Giornalismo

I tagli nel panorama mediatico preoccupano anche l'hockey

In Parlamento si discute degli aiuti indiretti alla stampa: giovedì il botta e risposta con il Governo – La SRF sopprime 75 impieghi – Critiche dalla «Nation League» per la mancata copertura nei giornali di Tamedia
© CdT/Chiara Zocchetti
Luca Faranda
23.09.2024 23:30

Soffiano venti di risparmio a Palazzo federale. E ad esserne travolta potrebbe essere la stampa scritta: il Consiglio federale prevede infatti di risparmiare anche sugli aiuti indiretti ai media. Tuttavia, la partita in Parlamento si è appena aperta: al Consiglio nazionale oggi è stata avviata la discussione su un possibile aumento del sostegno. Una sorta di antipasto, in vista della vera discussione che si terrà giovedì.

Nel frattempo, a scuotere nuovamente il settore mediatico è stato l’annuncio della SRF: la radiotelevisione svizzero-tedesca taglierà nei prossimi mesi circa 75 posti a tempo pieno in tutta l’azienda. Circa 35 dei posti soppressi riguarderanno la produzione, ma probabilmente ci sarà anche una «leggera riduzione» nelle redazioni regionali, ha spiegatola direttrice della SRF Nathalie Wappler.

Dei 75 posti a tempo pieno che saranno tagliati, circa un terzo sarà licenziato mentre il resto verrà ridotto grazie a prepensionamenti e fluttuazioni naturali, sempre stando a Wappler. Nelle redazioni sono a rischio poco più di una quindicina di posti a tempo pieno: le misure verranno attuate a partire da metà ottobre.

Si perdono pezzi

La SRF apporterà ulteriori modifiche alla sua offerta e alla sua organizzazione entro il 2027 per «posizionarsi in modo ottimale per il futuro». Non sono collegate alle misure di riduzione dei costi già annunciate dalla Società svizzera di radiotelevisione (SSR) in relazione alle decisioni del Consiglio federale sul canone radiotelevisivo. L’annuncio della SRF fa seguito ai tagli già resi noti nelle scorse settimane alla RTS (fino a 55 posti a tempo pieno) e alla RSI (a Comano spariranno una quindicina di impieghi). Poche settimane prima era invece stato il gruppo editoriale Tamedia ad annunciare la soppressione di ben 290 impieghi, di cui 90 nelle redazioni, e la chiusura delle tipografie di Bussigny (a fine marzo 2025) e di Zurigo (a fine 2026). 

Un taglio con il passato

Il futuro? L’unica tipografia del gruppo sarà a Berna, con tutte le conseguenze del caso. È infatti notizia di quest'oggi, riportata dal portale Watson, che la Lega di hockey ha fortemente criticato le decisioni del gruppo editoriale zurighese. Il direttore della «National League» Denis Vaucher ha inviato una lettera di protesta, a nome delle 14 squadre della massima lega, all’indirizzo dei vertici di TX Group. Il problema? A causa dei tempi ristretti nella tipografia bernese alla sera (dato che dovrà stampare più giornali e grantire la consegna per tempo) nelle edizioni cartacee dei titolo Tamedia non ci sarà più la copertura del massimo campionato di hockey: ovvero, nessun resoconto della partita della vigilia. Un duro colpo per gli appassionati, dal Canton Berna alla Svizzera romanda, ma anche per la lega stessa, che ora esorta la direzione zurighese a rivedere le loro decisioni e le loro strategie.

Pure la SRF ha deciso di dare un taglio al passato, stravolgendo la sua programmazione: a partire dall’estate 2025, i programmi «Tagesschau» di mezzogiorno e delle 18.00 saranno sostituiti da notiziari flash e dall’app. L’edizione di mezzogiorno sarà inoltre cancellata nei fine settimana. Anche l’offerta di notizie regionali sarà ridimensionata nei fine settimana.

Le misure alla SRF sono necessarie in considerazione dell’aumento dei prezzi e del continuo calo dei ricavi commerciali, e per evitare perdite finanziarie dal 2025. La diminuzione delle entrate preoccupa tutto il settore dei media: i giornali, in particolare, sono alle prese da anni con un calo delle entrate pubblicitarie e degli abbonamenti, che mettono a repentaglio la pluralità mediatica.  

No popolare

Per questo motivo, dopo il no popolare agli aiuti ai media nel febbraio 2022, favorito anche dalla campagna in Svizzera tedesca contro i grandi gruppi editoriali (tra cui Tamedia), la consigliera nazionale Christine Bulliard-Marbach (Centro/FR) ha proposto un’iniziativa parlamentare per permettere ai piccoli editori regionali un maggiore sostegno, seppur limitato nel tempo.

Attualmente - sulla basse della legge sulle poste - la Confederazione stanzia 50 milioni di franchi all’anno: 30 milioni a sostegno del recapito mattutino durante la settimana per la stampa regionale e locale, nonché 20 milioni destinati alla stampa associativa e delle fondazioni.

Il progetto della Commissione delle telecomunicazioni del Nazionale, nato dalla proposta della deputata friburghese, propone di aumentare - ma solo per un periodo di sette anni - gli importi di 15 milioni per i quotidiani e i settimanali in abbonamento recapitati tramite la distribuzione regolare (per un totale di 45 milioni). Inoltre, la Confederazione dovrebbe stanziare 30 milioni di franchi all’anno a sostegno del recapito mattutino durante la settimana.

Queste misure dovrebbero sgravare finanziariamente le case editrici e permettere loro di investire maggiori risorse nella trasformazione digitale. Al termine dei sette anni, la maggioranza della commissione intende abolire completamente tale sostegno. Il progetto è approdato oggi al Consiglio nazionale e riprenderà giovedì. 

Il rapporto Gaillard

Gli aiuti indiretti alla stampa, però, sono stati presi di mira dal gruppo di esperti guidato da Serge Gaillard (già direttore dell’amministrazione federale delle finanze). Nell’ormai noto rapporto «Verifica dei compiti e riesame dei sussidi», il sostegno – che esiste dal 1849 - dovrebbe essere abolito.

Il Consiglio federale, dal canto suo, lo scorso venerdì ha voluto evitare una misura così drastiche. Tuttavia, vorrebbe dimezzare i contributi «e concentrarsi sulla promozione della stampa locale e regionale». Concretamente, verrebbe abolito il sostegno alla stampa associativa e delle fondazioni (pari oggi a 20 milioni di franchi all’anno), mentre gli aiuti alla stampa locale e regionali passerebbero da 30 a 25 milioni di franchi. Chi la spunterà?