Bellinzona

Storie, vite e tesori nascosti: ecco i primi 40 anni del museo

Villa dei Cedri festeggia l’importante ricorrenza proponendo una mostra dedicata alla Città e alla sua cultura dall’Ottocento fino ai giorni nostri – Un percorso che ha forti legami con la realtà locale ma che supera anche molti confini
© CdT/Gabriele Putzu
Irene Solari
21.03.2025 19:38

La storia di Bellinzona, intrecciata a quella del Museo Villa dei Cedri, raccontata grazie alle sue opere d’arte. Tesori nascosti, ritrovati, tramandati dalle famiglie o custoditi dalle collezioni dei privati, lavori che testimoniano la vivace scena culturale della capitale. Un universo fatto di tanti universi e riunito, per la prima volta, tra le mura di Villa dei Cedri. L’occasione è di quelle importanti: celebrare il 40. anniversario del museo dalla sua apertura, avvenuta nel 1985. Una ricorrenza che ha permesso di ricostruire e di raccontare il percorso storico dal quale è nata Villa dei Cedri insieme alla sua collezione d’arte, che oggi conta oltre 7 mila opere di cui una buona parte (il 60%) proviene alle collezioni dei privati.

Una passeggiata lungo 150 anni

Ed è proprio su questo legame con i collezionisti che è imperniata la nuova mostra proposta per l’anniversario: «Condividere l’arte. Tra universi pubblici e privati, Bellinzona e oltre». Un vero e proprio viaggio nel tempo che parte dagli ultimi decenni dell’Ottocento fino ad arrivare ai giorni nostri. «Una passeggiata attraverso 150 anni», come l’ha definita Carole Haensler, direttrice dei Musei svizzeri e dal 2013 alla guida di Villa dei Cedri, presentando questa mattina in conferenza stampa l’esposizione. Insieme a lei anche la curatrice della mostra Manuela Kahn-Rossi e Renato Bison, capodicastero Educazione, cultura, giovani e socialità nonché presidente di Bellinzona Musei.

Mondi eterogenei

Nella mostra - aperta al pubblico da oggi fino al 3 agosto - troviamo testimonianze vive di questo viaggio nella storia di Bellinzona e del suo museo. Un’esposizione non convenzionale, come ha spiegato Kahn-Rossi, che segue un percorso ricco di testimonianze locali e di storie di illustri personalità bellinzonesi. Un racconto fatto di opere eterogenee ma in dialogo costante tra loro. Dipinti, sculture, lavori su carta, reperti archeologici. Ma anche lettere e documenti inediti che mostrano il museo come un’istituzione ancorata sì al territorio e alla vita cittadina, ma la cui influenza culturale è capace di travalicare i confini locali e anche di aprirsi alla scena internazionale.

Capire chi siamo

«Questa mostra è il risultato di tante riflessioni e domande che il museo si è posto, lavorando fin dall’inizio sui propri fondi e sulle proprie collezioni», ha evidenziato Haensler. «Volevamo raccontare le radici di Villa dei Cedri, perché ci sono e sono forti». Radici che si intrecciano, inevitabilmente, con la storia dei collezionisti privati di Bellinzona, come ha sottolineato la curatrice Kahn-Rossi. «Volevamo cercare di capire da dove arrivavano le opere più antiche che erano presenti a Villa dei Cedri. In questo fondo c’è stata sicuramente l’influenza dei privati, importantissima, poiché ha generato un arricchimento del substrato culturale locale. Capire queste origini dell’arte ci fa capire chi siamo oggi». Un altro punto fondamentale è considerare il fatto che il museo si trova in una villa che è stata abitata da privati per tanto tempo, ha proseguito Kahn-Rossi. «Abbiamo percorso la storia di chi viveva qui a inizio Ottocento, quando c’erano le famiglie patrizie fondanti. E queste famiglie, insieme ad altre, sono quelle che hanno iniziato a prestare le opere di cui erano in possesso alle prime mostre storiche sul territorio, dando il via a una tendenza che è andata avanti fino a oggi».

Sguardo al futuro

«Quattro decenni di attività rappresentano non solo un momento di celebrazione ma anche un’occasione preziosa per riflettere sul percorso compiuto, come pure sui valori che ci guidano. E, non da ultimo, sulle sfide che ci attendono nel nostro futuro», ha evidenziato Bison nel suo intervento. Un concetto, quello dello sguardo rivolto al futuro, che è protagonista della parte conclusiva dell’esposizione, culmine di tutto il percorso attraverso i 150 anni di storia, che vuole riallacciare il legame con la natura. «Desideriamo riportare l’attenzione dei visitatori sulle nuove sinergie create con il parco di Villa dei Cedri e la natura circostante, che fanno anche parte di diverse esposizioni ed eventi», ha ribadito la direttrice. «Sinergie tra arte e letteratura, come anche tra arte e natura, cercando di coinvolgere in questo passo anche le nuove generazioni».

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