Romolo Nottaris sulle tracce di Shackleton
L'esplorazione di luoghi sconosciuti del nostro pianeta è qualcosa che sin dall'antichità affascina l'essere umano. La scoperta di terre immacolate e la volontà di esplorarle sono praticamente insite nel suo animo. Da Cristoforo Colombo a Reinhold Messner, dall'America alle vette più alte del globo, la ricerca dell'avventura ha accompagnato la nostra storia.
Non fa eccezione il profondo sud. L'Antartide. Sin dall'antichità infatti si pensava fosse presente nell'emisfero australe della terra un Continente. All'inizio, per la cronaca, si ipotizzava poiché era necessario per controbilanciare la presenza delle terre al nord. Solo tra il 17.esimo e il 18.esimo secolo iniziarono però le vere e proprie ricerche di questo limbo di terra sconosciuto e, ben presto, partì anche la caccia al Polo sud, che fu poi conquistato nel 1912 per la prima volta dal norvegese Amundsen.
Tra le storie più incredibili e spericolate avvenute in Antartide vi è quella di Ernest Herny Shackleton, esploratore di origini irlandesi che tra il 1914 e il 1916 tentò con il suo equipaggio di attraversare il Continente. Dopo che la sua barca si incagliò tra lo spesso ghiaccio invernale passarono ben 17 mesi di peripezie prima che il condottiero e i suoi uomini potessero mettersi in salvo (leggi articolo nella pagina accanto). Un'avventura straordinaria che non ha smesso negli anni a seguire di ispirare esploratori di tutto il mondo.
Tra questi anche l'alpinista ticinese Romolo Nottaris che dopo aver visitato il Continente in più occasioni quest'anno è tornato per seguire le orme del famoso condottiero irlandese e attraversare la Georgia del sud, incontrando però un bufera "fuori dal comune". Nottaris ci racconta così la sua ultima avventura tra i ghiacci del profondo sud, dove per 48 ore con i suoi compagni di viaggio e qualche tenda ha affrontato raffiche di vento che potevano raggiungere i 200 chilometri orari.