Domande e risposte

Preture di protezione al voto

La popolazione è chiamata a esprimersi sulle modifiche della Costituzione che mandano in pensione le attuali ARP, ridisegnando l'assetto delle autorità di protezione del nostro cantone – Ecco cosa prevede la riforma approvata a giugno dal Parlamento
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Paolo Gianinazzi
14.10.2022 06:00

Domenica 30 ottobre i ticinesi si esprimeranno sulla riforma dell’organizzazione delle autorità di protezione. Una riforma che, se approvata, manderà in pensione le «vecchie» ARP, creando le nuove Preture di protezione. Ecco i punti principali di uno «storico» cambiamento per il nostro cantone.

1. Concretamente, su che cosa andremo a votare?

I ticinesi sono chiamati a esprimersi sull’istituzione delle Preture di protezione. Si tratta, a tutti gli effetti, di una nuova autorità giudiziaria cantonale che andrà a sostituire le attuali autorità regionali di protezione (ARP). Se il popolo dovesse approvare la riforma, si passerà dunque da un’autorità amministrativa di competenza comunale (le ARP) a un’autorità giudiziaria di competenza cantonale (le nuove Preture di protezione). È un cambiamento importante anche perché va a toccare un settore molto delicato. Oggi, ad esempio, le ARP si occupano: di ordinare tutele (per minorenni) e curatele; designare tutori e curatori; ordinare misure di protezione dei minori con privazione di custodia e/o autorità parentale; decidere sull’attribuzione dell’autorità parentale dei minorenni nati al di fuori del matrimonio; decretare la privazione dei diritti civili e della libertà a scopo di assistenza. Si tratta, in buona sostanza, di un settore che influisce sui diritti fondamentali delle persone.

2. Sulla necessità di questa riforma, in politica, sono tutti concordi. Come mai, quindi, i ticinesi sono stati chiamati alle urne?

È vero. In Parlamento la riforma è stata approvata con il benestare di tutte le forze politiche e anche in fase di consultazione la stragrande maggioranza dei Comuni si è detta favorevole. Tuttavia, per creare una nuova autorità giudiziaria è necessario modificare la Costituzione cantonale. Una modifica che dunque sottostà al referendum obbligatorio. Inoltre, è bene ricordare che il popolo si esprimerà unicamente sul principio della riforma (ossia la creazione delle Preture di protezione). Solo in un secondo momento, dopo aver ricevuto l’avallo del popolo, il Parlamento inizierà i lavori di «dettaglio» per l’attuazione della riforma.

3. E che cosa prevede, più nel dettaglio, la riforma?

Le principali novità sono essenzialmente tre. La prima, quella su cui il popolo andrà a votare, riguarda il passaggio da un’autorità amministrativa (le ARP) a un’autorità giudiziaria (le Preture di protezione). La seconda novità, che è una conseguenza diretta della prima, riguarda il passaggio di competenze dai Comuni al Cantone. Secondo il progetto approvato dal Parlamento, dalle sedici ARP oggi presenti sul territorio ticinese si passerà a quattro Preture di protezione. La terza novità, che sarà trattata in un secondo momento, riguarda la «specializzazione» delle Preture di protezione. Oggi le ARP sono composte da un presidente di formazione giuridica, un membro permanente di formazione sociale, psicologica o pedagogica e un delegato comunale. In futuro, sempre secondo il progetto approvato dal Parlamento, la figura del delegato comunale non sarà più presente e il carattere specialistico del collegio giudicante sarà rafforzato: le Preture di protezione saranno composte dal pretore di protezione e da due membri specialisti, uno in ambito psicologico-pedagogico e uno in ambito di lavoro sociale.

4. Che cosa ne pensano i favorevoli?

In generale, per i favorevoli la riforma migliorerà la risposta dello Stato in un ambito molto delicato e sempre più complesso. Il passaggio da un’autorità amministrativa a una giudiziaria darà più autorevolezza al settore, oggi spesso criticato. Vi sarà dunque una maggiore fiducia nei confronti dell’istituzione. Con le nuove Preture di protezione, inoltre, non vi saranno più le difficoltà oggi riscontrate nel riconoscimento delle decisioni (prese in Ticino) da parte di tribunali esteri. Un altro aspetto evidenziato dai favorevoli riguarda la maggiore omogeneità tra le decisioni prese fra le differenti autorità presenti sul territorio cantonale. Le procedure e i processi di lavoro saranno infatti identici per tutte le Preture di protezione, migliorando al contempo le tempistiche di evasione delle migliaia di decisioni prese ogni anno (circa 11 mila).

5. E quali sono, invece, le ragioni dei contrari?

Come scritto nel libretto informativo, i contrari alla riforma criticano lo spostamento di competenze dai Comuni al Cantone: un passaggio che comporta una minore vicinanza al cittadino da parte di queste autorità. In secondo luogo, secondo i contrari un tribunale, come le Preture di protezione, non dovrebbe occuparsi (anche) di compiti prettamente amministrativi. Più in generale - si legge sempre nell’opuscolo - per i contrari «non si migliorano l’organizzazione e l’efficienza delle autorità di protezione cambiando l’etichetta da autorità amministrativa ad autorità giudiziaria. Negli ultimi dieci anni le autorità di protezione sono state riorganizzate e i loro interventi sono migliorati. Se si reputa che vi siano ulteriori margini di miglioramento è sufficiente intervenire a livello legislativo senza la necessità di introdurre nuovi e costosi tribunali».