La polemica

«Sull’aggregazione con Locarno vogliamo vedere chiaro»

Un gruppo di abitanti di Lavertezzo non ci sta ad unirsi con la città: «Desideriamo essere informati, chiediamo trasparenza» - Mercoledì verrà consegnata una petizione
Una panoramica del comune di Lavertezzo: un tempo diviso tra Piano e Valle, quest'ultima dal 2020 è frazione del comune Verzasca © Ti-Press
Jona Mantovan
30.01.2024 06:00

Polemica a Lavertezzo. Un gruppo di cittadini non ci sta. Alla notizia che la loro sindaca Tamara Bettazza ha stretto la mano all’omologo di Locarno Alain Scherrer in vista di una possibile fusione con la città, non l’hanno presa bene. I due sindaci sono arrivati fino a Bellinzona, per consegnare una lettera d’intenti al direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi. Quanto basta per far scattare una raccolta firme, insomma. In prima linea Giorgio Bacciarini, 70.enne, ex municipale fino al 2005. Con lui anche Roberto Bacciarini, 60 anni, ex municipale, sindaco dal 2007 fino al 2021, quando poi alle ultime Comunali aveva deciso di lasciare. «Sono tante, sono tante», afferma Giorgio Bacciarini, primo firmatario della petizione. Che però non fornisce alcun numero, rimandando alla consegna ufficiale di mercoledì (alle 16) alla Cancelleria comunale di Lavertezzo. Comune meno esteso del Ticino, per la cronaca, con poco più di un migliaio di abitanti (750 iscritti al catalogo) su una superficie di poco al di sotto del chilometro quadrato.

«Ci chiediamo perché non sia stata fornita alcuna informazione alla popolazione. Nessuno è stato consultato o ha potuto esprimere un parere. Ci siamo semplicemente trovati di fronte a questa situazione e ci siamo chiesti: come è possibile, considerando tutti gli studi che erano già stati condotti con il Comune di Gordola? Il precedente Municipio era già a buon punto con il Comune di Gordola», ribadisce Giorgio Bacciarini sollecitato dal Corriere del Ticino. «Abbiamo deciso di lanciare la petizione per chiedere l’annullamento di questa trattativa, se vogliamo chiamarla così, per cercare altre soluzioni. Perlomeno almeno una soluzione condivisa con la popolazione, prima di trovarci davanti al fatto compiuto» aggiunge, spiegando le ragioni di quanto intrapreso. 

Eppure, la scelta del percorso non è piovuta dal cielo, come risponde la sindaca, Tamara Bettazza: «Abbiamo fatto un lavoro di approfondimento insieme a Municipali e Consiglieri comunali. Poi, sulla base dei risultati emersi, il Municipio ha deciso di intraprendere la via aggregativa con il comune di Locarno. Quando riceveremo questa petizione, faremo le necessarie valutazioni e daremo anche le debite risposte», sottolinea la 62.enne.

I due Bacciarini, che fra l’altro non sono parenti dato che si tratta di due differenti famiglie di Lavertezzo, si trovano uniti contro una situazione che sembra 'calata dall'alto'. «Eravamo a buon punto con la fusione con Gordola, così come previsto dal Piano cantonale delle aggregazioni», dice l’ex sindaco Roberto Bacciarini. «Certo, siamo coscienti del fatto che non sia scolpito sulla pietra, ma eravamo pronti a fornire una comunicazione trasparente alla cittadinanza di Lavertezzo. La cosa si è poi fermata anche a causa della pandemia e la situazione è precipitata con le Comunali del 2021, quando poi sono cambiati i paradigmi del Municipio».

L’idea di unirsi a una Locarno 'periferica', quella parte del Comune 'non urbana', non piace proprio. Al contrario dell’unione con Gordola, a detta dei promotori molto più vicina e sensibile alla realtà di Lavertezzo.

Il 60.enne è convinto del fatto che si sia presa «questa strada senza tenere in considerazione la sensibilità della popolazione. E lo dice la quantità di firme che abbiamo raccolto, senza nemmeno fare troppa pubblicità. È stata una raccolta praticamente spontanea», esclama. Con un filo di rammarico nella voce, poi, racconta le battaglie vinte nel corso degli anni. Battaglie che hanno portato a trasformare Lavertezzo in una realtà industriale molto interessante, qualunque sia il Comune che riuscirà a concordare una fusione. «Abbiamo rischiato di avere un postribolo vicino alle scuole. Oppure un’azienda specializzata nella produzione di beton. Ma noi abbiamo combattuto e oggi ci sono aziende di alto livello. Ed è merito nostro», illustra l’ex sindaco.

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