Alla riscoperta della vecchia tratta, ma i treni merci restano in attesa
La chiesetta di Wassen, vero e proprio simbolo della ferrovia del San Gottardo, sarà – per molto tempo ancora – sotto gli occhi di tutti i viaggiatori che vogliono recarsi in treno a Nord (o a Sud) delle Alpi. Il deragliamento dello scorso giovedì nella galleria di base è molto più grave del previsto e AlpTransit non riaprirà in tempi brevi.
Inizialmente, le FFS avevano annunciato che le perturbazioni in seguito al deragliamento dello scorso giovedì sarebbero durate almeno fino a oggi. In realtà, era chiaro sin dall’inizio che ci sarebbe voluto molto di più. Quanto? Questo pomeriggio il CEO delle FFS Vincent Ducrot informerà «sui prossimi passi».
Capacità ridotte
Intanto, però, la galleria – anche la canna del tunnel non danneggiata – rimane chiusa al traffico merci e passeggeri fino a nuovo avviso. I treni, per quanto possibile, sono deviati sulla vecchia linea del San Gottardo, con ritardi di circa un’ora.
I treni che ora dovranno passare dalla linea ferroviaria che attraversa la Leventina, oltre a impiegare più tempo per arrivare a destinazione, potranno portare anche meno passeggeri: la capacità dei convogli è mediamente del 30% inferiore, perché le carrozze a due piani non possono essere utilizzate sulla tratta di montagna. Le gallerie esistenti non sono infatti abbastanza alte.
Deviazione, ma non per tutti
Anche il traffico merci è deviato: tuttavia, «solo i treni merci con una determinata altezza massima degli angoli possono viaggiare lungo la tratta panoramica», spiegano le FFS, citando l’ordinanza sulle ferrovie.
Il cosiddetto «traffico combinato» – ovvero container, semirimorchi e autocarri – può pertanto passare solo attraverso la galleria di base, poiché supera l’altezza massima. Per questi treni merci le soluzioni sono due: o vengono deviati attraverso l’asse Lötschberg-Sempione, oppure restano in attesa. E infatti, al momento sono numerosi i convogli parcheggiati sia nella Confederazione, sia all’estero anche se «le capacità di stallaggio in Svizzera sono ormai esaurite», avvertono le FFS.
La porta divisoria
La chiave di volta per poter riaprire anche solo parzialmente la galleria è l’imponente portone di colore giallo – rimasto danneggiato nel deragliamento – che separa le due canne del tunnel. Fino a quando non si troverà una soluzione (anche solo temporanea), il tunnel rimarrà completamente chiuso. L’auspicio è che già nei prossimi giorni si possa trovare il modo di separare la circolazione dell’aria tra le due canne: solo così si potrà aprire quella non danneggiata. Per un’apertura completa potrebbero invece volerci settimane, se non mesi.
Attualmente, hanno fatto sapere le FFS, «non è possibile prevedere quanto tempo sarà necessario per l’eliminazione dei danni». Dei 30 vagoni del treno merci, ben 25 sono deragliati: solo poche ora fa erano ancora 16 quelli ancora presenti sul luogo dell’incidente. Le operazioni di sgombero, così come le indagini e la conta dei danni, proseguiranno anche nei prossimi giorni.
Problemi datati
Il Servizio d’inchiesta svizzero sulla sicurezza (SISI) – l’organo responsabile delle inchieste nell’ambito dei trasporti pubblici – pochi giorni fa aveva fornito le prime risposte: il deragliamento dello scorso giovedì è verosimilmente stato causato dalla rottura di una ruota di un vagone. Gli esperti hanno percorso a piedi la galleria di base armati di torce, a partire dal portale sud, trovando alcuni chilometri prima del luogo dell’incidente frammenti di una ruota e tracce di deragliamento sui binari. Al momento, tuttavia, non è chiaro come si sia verificata la rottura.
Eppure, come rivela «CH Media», l’Ufficio federale dei trasporti (UFT) aveva da tempo segnalato la necessità di rafforzare la sicurezza relativa ai treni merci. In un rapporto pubblicato nel 2019, sulla base di ispezioni su quasi 7 mila vagoni, l’UFT parlava di «qualità dei treni merci generalmente insoddisfacente», con difetti riscontrati anche ai freni e alle ruote.
L’interrogazione
Il deragliamento del treno merci ha attivato anche la politica ticinese: il granconsigliere Patrick Rusconi (PLR), tramite un’interrogazione, chiede che l’operatività della vecchia linea ferroviaria del San Gottardo venga garantita anche in futuro. Oltre a ciò, il deputato chiede anche se le FFS – e l’Ufficio federale delle strade (USTRA) – hanno un protocollo chiaro in caso di pericolo d’isolamento causato da incidenti stradali o ferroviari. Una possibilità, secondo Rusconi, è l’introduzione di treni navetta tra il Ticino e il canton Uri.