Confederazione

Frontalieri: l'accordo fiscale è ufficialmente entrato in vigore

Mancava solo lo scambio di lettere fra Palazzo federale e la Farnesina: oggi il Dipartimento federale delle finanze ha confermato l'entrata in vigore in data 17 luglio
©Chiara Zocchetti
Red. Online
19.07.2023 13:34

L’Accordo relativo all’imposizione dei lavoratori frontalieri e un Protocollo che modifica la Convenzione tra la Svizzera e l’Italia per evitare le doppie imposizioni sono ufficialmente entrati in vigore il 17 luglio. Le nuove disposizioni saranno applicabili a partire dal 1. gennaio 2024. Il nuovo accordo sui frontalieri, sottolinea un comunicato del Dipartimento federale delle finanze, «migliora notevolmente l’attuale regolamentazione sull’imposizione dei lavoratori frontalieri e contribuisce al mantenimento dei buoni rapporti tra i due Paesi».

Lo scorso 30 giugno, la Gazzetta ufficiale italiana aveva pubblicato la cosiddetta «Legge 83» (com'è definito l'accordo dallo Stato italiano). Ma perché i suoi effetti divenissero tali sarebbe stato necessario un passo ulteriore. Ufficialmente, la data di entrata in vigore coincide con «la ricezione dell’ultima delle notifiche con le quali i due Stati contraenti si comunicano vicendevolmente, per via diplomatica, che sono adempiuti i necessari presupposti legali». Mancava, insomma, lo scambio di lettere fra Palazzo federale e la Farnesina. Scambio evidentemente avvenuto nei giorni scorsi.

E allora ecco la data, a suo modo, storica: dal 17 luglio si è cominciato a distinguere fra «vecchi» e «nuovi» frontalieri.

In breve

Con il nuovo accordo (che sostituisce quello del 1974), la Svizzera trattiene l’80 per cento dell’imposta alla fonte regolarmente prelevata sul reddito dei nuovi frontalieri che lavoreranno in Svizzera. I nuovi lavoratori frontalieri saranno tassati in via ordinaria anche in Italia. La doppia imposizione verrà evitata. Sono considerati nuovi lavoratori frontalieri coloro che entrano nel mercato del lavoro transfrontaliero dopo il 17 luglio 2023.

Ai frontalieri che lavorano o che hanno lavorato nei Cantoni dei Grigioni, del Ticino o del Vallese tra il 31 dicembre 2018 e il 17 luglio 2023 si applica un regime transitorio. Queste persone continueranno infatti ad essere imposte esclusivamente in Svizzera, la quale verserà ai comuni italiani di confine, fino all’anno fiscale 2033, una compensazione finanziaria del 40 per cento dell’imposta alla fonte prelevata in Svizzera.

In seguito all’entrata in vigore dell’accordo sui frontalieri, il Dipartimento federale delle finanze ha adeguato l’ordinanza sull’imposta alla fonte per quanto attiene all’imposizione dei lavoratori frontalieri italiani. Le modifiche entreranno in vigore il 1. gennaio 2024.

OCST e i fuori fascia

In un comunicato, il sindacato OCST ricorda dunque l'esistenza di una categoria di frontalieri "fuori fascia". Per rientrare nella categoria dei «vecchi frontalieri» serve:

• residenza fiscale nei Comuni di confine (ovvero iscrizione in Comune, dimora abituale e centro degli interessi familiari);

• rientro giornaliero tra Svizzera e Italia;

• datore di lavoro in Ticino, Grigioni o Vallese;

• mantenere questi elementi nel tempo per tutta la durata del proprio lavoro in Svizzera.

Date queste condizioni, esistono frontalieri che non rientrano in questa categoria pur lavorando da tempo in Svizzera: «I lavoratori frontalieri che sono già attivi in Svizzera (prima del 18 luglio 2023, ndr) ma che non hanno la residenza fiscale nei Comuni di confine (o non hanno il rientro giornaliero) saranno ancora tenuti a dichiarare il reddito in Italia. Anche loro potranno tuttavia godere di alcune condizioni migliorative». Per loro e per i nuovi frontalieri, il sindacato ha avanzato nuove richieste:

• istituzione di una franchigia fiscale di 10'000 € (che sarà quindi deducibile dal reddito imponibile in Italia).

• la possibilità di dedurre dal reddito imponibile anche i contributi pagati per il prepensionamento (gli altri contributi previdenziali e assicurativi sono già oggi deducibili);

• la deducibilità degli assegni familiari svizzeri;

• alcune specifiche misure di sostegno finanziario per i Comuni di confine.

L’azione dell'OCST, sottolinea il comunicato diffuso dal sindacato «ha anche permesso di inserire nella Legge italiana di ratifica n. 83/2023 una nuova indennità di disoccupazione per i frontalieri che garantirà a coloro che perderanno il lavoro dei sussidi decisamente più alti di quelli attuali per i primi tre mesi. La nuova “NASPI” entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2024».

In questo articolo:
Correlati
Le ultime ore dei «vecchi» frontalieri
L’accordo fiscale pubblicato sulla «Gazzetta ufficiale»: per la definitiva entrata in vigore manca solo lo scambio formale di lettere tra le due nazioni - L’uscita della Svizzera dall’ultima black list avverrà entro il 31 luglio