Lugano

Ritirato il ricorso contro il patto fra Città e HCL

Un privato contestava il diritto di superficie che serve al club per costruire uffici e spazi commerciali
©Archivio CdT

Era un ricorso pesante. Sia per l’importanza strategica di ciò che contestava, sia per il fatto che a Lugano, quando si tratta di hockey, le emozioni sono particolarmente intense, in positivo e in negativo. Diciamo «era» perché il ricorso contro la concessione, da parte della Città, di un diritto di superficie all’HCL per la costruzione di uffici e spazi commerciali attorno alla Cornèr Arena e contro un investimento pubblico di 410 mila franchi per l’ammodernamento degli impianti di produzione del ghiaccio è stato ritirato. Le due proposte del Municipio erano state accolte lo scorso luglio, non senza dibattito, dal Consiglio comunale, ma il «sì» era stato contestato da un privato cittadino, che tiene a non rivelare la sua identità. Dato che il suo ricorso era l’unico recapitato a Palazzo civico e che il termine per opporsi è nel frattempo scaduto, l’approvazione del «pacchetto» a favore della pista di ghiaccio e del suo principale utilizzatore è da considerarsi definitiva. «È sicuramente una bella notizia» commenta, da noi raggiunto, il vicesindaco e municipale responsabile dello sport, Roberto Badaracco. «Sono felice soprattutto per l’Hockey Club, che avrebbe rischiato di perdere mesi e mesi, subendo un danno notevole. Alla fine la ragionevolezza e l’utilità pubblica hanno prevalso».

Per la cronaca, nel reclamo venivano fatte cinque contestazioni. Primo: il mancato rispetto (sempre a mente del ricorrente, s’intende) dell’obbligo di concorso in materia di locazioni e affitti. Secondo: la mancanza, nei messaggi municipali, di sufficienti indicazioni sulle conseguenze dell’investimento per le finanze del Comune. Terzo: un’informazione in generale carente, sia nei messaggi municipali sia nei rapporti commissionali favorevoli (l’opponente calcolava che il canone di 12 mila franchi all’anno a carico del Club comportasse un mancato in casso per la Città di 1,5 milioni sull’arco di sessant’anni e riteneva che il canone appropriato fosse di 38 mila franchi). Quarto: il mancato rispetto delle disposizioni finanziarie generali in quanto al Legislativo non è stata data un’alternativa. Quinto: il mancato ossequio del divieto di speculazione. Non sapremo mai se tutto ciò ha un fondamento giuridico o meno, come non conosciamo i motivi per i quali il ricorso è stato annullato. Ci risulta solo, in base a nostre fonti, che il ritiro sia stato frutto di un accordo.

Correlati
Ghiaccio bollente: a Lugano è ricorso
Un cittadino ha impugnato due decisioni del Consiglio comunale, che a luglio aveva dato via libera a una convenzione con l’HC Lugano e a un credito per ammodernare alcuni impianti della pista – Particolarmente contestato il canone d’affitto stabilito per un diritto di superficie – Il... disco al Consiglio di Stato