L'analisi

Unionpay e le transazioni russe: la Cina come via di uscita?

Dopo l'addio di American Express, Mastercard e Visa la Russia è sempre più vicina al circuito cinese
Sara Mauri
10.03.2022 19:15

Da Netflix a Samsung, da Paypal a Microsoft, passando per Coca Cola e Mc Donald's, molte società hanno deciso di sospendere i servizi in Russia. Società di consulenza come KPMG e PricewaterhouseCoopers, Ernst & Young e Deloitte hanno optato per l’uscita dal Paese. Da oggi, dopo averlo annunciato nei giorni scorsi, anche Visa e Mastercard si adeguano al programma di sanzioni internazionali verso la Russia. American Express ha affermato che sospenderà le operazioni in Russia e in Bielorussia.

Come contromisura, le banche russe, in particolare Sberbank, Alfa Bank e Tinkoff Bank, stanno lavorando a un modo per riuscire a evitare ripercussioni date dal blocco di Visa e Mastercard, emettendo carte con il sistema di pagamento russo Mir e il circuito Unionpay. Mastercard e Visa infatti hanno annunciato che i clienti che possiedono una carta dei loro circuiti non potranno più effettuare pagamenti all’estero, ovvero fuori dalla Russia. Il discorso vale anche per i pagamenti verso l’estero effettuati online. Le carte Visa e Mastercard continueranno, invece, a venire accettate all’interno del Paese fino alla loro data di scadenza naturale. Sberbank ha affermato che le sue carte funzioneranno ancora «per prelevare contanti, effettuare trasferimenti utilizzando il numero di carta e nei negozi russi online». Questo perché i pagamenti interni russi vengono effettuati attraverso un sistema nazionale (Mir) e non dipendono da sistemi esteri.

Sono diversi gli istituti bancari russi ad aver compiuto questa scelta, secondo Blooomberg. Ma l’effetto più pesante si può riscontrare sui cittadini russi che si sono recati all’estero per affari o turismo e che sono impossibilitati a tornare nel proprio Paese prima del blocco. Molti paesi, infatti, hanno chiuso il proprio spazio aereo alle compagnie russe. Visa e Mastercard hanno dichiarato che tutte le transazioni avviate con le carte emesse in Russia, dal 10 marzo, non funzioneranno più al di fuori del Paese. L’unica via sarà aver prelevato contanti prima del blocco.

Il sistema Mir
Dopo analoghe sospensioni delle operazioni di Visa e Mastercard a seguito dell’annessione della Crimea, dal 2015 il governo russo aveva richiesto che tutte le transazioni di pagamento nazionali fossero elaborate all’interno del Paese: Mir è il circuito di pagamento fondato e gestito dalla Banca centrale della Federazione Russa, sviluppato in seguito alle sanzioni internazionali che il Paese aveva già sperimentato a partire dal 2014. Essendo un circuito di pagamento, Mir non emette direttamente le carte. Le carte di debito e di credito vengono rilasciate attraverso gli istituti bancari. Una carta Mir, per funzionare, si deve appoggiare a un circuito come Visa, Mastercard, Amex o, chiaramente Unionpay.

Le carte Mir potevano già comunque essere utilizzate in Turchia, Vietnam, Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Ossezia del Sud, Abkhazia e Cipro.

E Unionpay?
Unionpay, enorme colosso cinese di proprietà statale, è il circuito che garantisce la maggior parte delle transazioni in Cina, dove vige una sorta di monopolio virtuale su pagamenti con carte bancarie nazionali. In Cina Unionpay ha emesso più carte di Visa e Mastercard messe insieme. Relativamente conosciuto in Europa, secondo il sito web dell’azienda è diffuso in 180 Paesi.

Il sistema Unionpay è nato nel 2002, quando il Consiglio di Stato della Repubblica popolare cinese aveva deciso di avviare la fondazione di un sistema di pagamento nazionale, con l’appoggio della Banca popolare cinese.

UnionPay detiene il record per il numero di carte di plastica in circolazione ed è il più grande emittente di carte al mondo. Le carte Unionpay circolano prevalentemente in Cina, ma sono molto diffuse anche a Singapore e Hong Kong e nel Sudest asiatico. Circa dieci anni fa il magazzino londinese Harrods aveva installato un terminale Unionpay per le vendite ai turisti cinesi. La concorrenza all’interno del Paese arriva prevalentemente dai sistemi di pagamento digitali con cellulare, come WeChat Pay di Tenacent e da Alipay di Ant Financial. Visa e Mastercard controllano circa il 90% dei pagamenti di credito e debito nel mondo, al di fuori della Cina. Ma Visa e Mastercard non rappresentano un rivale sul mercato interno cinese, dato che hanno non poche difficoltà a entrare nell’enorme bacino di utenza.

Secondo l’agenzia media russa TASS, «alcune banche russe gestiscono già il sistema di pagamento UnionPay».  Parliamo di Rosselkhozbank, Pochta Bank, Gazprombank, Bank St. Petersburg, Promsvyazbank, Russian Regional Development Bank, nota anche come VBRR, Primsotsbank, Zenit e Sovcombank.

SWIFT e CIPS
Ma non c’è solo Unionpay. Gli Stati Uniti, il Regno Unito, l'UE e il Canada hanno rimosso i principali istituti di credito russi dalla piattaforma SWIFT. Dopo la faccenda dello SWIFT, un’alternativa possibile è il sistema di pagamento interbancario transfrontaliero CIPS, il metodo con cui le banche cinesi trasferiscono pagamenti in Yuan in tutto il mondo.

Pagamenti in Yuan
La Russia, quindi, guarda anche allo Yuan. Alcune società russe stanno iniziando ad accettare pagamenti nella valuta straniera cinese perché le sanzioni isolano la Russia dall’economia internazionale. Pare anche che molte aziende stiano aprendo conti correnti bancari cinesi. Le banche statali cinesi presenti a Mosca includono la Industrial & Commercial Bank of China, la Agricultural Bank of China, la Bank of China e la China Construction Bank.

E mentre le aziende occidentali si ritirano dal Paese, la Cina diventa sempre più fondamentale per la Russia. Quando non puoi usare il dollaro, l’euro o la tua valuta, non c’è altra scelta che guardare a Oriente. Una domanda fondamentale da porsi per il futuro: l’intensificarsi dei legami economici tra Mosca e Pechino potrebbe in qualche modo sfidare il predominio del dollaro americano all’interno di un contesto di commercio globale?

La Russia e la Cina sono sempre più vicine?
Due giorni fa, la Cina si era detta pronta a mediare e Wang Yi, il ministro degli Esteri cinese, aveva dichiarato che «quel che serve per risolvere questioni complesse è una mente fredda e razionale». La Cina non ha mai condannato apertamente l’invasione russa dell’Ucraina e ha affermato di opporsi alle sanzioni occidentali. Wang ha anche definito il rapporto con la Russia come un’intesa «solida come la roccia». La Cina, del resto, è il principale partner commerciale della Russia per le esportazioni e le importazioni. L’8 marzo, dopo le telefonate con Emmanuel Macron e Olaf Sholz, la televisione di Pechino ha trasmesso qualche informazione dai colloqui. Xi Jinping si è detto disposto a coordinarsi con l’Europa sulla situazione in Ucraina. E questo nonostante la posizione contraria alle sanzioni internazionali alla Russia. La Cina viene spesso descritta come possibile mediatore, tra Russia e Occidente, in questo conflitto.

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