Il biglietto nominativo non accederà agli stadi

I club sportivi potranno tirare un sospiro di sollievo. Per accedere allo stadio continuerà a non essere necessario esibire un biglietto nominativo. Il sistema, con molta probabilità, non cambierà e di sicuro non in tempi brevi. A fornire l’assist alle società di calcio (da sempre contrarie all’introduzione di una simile misura) è stata la Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale, che non intende modificare le regole del gioco.
Facciamo un passo indietro: lo scorso autunno, la Commissione della politica di sicurezza del Consiglio degli Stati aveva presentato una mozione (su esplicita richiesta da parte dei Cantoni): voleva permettere ai rivenditori di biglietti di accedere ai dati del sistema in cui sono registrati i tifosi violenti (è la banca dati HOOGAN). La mozione è stata accolta a larga maggioranza dai «senatori» nel mese di dicembre.
Concretamente, i punti vendita - ad esempio Ticketcorner - avrebbero potuto consultare HOOGAN al momento della vendita e rifiutare l’acquisto di biglietti agli hooligan registrati nel sistema. Per i «senatori», questo cambio di sistema rappresentava una «condizione necessaria all’introduzione dei biglietti nominativi».
Non raggiunge lo scopo
I club sportivi - soprattutto quelli legati al mondo del pallone - avevano reagito in modo critico al voto dei consiglieri agli Stati. La palla, ora, è passata alla Camera del popolo. Oggi, il voto alla Commissione della politica di sicurezza del Nazionale non lascia spazio a dubbi: con 17 voti contro 7 e una astensione, chiedono al plenum di respingere la mozione. «Nonostante i membri della Commissione siano unanimi nell’affermare che vada garantita la sicurezza di tutti i partecipanti alle manifestazioni sportive e che sia necessario intervenire su questo aspetto, la maggioranza ritiene che la normativa proposta dalla mozione non raggiunga lo scopo».
Il problema? La protezione dei dati. Poiché il contenuto della banca dati HOOGAN verrebbe messo a disposizione di una cerchia più ampia. Un tema già sollevato dal Consiglio federale, che nella sua presa di posizione si era detto contrario alla misura. Una minoranza della commissione vorrebbe comunque assicurarsi che gli hooligan registrati nel sistema non possano accedere agli stadi (attualmente vengono svolti dei controlli all’entrata). Per farlo, a loro avviso, occorre agire già durante la fase d’acquisto: bisogna negare ai tifosi violenti la possibilità di essere in possesso di un biglietto. Anche su questo punto era intervenuto il Consiglio federale. Il «ministro» responsabile della Giustizia, Beat Jans, aveva detto in aula: «Conta chi entra allo stadio, non chi acquista un biglietto».
Risposta coordinata
Tutto qui? Non proprio. La Commissione del Nazionale si è detta contraria anche a un’altra proposta della sua omologa. In un’altra mozione (presentata in ottobre e votata anch’essa in dicembre), i «senatori» chiedevano al Consiglio federale di valutare delle soluzioni nazionali per rafforzare la lotta alla violenza durante le manifestazioni sportive. In particolare, vorrebbe che il Governo valuti, «per mezzo di un gruppo di lavoro congiunto con i Cantoni, l’opportunità di elaborare modifiche legislative, a livello federale, atte a rafforzare la lotta alla violenza durante le manifestazioni sportive». Nulla da fare, per i commissari del Nazionale l’istituzione di un gruppo di lavoro è inutile.
In linea generale, i deputati ritengono che gli attori coinvolti (come i club e le autorità cantonali) devono dapprima applicare in modo efficace tutte le misure preventive e giuridiche esistenti, senza bisogno di modificare le basi legali a livello federale.