secondo mandato di Donald Trump, che nello stesso giorno ha adottato una serie di misure anti-aborto.

Tutti i rami del governo federale degli Stati Uniti - si afferma in una nota del ministero responsabile per i dipendenti pubblici - «devono adottare misure per porre fine, nella misura consentita dalla legge, agli uffici e agli impieghi» incaricati di promuovere la diversità e la giustizia ambientale «entro 60 giorni». Si tratta di un ulteriore passo avanti dopo la decisione presa mercoledì di mettere in congedo forzato tutti i dipendenti dell'amministrazione federale impegnati nei programmi Deia (diversità, equità, inclusione e accessibilità).

Ora, le agenzie federali «possono e dovrebbero» iniziare il processo di licenziamento di questi lavoratori. Il termine Deia si riferisce agli sforzi per reclutare persone provenienti da minoranze razziali o sessuali e contrastarli è diventato uno degli obiettivi dell'estrema destra americana.

La nota include anche il concetto di giustizia ambientale. Questa espressione corrisponde a «un trattamento equo e un coinvolgimento reale di tutti, indipendentemente dal loro reddito, razza, colore, origine nazionale, affiliazione tribale o disabilità» nel processo decisionale all'interno del governo federale. Nel suo primo giorno in carica, Donald Trump ha anche promesso di eliminare le politiche a favore delle persone transgender, affermando che gli Stati Uniti riconosceranno solo «due sessi, maschile e femminile».

Patto anti-aborto internazionale

L'amministrazione Trump ha inoltre compiuto la prima mossa anti-aborto sulla scena mondiale. Con un cable diplomatico, il segretario di Stato Marco Rubio ha incaricato la missione Usa di notificare a tutti i Paesi l'intenzione di rientrare nella cosiddetta 'Geneva Consensus Declaration'.

Si tratta di un patto anti-aborto globale lanciato dal tycoon nel suo primo mandato e sponsorizzato da sei Paesi (Stati Uniti, Brasile, Egitto, Ungheria, Indonesia e Uganda). Una iniziativa da cui Joe Biden si era ritirato. Lo scrive Politico, che ha ottenuto copia della direttiva.

Ora l'amministrazione Trump ha in programma di rientrare in un patto internazionale anti-aborto insieme a Paesi come Uganda, Arabia Saudita e Bielorussia, compiendo il primo passo formale per annullare le politiche sanitarie globali dell'era Biden.

L'iniziativa mira a limitare l'accesso e il sostegno globale agli aborti affermando che non esiste un diritto internazionale all'interruzione di gravidanza e quindi i Paesi non hanno alcun obbligo di finanziarlo o facilitarlo.

Hegseth a capo del Pentagono

Il Senato degli Stati Uniti ha confermato di misura la nomina di Pete Hegseth a segretario alla Difesa di Donald Trump, nonostante l'opposizione dell'intero campo democratico e di tre senatori repubblicani.

La nomina al Pentagono dell'ex maggiore dell'esercito e conduttore di Fox News, 44 anni, era stata duramente contestata a sinistra. Tre senatori repubblicani (Susan Collins, Mitch McConnell e Lisa Murkowski) hanno votato contro Hegseth, con un pareggio 50-50 che ha richiesto, per la seconda volta in assoluto, il voto decisivo per un candidato al gabinetto da parte di un vicepresidente in carica.

A far pendere l'ago della bilancia in favore di Hegseth, nonostante le accuse di abuso di alcol, molestie sessuali e altri dubbi sulle sue qualifiche per guidare il Pentagono, è stato quindi il numero due di Trump, J.D. Vance.

Messico pronto a collaborare sui migranti espulsi

Il governo messicano ha dichiarato di essere pronto a collaborare all'accoglienza dei suoi cittadini espulsi dagli Stati Uniti, ha affermato il Ministero degli Esteri in una nota.

«Accoglieremo sempre a braccia aperte i messicani nel nostro territorio», ha dichiarato il ministero dopo che la Casa Bianca ha annunciato che il Messico aveva accettato «quattro voli in un giorno» di cittadini espulsi.

Intanto, aerei militari statunitensi con a bordo decine di migranti sono arrivati in Guatemala, hanno riferito le autorità, dopo le espulsioni volute dal presidente Donald Trump.

In totale sono arrivati 265 guatemaltechi su tre voli, due operati dall'esercito e uno charter, ha affermato l'Istituto per le migrazioni del Paese centroamericano, aggiornando le cifre precedenti.

Giovedì negli Stati Uniti sono stati arrestati circa 538 immigrati clandestini, seguiti da altri 593 ieri. A titolo di paragone, sotto il predecessore di Trump, Joe Biden, i voli di espulsione venivano effettuati regolarmente, con un totale di 270'000 espulsioni nel 2024 (un record decennale) e 113'400 arresti, per una media di 310 al giorno.

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