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Ghiaccio bollente: a Lugano è ricorso

Un cittadino ha impugnato due decisioni del Consiglio comunale, che a luglio aveva dato via libera a una convenzione con l’HC Lugano e a un credito per ammodernare alcuni impianti della pista – Particolarmente contestato il canone d’affitto stabilito per un diritto di superficie – Il... disco al Consiglio di Stato

Il ghiaccio alla Cornèr Arena si fa… bollente. Il titolo della rubrica dei colleghi della redazione sportiva è azzeccato per descrivere quanto accaduto di recente in riva al Ceresio. Stando a nostre informazioni, lo scorso 5 settembre un cittadino ha infatti inoltrato ricorso al Consiglio di Stato per contestare due risoluzioni del Consiglio comunale dello scorso luglio, ossia contro la convenzione tra il Comune e l’HC Lugano che concedeva al club un diritto di superficie su un’area di 633 metri quadrati per l’edificazione di uffici e spazi commerciali e contro il credito di 410 mila franchi per l’ammodernamento degli impianti di produzione di ghiaccio.

Le cinque critiche

Più in dettaglio, nel ricorso di sei pagine vengono contestati cinque punti. Primo: il mancato rispetto dell’obbligo di concorso in materia di locazioni e affitti (Art. 167 LOC). «In alcun documento si fa riferimento ai giustificati motivi per evitare il concorso – si legge –. La decisione del Legislativo è già viziata per questa ragione e va annullata». Secondo: la mancanza, nei messaggi municipali, di sufficienti indicazioni sulle conseguenze dell’investimento per le finanze del Comune. Terzo: un’informazione carente, in particolare sulla conseguenze finanziaria, sia nei messaggi, sia nei rispettivi rapporti commissionali di maggioranza, favorevoli. Il ricorrente ritiene in particolare che il canone di 12 mila franchi all’anno a carico dell’HCL comporti un mancato in casso per la Città di 1,5 milioni di franchi sull’arco di 60 anni. Il canone «appropriato», si legge, sarebbe di 38 mila franchi. Quarto: il mancato rispetto delle disposizioni finanziarie generali in quanto «al Legislativo non è stata data la possibilità di un’alternativa». Quinto: il mancato ossequio del divieto di speculazione. Per il ricorrente, il diritto di superficie «ha chiaramente una valenza speculativa poiché gli oneri sono a carico del pubblico, mentre i vantaggi sono a beneficio del privato». Infine, anche il credito per il rinnovamento degli impianti del ghiaccio «è speculativo poiché inietta molto denaro pubblico per una piccola cerchia di fruitori».

In Consiglio comunale l’area progressista aveva detto «no»

A luglio la convenzione tra HCL e Città aveva raccolto 12 voti contrari a fronte di 31 favorevoli in Consiglio comunale, mentre le opere di miglioria erano state accolto a grande maggioranza. A dare voce ai contrari era stato in particolare il consigliere comunale socialista Raoul Ghisletta - relatore di un rapporto di minoranza - sollevando grossomodo gli stessi punti del ricorso: la complessità del tema, il poco tempo a disposizione della Commissione delle petizioni per esaminarlo, il presunto basso prezzo del canone e la presenza di alternative nel quartiere per l’HCL per costruire i propri uffici: «L'abbiamo definito un mostro giuridico perché all'interno di un sedime pubblico si va a ritagliare una striscia di 633 metri quadrati che per 30 anni sarà di fatto privatizzata».

A favore del progetto si erano espressi, tra gli altri, il consigliere comunale leghista Andrea Sanvido, sostenendo che fra marzo e luglio la Commissione avesse avuto tutto il tempo necessario per fare le domande del caso, e il vicesindaco e capodicastero Sport Roberto Badaracco, che aveva anche affermato:«Io credo che sarebbe stato molto più trasparente dire che per quasi un motivo ideologico non vi va che una società privata abbia un diritto di superficie su un bene pubblico».

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