Dopo i tagli, Migros vuole crescere: 140 nuove filiali e prezzi discount
Investimenti per 2,5 miliardi di franchi e apertura di 140 nuove filiali entro il 2030. Dopo i tagli annunciati a febbraio, Migros ha illustrato il piano di rilancio dell’azienda durante una conferenza stampa tenutasi questa mattina a Zurigo. Nei prossimi cinque anni, il numero delle filiali passerà da 790 a 930. «Vogliamo essere noi a dettare il ritmo nel commercio al dettaglio in Svizzera», ha dichiarato Ursula Nold, presidente dell’amministrazione della Federazione delle cooperative Migros (FCM).
Solo per queste nuove aperture Migros investirà 2 miliardi di franchi. «Vogliamo avvicinarci il più possibile ai nostri clienti», ha dichiarato dal canto suo Mario Irminger, presidente della direzione generale. La strategia prevede di espandersi soprattutto in aree con una popolazione in crescita, aprendo piccoli negozi Migros. Accanto all’estensione della rete, i vertici del gigante arancione hanno annunciato di voler ammodernare 350 supermercati esistenti. I negozi in futuro dovranno avere un aspetto uniforme, non solo all’interno delle cooperative regionali ma in tutta la Svizzera.
L’offensiva sui prezzi
Allo stesso tempo, il gigante arancione intende rafforzare i propri marchi, concentrandosi sui prodotti freschi. «Il prezzo di oltre 1.000 prodotti di uso quotidiano saranno ridotti al livello di discount e contrassegnati con un’etichetta gialla indicante la scritta prezzo basso», ha spiegato Ursula Nold. Le riduzioni di prezzo inizieranno immediatamente e prenderanno piede nel corso del 2025. «Vogliamo contribuire ad alleggerire la pressione sui budget dei nostri clienti», ha detto Nold.
I prezzi di frutta e verdura sono già diminuiti in modo significativo, in futuro si vorrà intervenire anche su carne, pane e prodotti pronti, gli ha fatto eco il direttore generale, Peter Diethelm. «Per noi è importante offrire un assortimento ampio a prezzi bassi e di qualità. Non ci sarà più alcun motivo per andare al discount in futuro».
Denner e M-Budget
I vertici dell’azienda hanno comunque chiarito che non si tratta di un attacco a Denner: «Sono due realtà differenti. Migros offre una gamma di prodotti molto più ampia rispetto agli altri discount. Inoltre, i prodotti alcolici resteranno disponibili esclusivamente da Denner», ha detto Diethelm.
Il direttore generale ha però ammesso che attraverso questa operazione Migros intende riposizionarsi sul mercato. «Non potremo offrire il prezzo più basso su tutti i prodotti, ma garantiremo i prezzi più convenienti per tutti gli articoli di uso quotidiano. Se un discount ridurrà i prezzi su prodotti importanti, Migros seguirà questa linea».
In generale, i vertici hanno annunciato l’intenzione di aumentare la presenza sugli scaffali di prodotti a marchio Migros. «L’obiettivo è portare questa percentuale all’80%», ha detto Guido Rast, presidente del Consiglio d’amministrazione. Alcuni articoli di marca potrebbero quindi essere rimossi dall’assortimento. M-Budget, invece, continuerà a esistere, ha sottolineato la direzione.
Il cambio di rotta
Il «cambio di rotta» strategico era stato annunciato dal gigante arancione a inizio anno. In quell’occasione Migros aveva dichiarato l’intenzione di concentrarsi sulla vendita al dettaglio, recuperando quote di mercato perse in precedenza. In questo contesto si inseriva la decisione di vendere i negozi specializzati (vedi box), focalizzandosi sui supermercati. Nold ha parlato di «separazioni dolorose» e di «scelte obbligate» necessarie per «consolidare la posizione di numero uno nel commercio al dettaglio svizzero».
Nessun ulteriore taglio
Per abbassare i prezzi Migros investirà 500 milioni di franchi: «Ciò comporterà una riduzione dell’utile. Come cooperativa, però, Migros se lo può permettere», ha detto Nold. A questo proposito, Irminger ha chiarito che la vendita dei negozi specializzati ha liberato fondi e aumentato la capacità di investimento dell’azienda. Inoltre, «in qualità di cooperativa orientata al cliente, Migros non mira a massimizzare i profitti». I fondi che il gigante arancione intende investire provengono in larga misura dalla vendita dei negozi specializzati, ha rincarato Nold.
Sebbene l’operazione preveda (almeno a corto termine) una riduzione dei profitti, Irminger ha sottolineato che non ci saranno ripercussioni sul personale. Detto altrimenti: la correzione dei prezzi non comporterà ulteriori tagli rispetto a quelli già annunciati a febbraio con la vendita dei negozi specializzati. Dei 1.500 posti di lavoro che il gigante arancione intende sopprimere, finora ne sono stati tagliati 800, ha chiarito Nold. «Non tutti però sono licenziamenti».
Infine, i vertici di Migros hanno fatto il punto sulla vendita di Mibelle - «che dovrebbe essere comunicata nel primo trimestre del 2025» - e quella di Hotelplan - «probabilmente prima». Anche Do it+Garden e Micasa saranno pronti «alla fine dell’anno o nel primo trimestre del 2025», ha affermato Irminger.