Sedicenni e già in sella ai 125 cc: sono raddoppiati gli incidenti

Quattordici dicembre 2018. Nella sua seduta settimanale il Consiglio federale dava il via libera a una serie di modifiche delle norme che regolano il rilascio delle patenti di guida. Tra queste, ad esempio, figurava la possibilità di ottenere la licenza per allievo conducente dell’automobile già a 17 anni. Un’altra importante novità - forse passata un po’ più in sordina - riguardava la possibilità di guidare motoveicoli da 125 cc di cilindrata già a 16 anni. Una novità - che ha permesso alla Svizzera di allinearsi a quanto già avviene in tutti i Paesi dell’Unione europea - effettivamente entrata in vigore il 1. gennaio 2021.
Fino ad allora, ricordiamo, tale cilindrata era riservata ai maggiorenni, mentre i 16.enni potevano guidare unicamente il cosiddetto «cinquantino», ossia un motoveicolo da 50 cc di cilindrata.
Ora, cifre alla mano, non è necessario essere esperti del settore per capire che il cambiamento introdotto dal Consiglio federale non è di poco conto. Basti pensare che un «cinquantino», all’incirca, ha una potenza di 3,6 kW, ossia 5 cavalli. Le moto da 125 cc che oggi i sedicenni possono guidare hanno invece 11 kW, ossia 15 cavalli. In soldoni, dunque, la potenza di tali mezzi è triplicata. Anche in termini di velocità massima, il cambiamento è abbastanza importante: i «cinquantini» normalmente viaggiano a 70-80 km/h, mentre i 125 cc possono raggiungere i 120 km/h.
Non a caso, già nel marzo del 2021 (a due mesi dall’introduzione di questa novità), tramite un comunicato stampa l’Ufficio prevenzioni infortuni (UPI) spiegava di temere un aumento degli incidenti per la categoria dei giovanissimi, tra i 15 e i 17 anni di età.
Un aumento degli incidenti che, come vedremo, si è purtroppo verificato.
Chi sale e chi scende
Il primo grande effetto prodotto da questo cambiamento ha riguardato le immatricolazioni di tali veicoli. La modifica introdotta dal Governo, in parole povere, ha fatto drasticamente calare le vendite dei «cinquantini» e, di conseguenza, ha fatto esplodere le richieste di 125 cc. Stando ai dati messi a disposizione da MotoSuisse, infatti, nel 2016 vennero immatricolati 1.626 motoveicoli da 50 cc, contro 864 motoveicoli da 125 cc. Anno dopo anno, la tendenza si è invertita e, nel 2021, quando la novità è entrata in vigore i 125 cc hanno registrato un’impennata impressionante pari al +340% delle immatricolazioni. Nel 2022 (ultimo anno di cui sono disponibili i dati) sono stati immatricolati oltre 6.500 motoveicoli da 125 cc, mentre i 50 cc sono stati 72. Insomma, è il caso di dirlo, anche in Svizzera i «cinquantini» sono ormai andati in pensione.
Un prima e un dopo
Ma veniamo ora al dato più importante, ovvero quello degli incidenti in moto tra i giovani (15-17 anni). Ebbene, stando ai dati statistici messi a disposizione dall’Ufficio federale delle strade (USTRA), negli ultimi anni essi sono sostanzialmente raddoppiati.
Tralasciando l’anno 2020, segnato dalla pandemia anche sul fronte della mobilità, la media degli incidenti in moto tra i 15 e i 17 anni per gli anni 2018 e 2019 è stata di 189,5 sinistri. Nel biennio 2021/2022, ossia dopo l’entrata in vigore della novità, la media è appunto raddoppiata, passando a 385,5 incidenti (+103,43%).
Da segnalare che nessun’altra categoria d’età ha conosciuto un aumento paragonabile. Solo la categoria tra i 18 e i 24 anni ha registrato un sensibile aumento del 30%. Quella tra i +65 ha registrato un +12,5%, mentre le altre (tra i 25 e i 44, tra i 45 e i 64) hanno conosciuto una leggera flessione.
La tendenza, inoltre, è confermata pure dai dati riguardanti gli incidenti (con tutti i mezzi di trasporto, non solo le motociclette) la cui causa principale è stata imputata all’elevata velocità. Solo la categoria tra i 15 e i 17 anni ha conosciuto un’impennata pari al 114,9%, mentre tutte le altre categorie hanno registrato incrementi molto più contenuti, tra il 2,4% e il 12%.
Dati da approfondire
A questo punto va però detto che per il momento non è possibile sapere se i giovani tra i 15 e i 17 anni coinvolti negli incidenti menzionati poco fa fossero effettivamente alla guida di un 125 cc piuttosto che di un 50cc. L’USTRA, da noi contattato, ha fatto sapere che per il momento non sono in possesso di dati così precisi, che permettano di collegare l’età con la cilindrata.
Tuttavia va anche detto che la forte crescita delle immatricolazioni dei 125 cc a scapito dei «cinquantini» lascia in qualche modo presupporre che qualcosa sia accaduto. Anche USTRA, in questo senso, rimarca: «Possiamo solo costatare un aumento del numero delle licenze per allievi A1 (50 cc e 125 cc) tra i giovani di 15-17 anni e che ci sono più moto di quella categoria in circolazione». Ciò, aggiunge USTRA, «aumenta di fatto l’esposizione, il che potrebbe spiegare l’aumento degli incidenti».
Ma, spiegano dall’Ufficio federale, va anche tenuto in considerazione che il contesto è ben più complesso ed è difficile ricostruire una tendenza simile con pochi dati. «Vorremmo aggiungere che questo aumento del numero di incidenti potrebbe essere un effetto temporaneo e/o che potrebbe esserci un effetto di compensazione. In altre parole, l’aumento degli incidenti tra le moto di categoria A1 potrebbe essere compensato da una diminuzione degli incidenti tra altre categorie di veicoli, come le biciclette. Possiamo anche aspettarci un trasferimento dei tassi di incidentalità tra le categorie di età». Insomma, prima di giungere a una conclusione occorre esaminare bene i dati e raccoglierne un numero sufficiente. In questo senso l’USTRA spiega che «sta monitorando attentamente il numero di incidenti e nel 2024 effettuerà un’analisi degli effetti esatti della nuova regola» e «sulla base di questi risultati sarà possibile studiare eventuali misure da adottare».