Relazioni

Xi, Henry Kissinger e la strategia del «vecchio amico»

Pechino sta sfruttando canali diplomatici non ufficiali e figure allineate alla posizione del Dragone per influenzare il pensiero e le decisioni della Casa Bianca? Sembrerebbe di sì
Kissinger con Wang Yi. © AP
Marcello Pelizzari
20.07.2023 18:30

Henry A. Kissinger, a Pechino, è stato accolto come una star hollywoodiana. Tappeto rosso, sorrisi a profusione e perfino una promessa, pronunciata dal leader cinese Xi Jinping: «Il nostro popolo si ricorderà sempre di lei». Dove non sono arrivati, in precedenza, molti americani, beh, è arrivato il grande vecchio, cento anni ed evidentemente non sentirli.

Secondo gli analisti, le manifestazioni di stima e affetto riservate all'ex Consigliere per la sicurezza nazionale e Segretario di Stato degli Stati Uniti sarebbero un modo, per la Cina, di influenzare il pensiero della Casa Bianca. Sfruttando canali diplomatici non ufficiali e, soprattutto, figure più allineate alla posizione del Dragone, Paese che negli ultimi mesi ha avuto posizioni non poco contrastanti con l'amministrazione Biden.

Il «vecchio amico»

Xi e altri funzionari cinesi hanno definito Kissinger un «vecchio amico» e, va da sé, non si riferivano soltanto all'età anagrafica. Pechino, con questa visita, ha sottolineato una volta di più che, ai suoi occhi, una cooperazione con l'America fondata sul rispetto reciproco è possibile. Quasi auspicabile, addirittura. 

D'altro canto, la Cina ha giocato pure una doppia carta imprenditoriale: Bill Gates, pure lui amico di lunga data a detta di Xi, ed Elon Musk. Due visite attraverso le quali il Partito ha cercato di far capire, tanto a Washington quanto al mondo, quanto potrebbe essere rischioso minare relazioni economiche di lunga data. Con tutte le conseguenze del caso in ottica catene di approvvigionamento.

Sforzi, questi, che potrebbero aumentare, e tanto, considerando la strategia della citata amministrazione Biden, decisa a limitare la Cina a livello geopolitico e tecnologico, il tutto mentre a fatica i due Paesi stanno cercando di rilanciare la cooperazione sul clima. John Kerry, il delegato statunitense, al riguardo non è riuscito a strappare nuovi accordi mentre Pechino ha ribadito che gli attuali problemi nelle relazioni sono un ostacolo importante per la lotta al riscaldamento globale. 

La Cina, in particolare, auspica che gli Stati Uniti eliminino le restrizioni sul fronte tecnologico per le imprese cinesi e, ancora, smettano di sostenere Taiwan, interrompendo quella che Pechino considera una vera e propria ingerenza. I rapporti potrebbero deteriorarsi ulteriormente se l'amministrazione Biden dovesse limitare anche gli investimenti americani in aziende del Dragone attive nell'informatica quantistica, nell'intelligenza artificiale e nei semiconduttori. 

Il luogo non era casuale

Pechino, con una narrazione decisamente tipica e singolare, ha evocato spesso – al di là della visita – il periodo in cui Kissinger fungeva da Segretario di Stato. Un periodo che, di fatto, spianò la strada alla visita, storica, del presidente Richard Nixon in Cina nel 1972. Un'epoca, quella, definita d'oro dal Partito sul fronte delle relazioni bilaterali. Sette anni più tardi, grazie a quel viaggio vennero instaurati legami diplomatici. Molti funzionari cinesi, negli ultimi tempi, hanno affermato che gli omologhi statunitensi, come scrive il New York Times, dovrebbero imparare da Kissinger.

Non è un caso, fra l'altro, il luogo scelto per l'incontro di giovedì fra Xi e il grande vecchio: la villa numero 5 della Diaoyutai State Guesthouse, dove mezzo secolo prima Kissinger aveva incontrato il premier cinese Zhou Enlai. «Le relazioni tra Cina e Stati Uniti saranno per sempre legate al nome di Kissinger» ha dichiarato Xi in un video diffuso dall'emittente di Stato CCTV, mentre i due uomini sedevano fianco a fianco su lussuose poltrone color crema. «Le esprimo il mio profondo rispetto».

In un riassunto ufficiale dell'incontro, diffuso dai media di Stato cinesi, Xi ha aggiunto: «Spero che voi e le persone di buon senso negli Stati Uniti continuerete a svolgere un ruolo costruttivo nel riportare le relazioni tra Cina e Stati Uniti sul giusto binario».

Wang Yi, il più alto funzionario cinese per gli affari esteri, un giorno prima aveva riferito a Kissinger che la politica americana aveva bisogno di «saggezza diplomatica alla Kissinger e coraggio politico alla Nixon», secondo quanto comunicato dal ministero degli Esteri cinese.

Il rispetto delle regole, ma quali?

Detto di Kissinger, e di Gates e Musk, la Cina ha corteggiato pure Tim Cook e Jamie Dimon, altri due leader aziendali americani. Cook, amministratore delegato di Apple, durante la sua visita, lo scorso marzo, si è prestato a diversi selfie con alcuni ammiratori in un Apple Store di Pechino. Ha pure partecipato a un forum governativo sullo sviluppo. Il citato Musk, per contro, in Cina è stato salutato come un sostenitore dell'apertura commerciale con gli Stati Uniti.  

Xi, par di capire, intende non solo trattenere gli investitori e gli investimenti stranieri in Cina. Ma, come detto, dimostrare agli Stati Uniti quanto sarebbe pericoloso interrompere i legami commerciali fra Pechino e Washington. Spostandoci sul discorso politico, il leader politico sta promuovendo una strategia particolare: puntare su chi può agire fra le pieghe delle tensioni attuali e, soprattutto, riconoscerne i meriti laddove dimostri la volontà di cooperare con la Cina e il rispetto delle regole. Quelle, ovviamente, stabilite dalla stessa Cina.

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