Stati Uniti

Quella del futuro sarà una Los Angeles senza palme?

Dopo i vasti incendi che hanno devastato la California meridionale all'inizio di quest'anno, alcuni esperti ritengono che questi alberi forniscano troppa poca ombra e rappresentino un rischio di roghi troppo elevato
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Red. Online
20.04.2025 23:00

Quando si pensa a Los Angeles e, più in generale, alla California, lo scenario che molte persone dipingono nella propria testa è quello di un posto baciato dal sole e abbellito dalle fronde ondeggianti delle molte palme che adornano la città contribuendo a conferirle quel fascino di luogo tropicale e di vacanza. Questi alberi sono così diventati un elemento caratteristico e caratterizzante della metropoli. In futuro, però, potrebbe non essere più così. Già, perché c'è chi, per l'avvenire di Los Angeles, si immagina una drastica riduzione delle palme. Alla base di questa ipotesi di sviluppo urbanistico c'è la volontà di ridurre l'intensità degli incendi che potrebbero svilupparsi nella metropoli. Ma quale è il nesso tra palme e roghi? Vediamo di fare chiarezza.

Dopo i vasti incendi che hanno devastato la California meridionale all'inizio di quest'anno provocando la morte di almeno una trentina di persone e la distruzione di oltre 16.000 edifici, spiega il Washington Post, alcuni esperti ritengono che le palme forniscano troppa poca ombra e rappresentino un rischio di roghi troppo elevato in una regione in cui le temperature sono aumentate più rapidamente rispetto al resto del mondo.

«Non sono dell'idea che sia necessario sradicare completamente questi alberi dalle città», spiega al quotidiano statunitense Bryan Vejar, esperto arboricoltore di TreePeople, una delle principali organizzazioni di Los Angeles che si occupa di piantagione di alberi. «Tuttavia, se si guarda alla funzionalità delle palme, si capisce subito che non ha senso piantare in massa questa specie».

Nonostante poi oggi, come detto, la palma sia un elemento caratteristico del paesaggio della città californiana, va detto che questo albero non è originario della zona: prima dello sviluppo urbano, gran parte del bacino di Los Angeles era caratterizzato da praterie e vegetazione bassa. La diffusione delle palme nella metropoli è cominciata nel XVIII secolo quando i missionari spagnoli portarono con sé palme da dattero per motivi liturgici, in particolare per la celebrazione della Domenica delle Palme. Successivamente, i coloni che si spostarono verso ovest raccolsero i semi di un'altra specie desertica, la palma californiana, e li piantarono a Los Angeles. Verso la fine del 1.800, gli sviluppatori terrieri sfruttarono le palme per attirare gli americani verso ovest e spacciare la California meridionale per terra soleggiata. Con la Grande Depressione, poi, la progressiva diffusione di questo albero crebbe ulteriormente. Numerosi disoccupati vennero infatti impiegati in una campagna di abbellimento della città in vista delle Olimpiadi del 1932. Il loro compito? Piantare palme.

Oggi, la metropoli californiana conta così circa 100.000 palme secondo quanto sostiene il Dipartimento dei lavori pubblici di Los Angeles. Il problema è che, secondo diversi esperti, questi alberi non sono i più adatti a fronteggiare temperature e incendi crescenti. Sotto accusa, in particolare, i tronchi e le fronde secche che si accumulano sotto le foglie verdi. I primi consentirebbero alle fiamme di svilupparsi in altezza e, da lì, cadere su porzioni più distanti di vegetazione diffondendo così ulteriormente i roghi. Mentre le fronde secche sono un ottimo combustibile per gli incendi e potrebbero contribuire ad alimentarli. L'altezza di questi alberi, inoltre, rende difficile lo spegnimento delle fiamme ai pompieri.

Ma quindi, quale potrebbe essere il sostituto della palma? Una buona alternativa sarebbe la Quercus agrifolia, una specie di quercia appartenente alla famiglia delle Fagaceae, originaria della California. Questo albero, difatti, è più resistente alle fiamme e fornisce inoltre cibo e habitat alla fauna selvatica.

All'interno del tessuto urbano, inoltre, gli alberi svolgono oggi un importante ruolo nel combattere le isole di calore fornendo ombra. Ora, la palma non è la specie più ideale per fare ciò viste la sua altezza e la sua chioma rada. Già nel 2019, in effetti, il sindaco Eric Garcetti, per combattere il caldo, ha lanciato una campagna per piantare 90.000 alberi, la maggior parte dei quali non sono palme.

«Non abbiamo spazio e acqua illimitati e non abbiamo risorse illimitate per la manutenzione delle piante» sottolinea sulle colonne del Washington Post Rachel Malarich, responsabile forestale della città di Los Angeles. «È perciò importante concentrarsi su quelle specie che garantiscono sufficiente ombra e forniscono un habitat adeguato alla fauna locale».

«Oggi vengono sicuramente piantate meno palme rispetto a 20 o 30 anni fa», osserva Esther Margulies, architetto paesaggista e professoressa alla University of Southern California. «I funzionari cittadini dovrebbero poi tagliare gli alberi nelle aree più soggette a incendi». Il dipartimento dei vigili del fuoco, dal canto suo, chiede ai cittadini di rimuovere le palme troppo vicine agli edifici.

Nonostante il ruolo che potrebbero giocare le palme nella diffusione degli incendi, Bryan Vejar tiene comunque a sottolineare come questi alberi non fossero la causa principale dei violenti incendi che hanno devastato la California all'inizio dell'anno. A incidere maggiormente sono in effetti stati i forti venti e la grande densità abitativa.