Democrazia

«Caos e becchini», si alzano i toni della politica

C’è un cambio di passo nella comunicazione del PLR: Thierry Burkart vuole che il partito sia più diretto – UDC e PS da anni hanno un linguaggio più tagliente – Il politologo Oscar Mazzoleni: «Così però si delude una parte dell’elettorato»
Jonas Projer, Thierry Burkart e Ignazio Cassis. ©ALESSANDRO CRINARI
Luca Faranda
05.12.2024 06:00

Il «senatore» appenzellese, ma con origini ticinesi, Andrea Caroni è stato festeggiato ieri sera nel suo Cantone per l’elezione a presidente del Consiglio degli Stati. La consigliera nazionale Maja Riniker, Prima cittadina del Paese, ha fatto lo stesso nel canton Argovia. Mercoledì prossimo sarà il turno di Karin Keller-Sutter, che diventerà nel 2025 la presidente della Confederazione. Il PLR si appresta così a occupare tutte le cariche più alte dello Stato. Per i liberali-radicali ci sarà maggiore visibilità - soprattutto in ottica della difesa del secondo seggio in Consiglio federale nel 2027 - e sta emergendo sempre più la chiara volontà di smarcarsi dagli altri partiti. I toni, da alcuni mesi, si sono alzati.

Caos e becchini

«Caos al Dipartimento dell’interno»; «I becchini della neutralità svizzera soccombono in Consiglio federale»; «Attenzione! Il Centro e la sinistra pianificano un assalto frontale contro il nostro portafogli»; «Consigliere federale Beat Jans, si svegli!». Questa è solo una selezione di alcuni comunicati inviati dal PLR. Di recente, infatti, qualcosa è cambiato nella comunicazione dei liberali-radicali a livello nazionale. Più precisamente, la scintilla è scattata dal primo di luglio: nel momento in cui lo zurighese Jonas Projer è diventato segretario generale del partito.

Projer è una personalità molto nota in Svizzera tedesca: ex caporedattore del domenicale «NZZ am Sonntag», ha anche lavorato per anni ad Arena, una delle più importanti trasmissioni della SRF. Dal 2025 il PLR potenzierà ulteriormente il team di comunicazione (soprattutto nei Cantoni latini), ma il cambio di passo nei toni è già evidente. Ma non c’è il rischio di polarizzare ulteriormente il dibattito politico? «Noi puntiamo su una comunicazione obiettiva e basata sui fatti, che rimanga rispettosa e non offenda nessuno», sostiene il presidente del PLR Thierry Burkart. Per il consigliere agli Stati argoviese, «l’obiettivo è mostrare in modo comprensibile come le decisioni politiche di Berna influenzino la vita quotidiana delle persone. Ciò richiede una comunicazione diretta e chiara».

L’ultimo comunicato? Una quantomeno singolare storiella metaforica dal titolo: «Tagliare il grasso», con l’incipit: «Un tempo fiero e indomito, oggi persino Guglielmo Tell ha bisogno di una cura dimagrante».

Guglielmo Tell in sovrappeso

In breve: Guglielmo Tell è seduto in una taverna della località urana di Bürglen ed è affamato. Tuttavia, non ha soldi «e il balivo lo aspetta ad Altdorf». Si trova di fronte a una scelta: mangiare, oppure comprare una nuova corda per la sua balestra. «Non importa, pensa Tell, mentre sceglie eroicamente di ignorare le sue difficoltà finanziarie: se compra la corda e fa registrare il conto del pasto alla locanda, suo figlio Walter lo potrà pagare in seguito», scrive il PLR. La metafora dello Stato - con chiari riferimenti al preventivo e al rispetto del freno all’indebitamento - è evidente.

A suggellare il comunicato, l’immagine di una moneta da 5 franchi con impresso Guglielmo Tell in evidente sovrappeso (Cenno storico: l’effigie sulla moneta da 5 franchi non corrisponde a Guglielmo Tell, bensì a un pastore alpino).

Nella storiella - scritta, o meglio tradotta, in un italiano zoppicante - il PLR attacca anche il Centro, reo di aver perso il suo rigore sulle finanze e di contribuire a far crescere l’onere sulle spalle dei figli. Ma il PLR non risparmia spesso critiche né a sinistra, né verso l’UDC.

Minor peso istituzionale

«Non è detto che la comunicazione spinta funzioni. Se tutti alzano i toni, si rischia di neutralizzarne l’effetto. Come ci si può smarcare in modo efficace, se tutti fanno la stessa cosa?», si chiede Oscar Mazzoleni, politologo e direttore dell’Osservatorio della vita politica regionale all’Università di Losanna.

A livello di linguaggio, non è raro che il partito di Governo si esprima come se si trovasse all’opposizione. «Questo stile comunicativo lo abbiamo visto storicamente con il PS e con l’UDC. Ciò che cambia, è che ora questo stile è ripreso dai partiti più tradizionali e borghesi», spiega Mazzoleni, secondo cui ci sono vari fattori che influenzano queste dinamiche. «È anche un riflesso del minor peso istituzionale.

Quando tale potere si riduce, il partito è spinto a cercare sostegno all’esterno. È una strategia che punta a rafforzare il profilo pubblico del partito e che guarda alla prossima scadenza elettorale. Ciò accade soprattutto, come capita oggi ai partiti di governo - in Svizzera e in Ticino - quando non si può più dare per scontati i futuri esiti elettorali».

Media e social media

Allargando il discorso a tutti i partiti politici, Mazzoleni sottolinea un aspetto: un linguaggio forte e incisivo permette di apparire sui media (e sui social media), ma ciò non si traduce automaticamente in più voti in Parlamento o maggiori consensi alle urne. «Il risultato non è scontato. Può essere il modo attraverso cui si sopravvive, ma è certo anche che si delude una parte dell’elettorato, che magari si aspetta, per quanto riguarda i partiti di governo, un linguaggio moderato».

Per il politologo, «i partiti si adattano anzitutto a un sistema mediatico affamato quotidianamente di notizie. Se non si alza il tono, se non si è presenti in modo regolare, nessuno ti ascolta». I social, in tutto questo, hanno ulteriormente contribuito a favorire questa dinamica che contribuisce a una maggior polarizzazione del linguaggio politico. «Sono una rivoluzione, che è ancora in corso. Le piattaforme alimentano la personalizzazione e permettono di bypassare i media tradizionali». PS - e in parte i Verdi - hanno investito molto sulla rapidità (spesso i comunicati vengono pubblicati pochi minuti dopo un voto in Parlamento): «Nell’era della comunicazione a flusso continuo, la rapidità è sicuramente un elemento centrale. Essere presenti è un vantaggio. Ma non c’è la certezza che ciò porti più voti alle prossime elezioni».