Berna

Arcidiacono: «Il mio partito è il Governo»

Giornalista ed esperto di comunicazione, originario di Bellinzona, è il nuovo portavoce del Consiglio federale – Da bambino, nel salone da parrucchiere del padre, i primi contatti con i politici
© KEYSTONE/Anthony Anex
Giovanni Galli
20.09.2024 20:58

Il padre Giuseppe, detto Pippo, aveva un salone da parrucchiere in piazza Governo, a Bellinzona. È lì che Andrea Arcidiacono ha avuto i primi contatti con il mondo della politica. «Di ritorno da scuola andavo a fare i compiti nel salone. Fra i clienti c’erano vari consiglieri di Stato, come Argante Righetti, Ugo Sadis, Fulvio Caccia e Claudio Generali. Ogni tanto mio padre mi mandava a prendere per loro caffè e pasticcini. Qualche piccolo lavoro lo faceva svolgere anche a me». Ma in quel luogo frequentato da gente molto diversa, Arcidiacono ha potuto apprendere qualcosa di cui ha fatto tesoro nella sua carriera professionale, «perché quello del parrucchiere è un lavoro in cui la discrezione è importante». Una lezione che gli tornerà utile a maggior ragione dal 1. ottobre, quando diventerà a tutti gli effetti vicecancelliere della Confederazione e portavoce del Consiglio federale, aumentando la presenza ticinese nella stanza dei bottoni. Il Governo lo ha chiamato a sostituire André Simonazzi, prematuramente scomparso in maggio. «È la persona giusta al momento giusto per una carica estremamente esigente» ha detto il cancelliere Viktor Rossi, che ha curato il severo processo di selezione.

Arcidiacono, 58 anni, laureato in Economia a San Gallo, vanta un’esperienza pluriennale a livello di gestione nei settori della comunicazione istituzionale, delle relazioni pubbliche e del giornalismo. Sarà responsabile dell’informazione ai media e al pubblico a nome del Consiglio federale. Dirigerà un settore con circa 70 collaboratori. I quali lo assisteranno nelle attività in relazione alla comunicazione del Consiglio federale, alla presidenza della Confederazione, alla pianificazione politica e alla gestione delle crisi. Ma lavorare a Palazzo per lui è quasi come un ritorno a casa. Dopo aver iniziato nel 1992 la professione di giornalista alla redazione di Bellinzona del Corriere del Ticino, l’allora direttore Sergio Caratti lo nominò corrispondente da Berna, al posto di Monica Piffaretti passata alla direzione de laRegione. Erano tempi in cui la stampa scritta ticinese poteva contare ancora su cinque corrispondenti fissi dalla Città federale: due del Corriere (l’altro era Giuseppe Rusconi), uno ciascuno per laRegione e GdP e, per breve tempo, una redattrice de L’Altra Notizia di Flavio Maspoli.

È a Palazzo che Arcidiacono ha conosciuto il suo predecessore ticinese, Achille Casanova (1941-2016), il primo portavoce ufficiale del Consiglio federale, carica da lui ricoperta fino al 2005. «Per noi Casanova era un mito, un autentico punto di riferimento».

Dopo l’esperienza al Corriere, Arcidiacono è passato alla RSI, sempre in veste di corrispondente da Berna. Le sue competenze non sono passate inosservate ai piani alti del Consiglio federale. Nel 1998 è stato nominato capo sostituto dell’informazione e addetto stampa della consigliera federale Ruth Dreifuss (fino al 2002).

In seguito, ha lavorato a Palazzo in altre due occasioni, prima come capo sostituto e addetto stampa del consigliere federale Pascal Couchepin (2006‒2007) e poi in veste di addetto stampa dell’Ufficio federale della sanità pubblica (2017‒2018). Ma nel suo lungo curriculum ci sono anche divverse tappe esterne. Per Presenza Svizzera ha diretto il programma «Gottardo 2016», «Italia / Expo Milano 2015» e «Verso Expo Milano 2015». Nel settore delle relazioni pubbliche, è stato anche responsabile della comunicazione per l’Università della Svizzera italiana e per l’associazione degli assicuratori malattia Curafutura . È pure stato responsabile della comunicazione del Tribunale amministrativo federale a Berna. Dal 2007 al 2009, nell’ambito della sua attività giornalistica, ha anche diretto la redazione di lingua italiana del portale swissinfo.

Col Palazzo, comunque, c’è sempre stata attrazione. «Mi hanno sempre interessato la presa di decisione e la comunicazione. Ho lavorato per due consiglieri federali ma ora la sfida è farlo per tutto l’Esecutivo, a fianco del cancelliere Viktor Rossi».

In conferenza stampa, il futuro portavoce ha ringraziato il Consiglio federale «per la fiducia», per poi aggiungere che «la fiducia reciproca è il punto di partenza per poter soddisfare al meglio l’appassionante e difficile compito che mi è stato affidato». In questo senso, ha detto che farà del suo meglio «per dare continuità alla comunicazione governativa che André Simonazzi ha saputo sviluppare in modo esemplare nella sua pluriennale carriera al servizio del Paese».

Arcidiacono (con un’espresione tipicamente ticinese non capita dai giornalisti confederati) ha poi detto che il suo primo obiettivo è di «poter arrivare a mangiare il panettone al 20 dicembre», ossia l’ultima seduta del Consiglio federale. E alla domanda sulla sua area politica di appartenenza ha detto di non far parte di alcun partito, ricordando tra l’altro di aver lavorato sia per una consigliera federale socialista e sia per un «ministro» liberale. Adesso il suo partito «è l’intero Consiglio federale».

Residente stabilmente a Berna dal 2006, negli ultimi anni ha diretto la società di consulenza Arcidiacono Consulting Partners. Entro fine settembre, abbandonerà la sua attività di direttore dell’agenzia e cederà le relative quote sociali. Tutti i suoi mandati sono nel frattempo stati trasferiti a terzi. Con il suo arrivo a Palazzo, l’attuale vicecancelliere ad interim, il ticinese Jörg De Bernardi, lascerà lo staff del Consiglio federale e passerà al DFAE.

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