Perché questa notte gli Stati Uniti hanno colpito in Siria

Mentre la guerra in Medio Oriente è entrata nel 21. giorno, permane il rischio di un allargamento del conflitto. Nella notte, jet militari americani hanno attaccato gruppi di militanti sostenuti dall'Iran che avevano colpito truppe USA nel Paese e in Iraq all'indomani degli attentati del 7 ottobre in Israele. Lo ha annunciato il Pentagono in una nota. L'esercito USA ha lanciato attacchi aerei su due località nella Siria orientale collegate al Corpo delle Guardie rivoluzionarie iraniane. Gli attacchi sono stati sferrati da caccia F-16 vicino ad Abu Kamal, città siriana al confine con l'Iraq.
L'operazione nella zona orientale siriana, ha dichiarato il segretario alla Difesa Lloyd Austin, «è la risposta agli attacchi portati avanti da gruppi sostenuti dall'Iran nei confronti di personale americano in Iraq e in Siria». Il Pentagono parla di «attacchi di precisione di autodifesa».
Almeno 21 soldati americani, secondo la Casa Bianca, hanno subito «ferite lievi» in attacchi di droni da parte delle milizie filo-iraniane in Iraq e Siria. Un appaltatore civile impiegato dagli Stati Uniti è morto di infarto mentre si riparava dagli attacchi filo-iraniani. Nell’ultima settimana le truppe statunitensi hanno dovuto affrontare almeno 12 attacchi in Iraq e quattro in Siria da parte di gruppi associati all’Iran. Ieri, la base militare di Al-Shaddadi ad Al-Hasakah, in Siria, che ospita militari americani, è stata presa di mira dalla fazione chiamata Resistenza islamica in Iraq. La base è stata raggiunta da «una serie di missili che hanno colpito direttamente i suoi obiettivi», si legge nella dichiarazione della fazione. La Resistenza islamica in Iraq ha anche annunciato di avere preso di mira con un drone la base di Ain al-Assad nella città di Anbar, nell’Iraq occidentale, già colpita, come l’altra, negli scorsi giorni.
Lloyd Austin ha assicurato che gli USA non cercano il conflitto né hanno «l'intenzione o il desiderio di partecipare a ulteriori ostilità». Ma «se gli attacchi iraniani contro le forze statunitensi continueranno, non esiteremo a prendere le misure necessarie per proteggere il nostro popolo». Il segretario alla Difesa ha soprattutto chiarito che questi attacchi non sono legati alla risposta degli Stati Uniti al conflitto tra Israele e Hamas, domandando a tutti i Paesi di evitare di adottare misure che potrebbero contribuire alla diffusione della guerra in altre regioni.