USA a rischio default da giugno, quali le conseguenze?
Repubblicani e Casa Bianca sono alla ricerca di un’intesa sul limite del debito federale. Da giorni il mondo guarda a Washington con ansia, in attesa di capire se sarà possibile evitare una nuova crisi mondiale.
Che cos’è il limite del debito federale degli Stati Uniti?
Il limite del debito è la soglia ultima all’importo totale di denaro che il Governo federale degli Stati Uniti è autorizzato a prendere in prestito per adempiere ai propri obblighi finanziari. Poiché hanno un deficit di bilancio, ovvero spendono ogni anno più di quanto incassano in tasse e altre entrate, gli USA devono farsi prestare enormi somme per finanziare la propria macchina amministrativa, i programmi di sicurezza sociale e sanitaria, gli stipendi dei militari, gli interessi sul debito e altro ancora. Il Congresso (Camera e Senato) stabilisce la quantità massima di denaro che il governo federale può prendere in prestito - il limite del debito, appunto - fissata a 31,381 trilioni di dollari (un trilione equivale a mille miliardi), secondo quanto deciso alla fine del 2021.
Quando è stato raggiunto il limite del debito?
Gli Stati Uniti hanno raggiunto il limite del debito lo scorso 19 gennaio, giorno in cui la segretaria al Tesoro Janet L. Yellen, in una lettera indirizzata al Congresso, ha annunciato che il Governo avrebbe iniziato a usare le «misure straordinarie» volte a impedire la violazione dello stesso limite. Nella lettera, Yellen ha chiesto ai parlamentari di aumentare o sospendere il limite in modo che il Governo potesse fare fronte ai propri obblighi finanziari. «Il periodo di tempo in cui possono durare le misure straordinarie è notevolmente incerto, data la difficoltà di previsione dei pagamenti e delle entrate nei mesi futuri - ha scritto Yellen - Esorto rispettosamente il Congresso ad agire prontamente per proteggere la piena fiducia e il credito degli Stati Uniti».
Che cosa accadrebbe se il limite del debito non venisse revocato o sospeso? Quali sarebbero, cioè, le conseguenze di un «default» USA?
Nessuno sa esattamente cosa accadrebbe se il Governo degli Stati Uniti arrivasse al punto di essere inadempiente sul proprio debito e non fosse in grado di effettuare i pagamenti agli obbligazionisti. Gli economisti e gli analisti di Wall Street avvertono che un simile scenario sarebbe economicamente devastante; potrebbe infatti causare una profonda recessione negli Stati Uniti e, potenzialmente, provocare una crisi finanziaria globale. Se il Dipartimento del Tesoro non fosse in grado di effettuare pagamenti agli istituti di credito che detengono il debito federale - ciò che, tecnicamente, è definito default - gli investitori richiederebbero in futuro tassi di interesse molto più alti per prestare denaro al Governo. Questo minaccerebbe anche di destabilizzare i mercati obbligazionari a livello globale, perché i buoni del Tesoro USA sono ampiamente visti come uno degli investimenti più sicuri al mondo. Gregory Daco, il capo economista di EY-Parthenon, società di consulenza strategica globale di Ernst & Young, ha stimato che senza un aumento o una sospensione del tetto del debito prima dell’esaurimento delle misure straordinarie, la produzione economica negli Stati Uniti potrebbe subire un crollo del 5%.
A quanto ammonta, ogni anno, la spesa federale?
Pur essendo diminuita rispetto al massimo pandemico del 2021, la spesa federale si attesta a quasi 6 trilioni di dollari, ovvero poco meno del 24% del PIL (circa 24 trilioni di dollari nel 2021).
Che cosa determina una spesa così grande? E perché il Governo federale degli Stati Uniti ha raggiunto il limite ultimo del proprio debito? Di chi è la responsabilità politica?
Negli ultimi decenni, sia i Repubblicani sia i Democratici hanno approvato politiche di crescita del debito pubblico. Quando hanno controllato la Casa Bianca, i Repubblicani hanno ripetutamente deciso tagli alle tasse, determinando una forte riduzione delle entrate. I Democratici hanno invece ampliato i programmi di spesa che spesso non sono stati completamente compensati dagli aumenti delle imposte. Entrambi hanno poi votato grandi pacchetti di aiuti economici per sostenere famiglie e imprese dopo la crisi finanziaria del 2008 e dopo la recessione pandemica del 2020.
Quanto è davvero critica la situazione?
La possibilità che gli Stati Uniti vadano in default sul proprio debito già la prossima settimana è «crescente». Secondo un’analisi pubblicata ieri dal Bipartisan Policy Center (BPC) - un influente think tank che monitora attentamente la spesa federale - e ripresa da tutti i più importanti media americani, se il Congresso non alzasse o non sospendesse il limite del debito, il Governo di Washington potrebbe affrontare il «rischio elevato di rimanere senza contanti per pagare le proprie fatture tra il 2 e il 13 giugno. «All’inizio di giugno, il Tesoro pattinerà su un ghiaccio molto sottile, che diventerà sempre più sottile ogni giorno che passa - ha detto all’edizione online del New York Times Shai Akabas, direttore della politica economica del BPC - Certo, il problema con il pattinaggio sul ghiaccio sottile è che a volte cadi». E, sottinteso, finisci sott’acqua. In una lettera al Congresso, due giorni fa, la segretaria al Tesoro ha ribadito che la «data X» potrebbe arrivare proprio il 1. giugno. «Se il Congresso non riuscisse ad aumentare il limite del debito - ha scritto Yellen - causerebbe gravi difficoltà alle famiglie americane, danneggerebbe la nostra posizione di leadership globale e solleverebbe interrogativi sulla nostra capacità di difendere i nostri interessi di sicurezza nazionale».
È possibile un’intesa tra Democratici e Repubblicani?
Lunedì scorso il presidente Joe Biden e lo speaker della Camera, Kevin McCarthy, si sono incontrati faccia a faccia alla Casa Bianca per la seconda volta in due settimane nel tentativo di trovare un’intesa. Mettere limiti alla spesa futura in cambio dell’aumento del limite massimo di prestito di 31,381 trilioni potrebbe essere la chiave per concludere un accordo che consentirebbe ai Repubblicani di affermare di aver ottenuto importanti concessioni dai Democratici e a Biden di sostenere che la sua amministrazione non intende cedere alle richieste della parte avversa di annullare le politiche sociali e sanitarie.