«Non mi sorprende affatto che l'abbiano accompagnata fin lassù...»
«Guardi, non mi sorprende affatto la presenza dei cosiddetti accompagnatori. Fermo restando che bisogna ancora capire se, effettivamente, la ragazza morta lavorava nel mondo della prostituzione…». Chi parla opera nel settore da anni. Ci chiede di restare anonimo quando lo chiamiamo per domandargli se conosceva la 21.enne rumena uccisa domenica mattina dal 27.enne di Lodrino nel suo rustico in montagna, dopo un litigio, come abbiamo anticipato lunedì. La giovane è stata portata nel paese rivierasco da due suoi connazionali, nel frattempo già sentiti dagli inquirenti coordinati dalla procuratrice pubblica Chiara Buzzi quali persone informate sui fatti. Sono stati sempre loro ad allertare la Polizia cantonale dopo che la ragazza non rispondeva né al telefono né ai messaggi WhatsApp. Temevano che fosse successo qualcosa, come purtroppo è stato.
Prassi odiosa
Il nostro interlocutore afferma che capita molto spesso che le «artiste» provenienti dalla Romania siano «gestite», per così dire, da persone che conoscono. Solitamente si tratta dei fidanzati. A volte capita che siano il padre oppure il fratello. Almeno così dicono, probabilmente perché imboccate in tal senso. La tratta di esseri umani è infatti un reato punito in Svizzera dall’articolo 182 del Codice penale. Secondo la definizione adottata a livello internazionale, l’odiosa prassi consiste nel reclutare, offrire, trasferire, procurare, ospitare o accogliere esseri umani con lo scopo di sfruttarli. «Nient’altro che una forma moderna di schiavitù: sotto costrizione, le persone vengono sfruttate nella prostituzione, come forza lavoro o nell’accattonaggio. Si parla di tratta di esseri umani, se una persona viene adescata, procacciata e sfruttata con la violenza, l’inganno, la minaccia o la coazione», si legge sul sito dell’Ufficio federale di polizia.
Quelle brutte storie
L’uomo che abbiamo interpellato ci spiega che succede che queste persone aspettino le prostitute dopo la chiusura dei locali, a notte inoltrata, proprio all’esterno degli stessi. Non sappiamo per quali motivi, ma possiamo immaginarlo. Forse per controllare quanto hanno incassato durante il giorno? «Mi sono state raccontate brutte storie da queste ragazze. Parlavano di maltrattamenti. Di schiaffi. E questo appena salite nelle vetture. Le ho invitate subito a denunciare l’accaduto, che l’avrei aiutate. Ma non l’hanno fatto. Chissà come mai?», chiede retoricamente il nostro interlocutore. Il quale preferisce non aggiungere altro in attesa che l’inchiesta sul femminicidio di Lodrino faccia il suo corso.