Portofino, da approdo dei VIP all’isolamento

Con una lunga camminata abbiamo raggiunto la celebre località del Levante ligure, rimasta tagliata fuori via terra dopo la mareggiata di fine ottobre
Sguardo verso Portofino.
Nicola Bottani
Nicola Bottani
15.11.2018 06:17

PORTOFINO – Il suo porto, nella bella stagione, è un approdo frequentatissimo. I megayacht e le barche a vela di VIP e ricchi – Giorgio Armani, Dolce & Gabbana, Marco Tronchetti Provera, sceicchi arabi e via elencando – sono ormeggiati l'uno di fianco all'altro senza che fra gli scafi possa passare uno spillo. Alcuni sono così monumentali da stonare per dimensioni con le case che ne contornano il piccolo golfo. Portofino è sinonimo di località tipica ligure e di lusso. Esserci, quindi, è un must sia per i VIP sia per i turisti, anche perché questo piccolo paese in effetti è una perla che offre scorci impareggiabili. Diciamocelo: Portofino è davvero bella e non per niente uno dei modelli più recenti della mitica casa automobilistica Ferrari ne porta il nome.

La mareggiata che alla fine di ottobre ha spazzato la Liguria da Levante a Ponente ha però cambiato tutto anche a Portofino. In automobile e con i mezzi pubblici la si poteva raggiungere da Santa Margherita Ligure percorrendo una strada stretta a tratti e tortuosa lungo tutta la sua lunghezza che è stata distrutta dalle onde di un mare la cui furia molti non ricordano di aver mai vissuto. A memoria d'uomo, certo. Fatto sta che ora Portofino appare tagliata fuori dal mondo. Gli alunni che devono raggiungere le scuole di Santa Margherita possono contare su un'imbarcazione della Capitaneria di Porto per andare e tornare da casa e seguire le lezioni. E per gli altri abitanti di Portofino è a disposizione un servizio di battelli-navetta, sempre via mare. Pure i rifornimenti non possono che passare da lì.

Ma come può fare chi volesse visitare Portofino da turista, di questi tempi e fino a quando la strada non sarà ricostruita, possibilmente con la sua passerella pedonale a pochi metri d'altezza sul mare, passerella che permetteva di raggiungerla pure a piedi? Semplice, si deve passare dalle stradine e dai sentieri del Monte di Portofino, un parco naturale tutelato che è anch'esso una piccola meraviglia per gli appassionati di passeggiate e camminate. Dal centro di Santa Margherita, passo dopo passo, saliamo alla frazione di Nozarego, e da lì raggiungiamo il Mulino del Gassetta, punto di ristoro e ristorante dal quale scendiamo poi verso Portofino. L'ultima parte del cammino è costituita da decine di scalini in pietra che mettono a dura prova le ginocchia, in discesa. E che poi in salita fanno riscoprire ogni singolo muscolo delle gambe, mentre le ginocchia non si sentono più perché passate a miglior vita. Perlomeno all'apparenza. Fra andare e venire, una quindicina di chilometri – abbiamo fatto qualche divagazione qua e là per ammirare panorama e curiosità della natura come la Puddinga di Portofino, conformazione rocciosa tipica di queste parti e che ricorda un pudding – e quattro ore abbondanti di camminata, inframmezzate da una pausa ristoratrice al Mulino del Gassetta.

Si è parlato e anche molto della mareggiata, qui in Liguria e non solo. Ma mareggiata significa tempesta e tempesta significa vento forte e pioggia intensa. Ecco allora che pure il Monte di Portofino è stato messo a dura prova: il fango ha invaso sentieri e stradine e alcuni tratti dall'acqua sono stati proprio cancellati. Però, non si è rimasti a piangere sui danni e qui ci si è messi subito al lavoro per ricostruire quel che gli elementi della natura hanno danneggiato. Qua e là incontriamo squadre di operai composte da italiani, rumeni e sudamericani dai tipici tratti da indio, ci pare di capire impiegati da cooperative della zona. Gli operai ci danno dentro sodo per riparare i cammini, costruire rampe per facilitare l'accesso di veicoli a motore leggeri e liberare le stradine, queste ultime adatte però a vetture piccole come le Fiat Panda o mezzi come l'Ape Piaggio, perché larghe quanto basta e nulla più. Fatto sta che i contatti via terra con Portofino, bene o male, devono essere riallacciati.

Portofino è famosa per la sua piazzetta e quando vi arriviamo – ma già dall'alto vediamo la colonna di fumo – scopriamo che proprio lì è stato acceso un falò per smaltire tutto quanto è costituito da legno. Rami, tronchi, porte, intelaiature di finestre alimentano il fuoco. E buonanotte, se non è il metodo più rispettoso dell'ambiente. Il porto è vuoto, la gente che vi risiede e lavora cerca di fare di necessità virtù, un cappuccino al bancone del bar fa un euro e venti centesimi, prezzo che non ricordiamo così basso quando l'avevamo sorseggiato in alta stagione. In ogni caso è una Portofino praticamente deserta come deserto è il suo porto. Il tempo di qualche fotografia e poi via, in salita verso il Mulino del Gassetta e in discesa verso Santa Margherita. Al punto di ristoro e ristorante, però, ci fermiano di colpo. Non siamo stroncati dalla fatica ma attirati dal profumo che arriva dalla cucina. Stanno apparecchiando, perché al Mulino del Gassetta attendono a pranzo gli operai che stanno lavorando per rimettere in sesto stradine e sentieri, quelli incontrati andando verso Portofino. Siamo fuori stagione ma un bel piatto di lasagne casalinghe e un bel bicchiere di birra artigianale fatta con il luppolo degli alberi lì vicino non ce li toglie nessuno. Salute! E forza, che questi luoghi della Liguria meritano di continuare a vivere!

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