Il punto

«Vieni a Mosca»: i presidenti degli Stati Uniti e le visite in Russia

L'accelerata annunciata da Donald Trump è accompagnata dalla promessa che il tycoon incontrerà fisicamente Vladimir Putin – L'ultima visita di un presidente USA risale al 2013, quando Barack Obama partecipò al G20 a San Pietroburgo
© AP/Evan Vucci
Marcello Pelizzari
12.02.2025 20:22

Donald Trump e Vladimir Putin si sono accordati, dunque. Con l'obiettivo, dichiarato, di arrivare a un cessate il fuoco in Ucraina. Con l'allargamento del conflitto, iniziato nel 2014, che sta per «compiere» tre anni, assistiamo a una vera e propria accelerazione. D'altro canto, il presidente degli Stati Uniti aveva promesso, già in campagna elettorale, di voler trovare una soluzione per la guerra di aggressione del suo omologo, Vladimir Putin.

La «lunga e altamente produttiva telefonata» fra Trump e Putin, ancora, avrà un seguito (anche) fisico. I due pesi massimi della politica mondiale, insomma, hanno accettato di incontrarsi. Il leader del Cremlino, nello specifico, ha invitato il tycoon a Mosca. Un cambio di orizzonte notevole, pensando che il predecessore di Trump alla Casa Bianca, Joe Biden, non ha parlato direttamente con la controparte russa per circa tre anni. 

L'ultima visita di un presidente statunitense in Russia risale al 2013, quando Barack Obama fu protagonista al G20. Archivi alla mano, il primo fu Franklin Delano Roosevelt, nel 1945 a Yalta, in Crimea, per l'omonima conferenza cui parteciparono Joseph Stalin e Winston Churchill. Durante la Guerra Fredda, Richard Nixon, Gerald Ford, Ronald Reagan e George Bush padre visitarono a più riprese l'Unione Sovietica mentre lo stesso Bush padre, Bill Clinton, George Bush figlio e il citato Obama sono stati, a loro volta, in Russia. L'ultima visita di Obama, fra il 5 e il 6 settembre del 2013, era legata come detto al G20 che, per l'occasione, si tenne a San Pietroburgo.

Steve Witkoff, che farà parte della squadra negoziale di Trump, ha spiegato che il rilascio del cittadino americano Marc Fogel, ingiustamente detenuto in Russia, è una chiara indicazione di quali siano le possibilità di trovare una soluzione al conflitto in Ucraina: «Penso che questo sia un segno di come il rapporto di lavoro tra il presidente Trump e il presidente Putin sarà in futuro, e di che cosa questo possa comportare per il mondo in generale, per i conflitti e via discorrendo. Penso che abbiano avuto una grande amicizia, e credo che ora questa amicizia continuerà, ed è una cosa davvero buona per il mondo».