Svizzera

Salone dell'Auto di Ginevra, cronaca di una morte annunciata

La prima manifestazione aprì le porte nel 1905 e 42 anni dopo fu il primo evento dell’industria al mondo a essere riproposto dopo la Seconda Guerra mondiale – Ma le cose cambiano e la crisi non guarda in faccia nessuno
© KEYSTONE / Geneva International Motor Show
Red. Online
31.05.2024 17:00

Dopo 119 anni, il tradizionale Salone dell'Auto di Ginevra chiude le porte definitivamente. «Le campane suonavano a morto», ha dichiarato Alexandre de Senarclens, presidente della Fondazione che «si assume le proprie responsabilità» e chiederà formalmente all'autorità cantonale di vigilanza (ASFIP) l'autorizzazione a sciogliersi.

Una storia di successo

Il primo Salone dell’auto in Svizzera aprì le sue porte dal 29 aprile al 7 maggio 1905 nella Casa Elettorale (al posto dell’attuale palazzo d’Uni Dufour) a Ginevra. Organizzatori furono Paul Buchet, rappresentante generale di Michelin per la Svizzera, l’uomo d’affari ginevrino Albert Vassali e il giovane ingegnere Jules Mégevet, proprietario di un’azienda di accessori per auto e presidente della Camera sindacale svizzera dell’auto. Il presidente del Comitato organizzatore era Charles Louis Empeyta, anche presidente dell’Automobile Club Svizzera (ACS). Già dalla prima edizione, il successo fu grande: il Salone e i suoi 37 stand accolsero oltre 17.000 visitatori e il consigliere federale Ludwig Forrer presenziò all’inaugurazione. La manifestazione, che raggruppava 59 espositori, ebbe grande successo.

Ginevra ripeté l’operazione dal 28 aprile al 6 maggio 1906. L’anno seguente fu scelta come sede dell’evento la città di Zurigo. Fu necessario attendere fino al 1923 per assistere al quarto Salone svizzero dell’automobile, ospitato nel Bâtiment électoral, con Robert Marchand come presidente. Il 3 novembre di quell'anno venne fondato il Comitato permanente. Visto il gran numero di iscrizioni, fu costruito sulla Plaine di Plainpalais un edificio provvisorio riservato ai veicoli. I motocicli erano esposti al Bâtiment électoral: le due costruzioni erano collegate da un nastro trasportatore sopra la strada. L'inaugurazione spettò al presidente della Confederazione Ernest Chuard: 200 espositori e 68.000 i visitatori. Dal 1926, il Salone venne annualmente organizzato nel vecchio Palais des Expositions. Dal 1934, il Salone di Ginevra acquisì fama mondiale. Nel 1947, fu il primo evento dell’industria automobilistica al mondo a essere riproposto dopo la Seconda Guerra mondiale: 305 espositori occuparono una superficie di 9.068 metri quadrati.

Il salone nel 1947. © KEYSTONE/PHOTOPRESS-ARCHIV/Str.
Il salone nel 1947. © KEYSTONE/PHOTOPRESS-ARCHIV/Str.

Il 18 dicembre 1981, venne inaugurato il Nouveau Palais des Expositions et des Congrès de Genève (il Palexpo), situato vicino all’aeroporto e all’attuale stazione ferroviaria FFS. L’attrattiva della nuova infrastruttura, considerata una delle più moderne d’Europa, consentì di registrare nel 1982 745.919 visitatori per il Salone internazionale del veicolo industriale seguito dal Salone internazionale dell’automobile. Nel gennaio del 1987 fu inaugurato un padiglione espositivo supplementare di 162000 m2. La soglia dei 600.000 visitatori fu raggiunta per la prima volta nel 1988, quella dei 700.000 nel 2000. Il record assoluto di 747.700 ingressi fu raggiunto nel 2005, alla 75. edizione, anno del 100. anniversario della manifestazione.

Era stato detto nel 2020: «I saloni a cui eravamo abituati non hanno più futuro»

Un tempo il Salone di Ginevra era un evento imperdibile per il settore. La Svizzera aveva una funzione interessante quando i saloni dell’automobile avevano ancora un ruolo. Ma quell’epoca è finita. Il settore si è trasformato e un appuntamento che fino a sei anni fa (quasi) nessun costruttore si sarebbe sognato di saltare, ha chiuso per sempre. La data del 3 marzo 2024 potrebbe entrare negli annali di storia: è stato il giorno di chiusura del Salone di Ginevra 2024 e, sappiamo oggi, dell'ultima edizione in assoluto della kermesse automobilistica.

La crisi non guarda in faccia nessuno e dopo l'annullamento dell'edizione 2020 a causa della pandemia, il salone è stato fermo per altri tre anni, tornando nel 2024 in forma ridotta. «Ritengo che i saloni dell’automobile a cui ci eravamo abituati, non hanno più un grande avvenire», aveva dichiarato al CdT il CEO Sandro Mesquita, nell'ottobre 2020. «La COVID in questo senso ha accelerato un processo già in atto, una tendenza che già chiedeva al salone di reinventarsi. Ora si parla sempre più di saloni ibridi, che mischiano esperienze vissute in prima persona ad altre digitali, a distanza. Non sono certo che tali eventi potranno conservare la taglia degli anni passati, saranno forse più piccoli, più “dedicati”. Ma tutto poi passerà anche dal confronto con i nostri clienti, quindi i costruttori, e con i loro bisogni». Oggi, annunciando la chiusura definitiva, si è parlato di «scarso interesse dei costruttori per il salone in un contesto industriale difficile, concorrenza dei saloni di Parigi e Monaco di Baviera preferiti dai gruppi locali, e investimenti troppo alti necessari per mantenerlo».

Non è servita l’edizione 2024, che doveva essere «quella del rilancio». Al contrario, sono state poche le case automobilistiche partecipanti, con la maggior parte dei grandi costruttori che hanno snobbato l’evento. Solo 15 le anteprime mondiali, quasi tutte cinesi. Il Salone dell'auto di Ginevra è quindi ormai storia passata. Il futuro del Geneva International Motor Show continuerà a Doha, dove a novembre dello scorso anno si è tenuta la prima edizione «in trasferta»: la seconda è prevista a novembre del 2025. Storia di una morte annunciata che, forse, (ri)nascerà in una nuova veste in Qatar.

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